Avrebbe imparato a conviverci

di FloxWeasley
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Qua le note le metto in alto perché mi va così ù.ù
Questa storia potrebbe benissimo essere, diciamo, un post finale per Always. Cinque minuti aggiuntivi.
Volevo pubblicare prima che uscisse la quinta stagione, quindi eccomi qua.
Avvertimento: angst, tanto tanto angst. A secchiate, palate, camionate.
Hope you like it!
 

Avrebbe imparato a conviverci


Rick posò la rosa sulla lapide bianca e fece un passo indietro, affondando le mani in tasca.
Non lo faceva né perché avesse freddo – non lo sentiva più, il freddo – o perché non sapesse cosa fare: lo faceva perché era lì che teneva la sua ancora, l'unica cosa che da dieci mesi gli impediva di affogare.

Un biglietto.
Liso, spiegazzato e anche un po' sbiadito dalla lacrime che ci aveva versato.
Sopra, poche parole, scritte nella calligrafia sottile e sbrigativa di Kate.

Questa notte ho capito ciò che è davvero importante per me, ma anche che non posso averla se prima non chiudo questo capitolo della mia vita.
Non cercarmi.
Quando avrò finito tornerò da te, perché è lì che devo stare.
Kate

Scacciò indietro le lacrime e lasciò vagare lo sguardo sui profili delle tombe ricoperte dalla neve.
L'estate aveva lasciato il posto all'autunno, e l'autunno all'inverno, ma tutto ciò a cui riusciva a pensare era che quella neve, lei, non l'avrebbe vista.
Non gliela avrebbe infilata a forza nel colletto, né tirata in faccia.
Ne raccolse un po' a mani nude, restando a godersi la pelle che bruciava a contatto con la neve fredda. Il palmo gli si stava arrossando.


Quando perdi la persona che ami, che tu lo voglia o no la vita va avanti.
Ti senti morire, ma vivi ancora.
Nonostante sia senza una parte di te e ti senta incompleto.
Ci fai il callo.
Fai il callo a quella parte di te morta con lei, la tua parte spiritosa e irriverente, eterna bambina e inguaribile ribelle.
 


Di quella prima ed ultima notte insieme Rick ricordava tutto: i loro corpi vicini, la passione che gli bruciava nelle vene, i baci e le carezze;
come, dopo aver fatto l'amore, fosse stato sveglio per ore con il terrore che se si fosse addormentato Kate sarebbe scomparsa.

E poi un ricordo confuso, frutto del dormiveglia in cui era sprofondato: un'ombra che raccoglieva i suoi vestiti in giro per la stanza, lasciava un biglietto sul comodino e gli posava un leggero bacio sulle labbra, prima di scivolare fuori dalla camera.
Per ben dodici giorni non aveva fatto altro che trascinarsi in giro con quel biglietto in tasca, divorato dall'ansia, e poi...
Lanie che singhiozzava disperatamente su un cadavere, Esposito che stringeva i denti, chiudeva gli occhi e la staccava delicatamente per portarla via; Ryan che scuoteva la testa, gli occhi che andavano riempiendosi di lacrime e lui semplicemente immobile, come se l'ansia fosse stata inghiottita da un buco nero.
Vuoto.


Non pianse, non urlò, in realtà non fece proprio niente.
Si limitò a fissare il corpo sul tavolo, come a volergli restituire la vita solo con lo sguardo.
Il Drago... il Drago era stato preso, alla fine. La Gates si era rivelata molto migliore di quanto non fosse mai stata, e anche più spietata, se possibile.

 

Rick cercò di sciogliere il groppo che aveva in gola, lanciò un ultimo sguardo alla tomba e si allontanò, un po' curvo nel vento di neve che gli soffiava contro.

Quanto tempo ci sarebbe voluto, ancora non lo sapeva.
Sapeva che non sarebbe stato facile, né piacevole.
Ma un giorno si sarebbe svegliato, e avrebbe capito di aver imparato a conviverci.





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