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A
KIND OF MIRACLE – ESSERE UNA FAMIGLIA
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Da
un'idea di Rei Hino e Mkb-Diapason
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Spin-off di “A Kind Of Miracle”
Quando Sam diede il comando al sistema di
annullare la simulazione olografica e i tre si trovarono all'esterno della sala,
in mezzo al corridoio debolmente illuminato e deserto, per un attimo sperò di
cavarsela dall'incontrare i genitori.
Per un attimo, appunto.
Perchè Peter, senza avere la minima intenzione
di farlo scendere, camminò a passo spedito verso l'alloggio del cuginetto:
“Tenente, potrebbe andare a chiamarli? Dovrebbero essere in plancia, se conosco
bene Demora. Io intanto porto il capitano a letto.” esclamò.
Victor annuì, filando via al trotto e
lasciando i due uomini da soli.
Come se nulla fosse accaduto, come se gli anni
non fossero passati, Peter trasportò Sam nella stanza, lo sedette sul letto e
gli levò di dosso l'accappatoio, spingendolo sdraiato e accomodandosi sulla
moquette mentre il più giovane si rannicchiava sotto le coperte: “Ti tengo
d'occhio. Finchè non arrivano gli zii, tu da lì non ti muovi.” sogghignò il
cinquantenne, ravvivandosi i folti capelli rossicci.
Sam gemette, nascondendo la testa sotto il
lenzuolo e respirando affannosamente: “Papà Len mi ammazzerà...” ripetè come un
mantra.
Una mano affettuosa gli arruffò i capelli:
“Cambia disco, cugino.” ridacchiò, “Nessuno qui ammazzerà nessuno, anche perchè
non credo che zio Leonard abbia la forza di mettersi contro di te, anche se hai
un buco nel fianco.” sorrise, chinandosi a sistemargli le coperte, “Cerca di
riposare un po', hai veramente una brutta cera.” aggiunse con tono più serio,
sfiorandogli la fronte con una mano, “Ti è anche salita la febbre... Hai
freddo?”
Sammy scosse la testa, facendogli cenno di
sedersi sul bordo del materasso: “Mi terresti compagnia?” bisbigliò in un
soffio.
Peter sospirò, annuendo con un lieve sorriso:
“E' a questo che servono i cugini più grandi no? A intrattenere i piccoli quando
sono malati, no?” ridacchiò il rosso, accomodandosi al suo fianco.
Rimasero per parecchi minuti senza dire una
parola, col silenzio che regnava nella stanza rotto di quando in quando dal
respiro affannato del capitano poi Sammy allungò una manina sottile a stringere
quella più robusta di Peter: “S-Secondo te...” sussurrò faticosamente, “Z-Zio
Sybok e... D-David...” si morse il labbro inferiore, incerto su come continuare.
“Sybok
e David...?”
“Hanno
sofferto quando sono...”
Il rosso sorrise malinconicamente, scuotendo
la testa: “Da quello che lo zio ci ha raccontato, nessuno di loro deve aver
sofferto. Ascolta, Sammy. So che può fare male ora, so che ti ha fatto male per
tutti questi anni, ma li hai visti, pensa a questo... Pensa che hai potuto
parlarci, pensa che loro ti hanno riconosciuto come parte della famiglia, pensa
che tu sei parte di questa famiglia e che non sei solo in questo universo. Pensa
a questo, pensa che sei vivo e che, finchè lo sarai, li ricorderai...”
“Non
saranno veramente morti...
finchè li ricorderemo."
completò per lui Sammy, sorridendo timidamente.
“Esatto.”
concluse Peter, “E comunque, tu e Victor non me la contate giusta cugino,
scoprirò quello che nascondete, te lo assicuro!” esclamò il cinquantenne, con
gli occhi che gli brillavano come quando era ragazzo.
Il biondo arrossì fino alla punta delle
orecchie, nascondendosi maggiormente sotto le coperte e abbrancando il gatto di
peluche che stazionava sempre sotto il suo cuscino: “Non è vero!” gridò con tono
quasi isterico e imbarazzato, “N-Non nascondiamo nulla!”
Sogghignando, il rosso si gettò sul letto,
facendo il solletico al più giovane e ridendo a propria volta nel vederlo
dimenarsi come un'anguilla: “Confessa!” ridacchiò, “Confessa e la pianto!”
Dall'intrico di lenzuola e coperte, s'alzò una
mano in segno di resa, Peter si fermò, con un'espressione trionfante in viso, e
dal mucchio riemerse un folto cespuglio biondo spettinato, che incorniciava un
volto arrossato per le risate e lo sforzo.
“Allora,
sei pronto a sputare il rospo?” interloquì il più anziano.
Sammy, se possibile, arrossì ancora di più:
“S-Se dici qualcosa a qualcuno ti faccio mettere agli arresti...” balbettò.
“Oh,
che paura!” esclamò con tono falsamente terrorizzato l'altro, dandogli un
leggero coppino sulla nuca: “Sammy, ti ho visto crescere, sei praticamente il
mio fratellino, non dirò nulla agli zii, se ti fa stare meglio, promesso. E
neppure a Joy.” aggiunse, abbracciandolo con forza.
Rimasero in quella posizione per qualche
minuto, con il giovane capitano che sembrava volesse scomparire in quella
stretta, poi lo stesso Sam si staccò, visibilmente più calmo: “S-So che papà Jim
o papà Len non mi diranno nulla in merito...” cominciò, sbirciando la porta con
circospezione: “E-E neppure papà Spock...”
“E
ci mancherebbe altro!” sbottò Peter, trattenendo a stento le risate: “Sono
proprio gli ultimi che dovrebbero dirti qualcosa! Rilassati cugino, davvero...”
Ma Sammy scosse la testa: “So che nessuno, in
famiglia, mi direbbe qualcosa o si opporrebbe. Solo non vorrei causare problemi
di sorta o pettegolezzi inutili...”
Peter era sbalordito: “Cugino, siamo nel
Ventitreesimo secolo! Pettegolezzi di questo tipo facevano un qualche stupido
scalpore al massimo nel Ventunesimo secolo, sono finiti i tempi della caccia
alle streghe! Altrimenti come avrebbero potuto gli zii tenerti con loro,
crescerti e darti tutto l'amore che ti meritavi? Adesso sei adulto, puoi
decidere tu della tua vita e questo Universo ti accoglierà a braccia aperte,
qualunque sia la tua scelta. Se senti qualcosa per il tenente Shatsky, perchè
non afferri questo sentimento e provi a essere felice?”
Il biondo stava per rispondere quando alcune
voci in avvicinamento lo fecero sobbalzare; un secondo dopo, la porta
dell'alloggia s'aprì, mostrando le familiari sagome dei tre genitori.
“Eccolo
qui, in vostra fervente attesa!” esclamò Peter, alzandosi dal letto per
accogliere gli zii e fare loro spazio: “Non maltrattatelo troppo, ha capito la
lezione, ve lo assicuro.” concluse, prima di rivolgere un ultimo saluto verso
Sam e uscire, raggiungendo Demora e Monica nel corridoio.
Nella stanza cadde un silenzio strano, a metà
tra il pregnante d'attesa e l'imbarazzato.
“Scusate...”
pigolò Sammy, senza avere il coraggio di incrociare lo sguardo dei tre: “Non
volevo farvi preoccupare e farvi venire in questo buco di universo...”
Una mano robusta e burbera gli scompigliò
ulteriormente i capelli: “L'importante è che tu sia tutto intero.” replicò
McCoy, facendo spazio anche a Spock e a Jim, il Vulcaniano si accomodò
semplicemente sul materasso accanto al figlio: “Leonard ha ragione, Sammy...”
s'aggiunse Kirk, sorridendo comprensivo, “Sei nostro figlio, ti raggiungeremmo
anche al limitare della Galassia.”
Lo sguardo di Sammy saettò sulle pareti
dell'alloggio, tappezzate di fotografie che componevano, riordinavano e
mostravano con orgoglio tanti e infiniti tasselli della sua vita, gli stessi che
volevano essere la base per il suo sfavillante futuro.
Come quando era bambino prima e ragazzo poi,
si poggiò stancamente contro il corpo snello e fermo del padre vulcaniano, che
lo sorresse con un lampo di preoccupazione negli occhi mentre Leonard gli
prendeva i battiti e Jim lo avvolgeva nella coperta: “Alla vostra prossima
licenza, vi costringerò a dormire 48 ore filate!” sbottò l'ex medico con ansia,
“Hai tutti i valori sballati e pure Demora e Monica sembravano a dir poco
esauste. Cosa avete combinato per conciarvi così?!”
Sam rise, stranamente assonnato: “Sono stati
turni particolarmente intensi.” ammise lui con uno sbadiglio, accoccolandosi
meglio sulla spalla del vulcaniano: “Papà, adoro il tuo shampoo, lo sai...?”
borbottò.
“Attento
a non farlo diventare verde per l'imbarazzo.” lo prese bonariamente in giro Jim,
con gli occhi lucidi per la commozione nel vedere le mani sottili del Compagno
accarezzare i capelli del figlio. Sam ridacchiò stancamente: “Mi siete
mancati...” bisbigliò il trentenne con un filo di voce, prima di crollare
definitivamente addormentato.
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Fuori nel corridoio, Peter, Demora, Monica e
uno spaventatissimo e imbarazzatissimo Victor sbirciavano la scena commossi.
“E
bravo fratellino!” esultò il rosso, asciugandosi una lacrima fuggiasca: “E'
bello vedere certe scene ogni tanto.” sorrise appena Demora, sentendo
all'improvviso una fitta di nostalgia per i genitori, con la mano di Monica a
stringere la sua.
“S-Sono
contento per il capitano...” sussurrò il russo, che era chino in avanti a
qualche centimetro dalla fessura della porta scorrevole.
Una manata energica lo colpì bonariamente
sulla schiena: “Vedi di occuparti per bene del mio cuginetto,
tenente.
Fare parte di questa famiglia può essere particolarmente stancante.”
“Farò
del mio meglio, glielo prometto...”
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NOTE DEL LEMURE:
Ed eccoci
nuovamente qui, con un altro tassello dedicato a “A Kind Of Miracle” e un altro
partecipante alla fiera dei titoli idioti LOL.
Vabbuò,
accontentiamoci di quel che passa in convento e limitiamoci ad adorare alla
follia Rei e Maya una volta di più per aver permesso a questo umile lemure di
scrivere sulla loro meraviglia. E boh, siete fantastiche ragazze e io sono
orgogliosa di fare parte del fandom al vostro fianco.
Alla prossima!
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