Melograno

di Kastel
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Sai, la tua testa mi ricorda un melograno.”
Se Putin voleva dare la prova finale di essere pazzo ci stava riuscendo perfettamente.
Kirenenko abbassò il giornale appena sotto il viso, trovandosi davanti il compagno di cella con in mano il frutto sopracitato e un sorriso scemo. Tirò su il giornale, trovando più appassionante studiare il prossimo paio di scarpe che avrebbe comprato piuttosto che cercare di comprendere quel fuso di Putin.
Un verso e ci mancò poco che Kire uccidesse Putin: aveva osato toccare il giornale.
Spiegami perché non devo staccarti la testa.”
Il viso di Putin diventò bianco di paura, ma gli mise davanti il melograno.
P-perché... tu... sei come... lui...”
Kirenenko fissò il frutto, prendendolo poi in mano.
Perché?”
Putin si sentì abbastanza coraggioso da rispondere.
S-sei... amaro... e... duro...”
Un solo suono e il melograno venne distrutto dal pugno di Kirenenko.
Questa... mi sembra un'offesa.”
Putin urlò cercando di scappare, ma l'altro lo prese per il collo, fissandolo in maniera cattiva.
A-aspetta! N-non ho finito!”
Kire si fermò, più per curiosità che per pietà.
Parla.”
T-tu... sei come... lui... perché... anche se fuori sei amaro... porti fortuna!”
Ci fu un pesante silenzio.
Fortuna?”
Si! Se tieni un melograno in casa ti porterà fortuna!”
Kirenenko lo fissò un attimo, osservando il sorriso che Putin aveva sul volto nonostante ancora lo tenesse. Poi lo mollò, rimettendosi a leggere.
Vedi di non rompermi.”





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