Un ricordo che spezza l'anima.
Ma ci sei o ci fai?!
Non
vi siete mai sentiti obbligati a fare qualcosa solo per pura soggezione
(in)volontaria?
«Senti Daniele,
fammi un
piacere: mi scrivi nome e cognome di tutti su un foglio, facendo una
cartina della classe? Me lo fai questo favore?»
Come dire di no ad una professoressa con la penna nella
mano
destra, il dito sinistro che scorre sull'elenco per cercare il tuo
nome, e il registro sotto al naso?
«No problem, prof! Che foglio uso?»
La carta vetrata.
«Ah, guarda, uno qualsiasi va bene.»
E nello stesso momento in cui vedi la vittima brandire in mano
finalmente un foglio intero,
senza scarabocchi o altro, degno di un alunno modello
al primo giorno, arriva la solita notizia straccia-intenzioni.
«'spetta! Ecco, l'ho trovato: avevo già una
piantina!»
Crepa.
«Ah, okay. Dove li scrivo?»
Sul muro. Ma sei scemo o
cosa? Ti ha dato il foglio! Un albero intero ha dato la sua vita per
quel foglio!
«Dentro ai banchi.»
Scusi?!
«Mi disegni un quadrato, un rettangolo, quello
che vuoi: basta che ci stia il nome.»
«Okay, va bene!»
Non vi è
mai capitato di
trovare sempre ed ovunque persone che dai quindici anni fino, anche ai
trentaquattro, facciano a voi o ad altri
domande così idiote, da farvi slogare la
mandibola solo per far toccare terra
al mento?
«Scusa, hai da
accendere?»
Guardi il ragazzo di almeno ventitré anni che ti chiede da accendere, e
allibisci.
Siete al freddo, in coda
da due ore
per questa dannata apertura della discoteca gratis solo ai primi venti,
numero del quale ormai credi di
non far più parte, ti guarda da un'ora con il tuo gruppetto
d'amici venuti grazie ad una macchina con dei dadi pelosi
sullo specchietto, ti vede accendere almeno sette sigarette con
l'accendino Zippo da trenta Euro, ti vede accendere le sigarette
anche ai tuoi amici, e ti chiede se hai da accendere?
NO!
«Si, certo.»
Tiri fuori il bellissimo Zippo nero luccicante, contornato da un drago
che lo abbraccia e dimentichi tutto per un attimo: trenta Euro spesi
bene.
«Oh! Tiro! Che fai?»
Senti uno dei suoi amici gridargli da qualche metro di distanza.
Dio, ha dato le gambe;
in fondo ad esse vi sono i piedi.
Ecco: con quelle cammini!
«Accendo!»
Il ragazzo grida con tanto di cappello facendo vedere la sigaretta
fumante.
Quando vedi l'altro in lontananza tirare fuori non uno, ma ben due
accendini, non sai più che pensare.
«Ce l'avevo pure io!»
Sposti lo sguardo furente verso quel ragazzo poco più grande
di te:
Quanto ti odio.
Non
vi è mai capitato di dover studiare ciò che
dovresti dire al colloquio di lavoro, o agli esami d'università, mentre
casualmente i bambini del paese giocano davanti a casa vostra?
Proprio nella strada davanti a voi, dove le macchine svoltano per
parcheggiare nei garage, proprio in quella svolta?
«PALLAAAA!»
«GOOOL!!!»
Tenendo conto del fatto,
con i tempi di decadenza dell'economia, o meglio della crisi avvenuta
dall'Ovest,
nei tempi moderni
è importante contare sul-
«NOOOOO!! MI HA UCCISO!!»
Hanno già
cambiato gioco?!
Ti giri a guardare l'ora: le. Sette. E. Mezza.
Ma non mangiano mai
quelle zecche?
«...»
Un sorriso a trentadue denti si dipinge sul tuo volto.
Ti giri verso il campanello che suona, e guardi fuori dalla
porta-finestra: bambini. Quelli che poco fa gridavano.
Esci fuori senza aprire il cancello, e li guardi con sguardo indagatore.
«Ci è caduta la palla.», ti dice il
primo.
Alzi un sopracciglio.
Ergo? Si è
fatta male?
«É caduta nel suo
giardino.», aggiunge
il più basso, quello che pensa ancora di avere sette anni
quando
invece
ne ha tredici.
Ti giri a guardare la palla gialla nel giardino, proprio accanto al
vaso di primule.
Ti manca un battito.
Il vaso di primule.
Riprendi colore alle guance, e annuisci lentamente:
cammini così sull'erba prendendo in mano la palla.
«Dai, giochiamo a rugby!»
Ti fermi a trentasette gradi di angolazione con la schiena, e
deglutisci.
A rugby. Non hanno
ancora la palla, e vogliono giocare a rugby.
Guardi la cosa rotonda gialla, e pensi se restituirgliela.
Prendi la decisione e gli porgi la palla.
Vedi, e senti,
i bambini correre e gridare di gioia.
Ti giri verso la porta; poi ti fermi e prendi la direzione verso lo
sgabuzzino: non senza aver preso
in mano i vasi di primule e averli messi dentro, al sicuro.
Chiudi a chiave, così, per
precauzione, la porticina così come la porta-finestra.
Non sia mai che ti arrivi una ricezione ad hoc!
Non ti è
mai capitato di conoscere una persona così strana da
preoccuparti seriamente?
«Bene ragazzi,
adesso guardate la cartina: ci sono le rotte dei greci. Marta? La vedi
la cartina?
Vedi le frecce che passano per lo Stretto, fino ad arrivare in
Inghilterra?»
Le vede, le vede, vai
avanti che mancano cinque minuti e dopo devo prendere il pullman!
«Vedi la freccia rossa? Che va dall'Inghilterra fino alla
Svezia? La vedi?»
Ma dove sta guardando?
«Certo che non le vedi, non ci sono!»
Scusa?
Guardi la professoressa persa e preoccupata allo stesso
tempo.
Ma
ci siete o ci fate?
Angolo
dell'autrice:
838 parole. Titolo compreso. I nomi e i riferimenti sono
puramente casuali.
Sono le 21:13, gli occhi mi bruciano e nonostante sia solo dalle sei
che scrivo mi pare di non averla finita.
Che brutta sensazione! Pace, farò una raccolta, nel caso mi
verrà in mente altro.
Tornando a noi mi è venuta quest'idea in preda ad un vortice
di ricordi: cose bizzarre e strane, accadute quando meno dovevano.
Spero proprio che vi sia piaciuto! Mi piacerebbe sapere cosa ne
pensate, anche con poche righe.
Baci, Harley_s
|