Non mi arrenderò mai

di Hermione93
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cap. 1 Tristezza NON MI ARRENDERO' MAI


cap 1 Tristezza



Quella mattina mi alzai prima.
Andai ad aprire la finestra della mia camera per far passare un po’ d’aria, che bruscamente entrò nella mia stanza calda, facendomi rabbrividire.

L’aria era fredda e il tempo non era dei migliori e decisi di mettermi qualcosa di più pesante.
In fondo l’inverno si avvicinava e se fossi restata con il solito completo, mi sarei congelata.

Portavo dei pantaloni aderenti color nero che mi arrivavano sopra le scarpe ninja, che a differenza delle solite scarpe lasciavano il piede coperto.
La maglia poi era bianca a maniche lunghe, coperta però da una calda felpa, con il cappuccio, color panna, che ci misi sopra.

Quel giorno stranamente mi guardai allo specchio con aria diversa, con aria quasi soddisfatta: mi piacevo.

Erano le 7:45 e come tutti i giorni mi stavo dirigendo verso la foresta.

Quello era il posto dove mi sentivo meglio.
C ’era pace, silenzio e tranquillità , nessuno a cui dimostrare quanto valessi, nessuno contro la quale mi dovessi confrontare, era lì che mi sentivo me stessa.

Era lì che ogni mattina ritrovavo la vera Hinata.

La vera me, che a casa propria doveva nascondersi, doveva rinnegare quella che era, per dimostrare al padre, al cugino, a chi la circondasse di essere forte.
Dimostrarlo a quella famiglia che non credeva nelle sue qualità.
Che non credeva in lei.

Mi fermai e mi sedetti su un tronco spezzato che giaceva a terra privo di vita.
Sorrisi. Una lacrima amara rigò il mio pallido viso.


Era così che sarei diventata? Così, come quell’albero, priva di vita?


Pensai alla mia famiglia, al mio futuro ….
Era e sarebbe stato tutto un incubo……un incubo da cui non si può scappare.

Mi sdraiai sopra quel tronco, freddo e scomodo.
Incominciai a singhiozzare, prima piano e poi più velocemente.
Quasi mi mancava il respiro, ma non riuscivo a smettere, e poi, se fossi morta avrei messo fine alle mie sofferenze.

Ora le lacrime sembrava non volessero più fermarsi, ero piena di dolore, di odio e di tristezza.
Le lacrime ormai avevano bagnato tutto il tronco sotto il mio viso.

Una folata di vento mi congelò le guance bagnate, dandomi la sensazione di uno schiaffo in pieno viso.

In quel momento volli reagire.
Non volevo diventare così, né come quell’albero né come mi volevano i miei.

Ora ricordavo perché ero venuta; non per piangere, non per autocommiserarmi, ma per reagire, per allenarmi, per diventare come lui.


Lui non si sarebbe mai arreso e così dovrò fare anch’io!


“Naruto-kun non ti deluderò, te lo prometto!”




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