Bloody
Story
Capitolo uno
Il
puzzo di disinfettanti e medicinali arriva fin qui. Clic, clic, clic,
il cazzo di rubinetto perde ancora. Le pareti bianche dall'aspetto
asettico hanno oramai solamente un aspetto degradato e tetro, con le
macchie di umidità che scendono come capelli scuri sulle
pareti. Dieci anni in questo posto e ci impazzisci sul serio, anche se
quando sei entrato eri a posto. Mi chiamo Amanda Lexus. Ho venticinque
anni. Mi devono rilasciare, perché io non sono una pazza
omicida. Io non ho fatto niente.
Mi
hanno incolpato per una serie di orribili omicidi compiuti da dei miei
amici all’epoca del liceo. L’intero gruppo era
appassionato dagli horror e hanno volto provare qualche omicidio dei
film, ma alla fine è andato tutto storto ed ecco che mi
ritrovo chiusa qui dentro.
Tutto
inizio il 20 aprile del 2005 alla Rowling’s High School
all’ora di pranzo.
-Hei
Mike, siamo al tavolo 7, ti aspettiamo- dissi al mio amico Mike. Mike
era il più grande della compagnia. Era un ragazzo
affascinante con degli occhi di un azzurro mare che ti conquistavano in
un secondo, aveva folti capelli di un castano scuro che sembravano
finti.
La
vita di Mike non fu mai facile. Fin da piccolo aveva subito delle
violenze da parte del padre perché non accettava di rubare
per lui. Se può essere chiamata fortuna,
all’età di 10 il padre morì
misteriosamente e Mike fu dato in adozione a una famiglia che lo ama.
Ora torniamo alla nostra storia.
Non
appena ci sedemmo al tavolo, un gruppo di giocatori di football si
avvicinarono. –Cosa volete?- chiesi –Oh, niente
volevo solo salutarvi e dirvi che stasera c’è una
maratona di film horror da me. Se volete, siete tutti invitati.-
rispose Dan, il capitano della squadra, - Oh, grazie mille per
l’invito. Verremo sicuramente.- risposi con un falso sorriso
stampato in faccia. Non so voi ma per me i giocatori di football si
credono chi sa chi quando invece sono solo degli stupidi atleti
analfabeti. Ma visto che l’intero gruppo ama gli horror, non
possiamo perderci un occasione del genere.
-Intendi
davvero andare a casa di Dan
“tuttimuscolimasenzacervello” Nappol ?.- disse
Clarisse, la mia migliore amica. –Si, intendo andarci.
Perché?- risposi accigliata. – Bhe sai
com’è, no? Non sappiamo cosa hanno in mente. E poi
sicuramente andranno tutti gli strafichi della scuola e noi, rispetto a
loro, non siamo nessuno.- rispose Clarisse.
La
giornata passò in fretta e arrivò il momento di
andare alla festa.
-Sono
pronta!- dissi a Clarisse che mi aspettava al piano di sotto.
–Dai sbrigati. La maratona comincia tra 5 minuti.-
-Amo
questo film.- disse Mike mentre l’assassino di Scream
pugnalava alla schiena una poveretta. –Adoro i film horror.
Non so cosa farei se non esistessero.-
La
passione per gli Horror a Mike iniziò poco dopo
l’adozione, quando a scuola ci diedero un compito sul nostro
film preferito e Mike scrisse del film “Saw.
L’enigmista”. Per chi non sapesse chi è
Saw, ve lo spiego in breve: un pazzo che rapisci chi non ama il dono
della vita e le costringe ad uccidersi con delle spietate macchine per
la tortura. Comunque, Mike scrisse di Saw. In ogni caso, il suo compito
non fu molto apprezzato dagli insegnanti. Un motivo valido per non
apprezzare quel compito c’era: il padre di Mike era morto
come in un film di Saw. Tutti a scuola sapevano della morte atroce del
padre di Mike ma ormai non ne parlavano più.
-Io
vado a prendere una birra in garage.- disse Dan mentre si dirigeva
nella cucina. – Dov’è il bagno?- chiese
subito dopo Mike. –Prima porta a destra la piano di sopra-
gli disse George, amico di Dan.
In
realtà Mike non andò bagno, ma in garage per
uccidere Dan.
Appena
arrivò in garage, Dan si trovò di fronte una
figura incappucciata dall’aria ostile e pericolosa.
–Bello scherzo George. Ma ora togliti in cappuccio che sei
molto inquietante.- disse Dan ridendo.
Ma
non appena fece un passo avanti, la figura incappucciata
tirò fuori un coltello lungo almeno 30 centimetri.
–
Ma che cazzo fai George?- disse Dan cambiando tono di voce. –
Che vuoi fare? Posa subito quel col…- non ebbe tempo di
finire la frase che si trovò l’assassino addosso
che cercava di ucciderlo. – Non sono George idiota- disse
Mike con una voce roca, inquietante.
Dan
sferrò un calcio al petto di Mike buttandolo contro il muro,
ma non ebbe il tempo di scappare.
Mike
lo afferrò per la maglia, lo guardò negli occhi e
gli sferrò una pugnalata dritta nello stomaco. Il sangue
schizzò ovunque macchiando tutto. – Tu sei pazzo-
disse Dan con un filo di voce. –Si, pazzo del sangue- rispose
Mike facendo cadere Dan inerme ma ancora in vita. – Non
meriti di vivere, stronzo- e dopo quest’ultima frase, Mike
gli tagliò la gola, prese il cadavere di Dan e lo appese ad
una trave massiccia. Strappò la maglia di dosso al cadavere
e la gettò in un bidone della spazzatura li vicino. Sul
petto nudo praticò molti tagli profondi dal quale fuori
uscì del sangue dopo di che, se ne andò per dire
a tutti che qualcuno aveva ucciso Dan.
La
notizia della morte di Dan si sparse molto velocemente a scuola e molti
credevano che la morte di Dan fosse stata colpa di un pazzo straniero
venuto apposta per lui.
-Non
so voi ma io ho una fifa tremenda- disse Clarisse durante la lezione di
scienze del professor Jhonson. –Non sei l’unica
sai?- gli disse Mike –Ieri sera, mentre ero in bagno, ho
sentito dei rumori provenire dal corridoio. Penso che
l’assassino era già in casa da prima
dell’inizio della festa.-
In
effetti, l’ipotesi di Mike sembrava piuttosto probabile, ma
restavano dei dubbi. Perché non aveva ucciso anche noi.
Perché si è diretto dritto in garage. In somma,
niente era chiaro.
Durante
l’ora di Storia, il prof fece un discorso molto commovente
per ricordare Dan.
-Durante
brutti momenti, dobbiamo restare uniti. Solo restando uniti riusciremo
a superare questo dolore che ci accomuna.- disse il Signor Olment,
-Che
stronzate-.
–Signor
Danford, qualche problema?- disse Olment a Mike.
–Certo
che ci sono problemi. Anche mio padre è morto ma nessuno se
ne è fottuto minimante. Non so perché sono tutti
così tristi, eppure Dan era uno stronzo.- disse Mike senza
scomporsi minimante.
–
Sono accigliato, signor Danford. Lei non era amico di Dan?- disse
Olment.
–Io?
Amico di quell’idiota?- e dopo questa affermazione di Mike,
il Signor Olment tornò alla lezione.
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