One shot!
Come da programma! ;-)
Buona lettura!
Tradire
“Dobbiamo parlare…” Brittany sentì
un brivido lungo la schiena, Santana era strana da un po’ di giorni, sembrava
sempre persa nei suoi pensieri e si era dimenticata
già due volte di chiamarla prima che andassero a dormire. Lei non lo
dimenticava mai! E ora quello, parlare, certo lo facevano
spesso, ma non il parlare che prevedeva quel tono serio e soprattutto quel
volto.
Santana era sdraiata sul suo letto,
a pancia in giù, non la guardava, invece passava la mano sulle tacche che lei
aveva inciso nel legno.
“Brittany…” Iniziò, ma lei non la
lasciò parlare, si alzò dal letto e le si inginocchiò
davanti,
“San ti va di fare il bagno
assieme?” Santana alzò finalmente gli occhi su di lei e Brittany la vide
sorridere, si alzò e le tese la mano, ma la ragazza scosse la testa,
“No BriBri…
devo dirti una cosa importate…”
“E non me
la puoi dire dopo?” La chiese lei sempre più preoccupata, mai Santana aveva
rifiutato di fare il bagno con lei, mai neppure quando era arrivata a casa sua
e la ragazza era appena uscita dalla doccia!
“No… è difficile per me, Brittany,
per favore siediti e ascolta.” Obbedì, perché non
poteva fare altro, Santana prese un profondo respiro e poi alzò la testa
guardandola, “Sai quando stavi con Artie?” Lei annuì,
“Sì” aggiunse, poi le prese le
mani, aveva bisogno di sentire la sua stretta. Santana non la deluse, le loro
dita si intrecciarono e la ragazza sospirò di nuovo,
“Ecco io ti ho detto che quello che
facevamo…”
“Non era tradire perché…” Iniziò
lei ma Santana la interrupe,
“E invece
lo è!” Lo disse con rabbia e lei ne rimase sorpresa, Santana non parlava mai
con quel tono, non a lei almeno, “Mi dispiace…” Disse subito la ragazza, “E’
solo che non voglio che tu stia con nessun uomo, non voglio che tu mi
tradisca!” Brittany era alquanto confusa, Santana le aveva assicurato che lei
non stava tradendo Artie e invece ora, con le lacrime
agli occhi, le diceva che non voleva che lei la tradisse con un uomo…
“Ma non
posso tradirti con un uomo! Me lo hai detto tu perché è tutto diverso e…”
“Io ti volevo, volevo
che fossi mia, così ti ho detto una bugia, ma…”
“Mi hai detto una bugia?” Le chiese
lei era perplessa e ferita, la ragazza aveva gli occhi pieni di lacrime e le
strinse le mani,
“Io… sì…” Brittany allontanò le
mani dalle sue e distolse gli occhi da quelli di Santana,
“Credo… credo di aver bisogno di
pensare…”,
“Brit…
io… mi dispiace tanto!” Lei la guardava, guardava le lacrime che le rotolavano
lungo il viso,
“Va bene… ma io devo pensare ora”
Vide che la ragazza annuiva,
“Sì, certo, hai ragione, ora vado…”
Si alzò dal letto e raggiunse la porta della camera, poi in un ripensamento si volto e la strinse, rapidamente, ma con intensità. La lasciò
andare e si allontanò senza voltarsi più.
Brittany la sentì
salutare i suoi genitori, poi udì la porta chiudersi.
Doveva pensare, perché la ragazza
di cui più si fidava al mondo l’aveva appena fatta stare male. La persona a cui
aveva consegnato il proprio cuore l’aveva ferita.
Santana fuggì dalla casa di
Brittany con il cuore che sembrava pesare più del doppio. L’aveva ferita, lo
sapeva, l’aveva letto nei suoi chiari e fiduciosi occhi blu. E se non avesse più voluto stare con lei? E
se avesse deciso di tornare da Artie o da qualsiasi
altro ragazzo?
Era stata una stupida! Non avrebbe
dovuto dirglielo! Scosse la testa, no, aveva dovuto,
lo aveva capito quando l’aveva vista ridere insieme a Puck,
era successo una settimana prima e da allora aveva avuto continuamente paura,
non poteva sopportare l’idea che la ragazza la tradisse, e per colpa sua lo
avrebbe fatto senza neanche sapere che quello era tradimento!
Santana raggiunse camera sua e
sbatté la porta della sua stanza, si guardò attorno, lì tutto parlava di
Brittany, dai disegni che la ragazza le aveva fatto e
che lei aveva appeso al muro agli abiti che aveva lasciato un po’ ovunque
sostenendo che così avrebbe potuto rimanere da lei tutte le volte che voleva. Si
gettò sul letto e da sotto il cuscino vide spuntare il pigiamino
che la ragazza indossava quando dormiva da lei. Lo prese aspirando il profumo
della ragazza. In un moto deciso schizzò verso il telefono,
doveva parlarle! Compose il numero poi si rese conto che non poteva, la
ragazza le aveva chiesto del tempo e lei non poteva negarglielo, non dopo quello che aveva fatto.
Forse sarebbe stato meglio non
mentirgli affatto, ma… ma lei la voleva! L’aveva
sempre voluta, era stata disposta anche a dividerla con Artie,
sapendo che avrebbe capito che solo lei, Santana, era la persona giusta per
lei! Ora però non ne era più tanto sicura, l’amava, di
questo non dubitava, ma era la persona giusta? Lei la meritava? Quante volte
aveva approfittato della sua innocenza? Non aveva fatto la stessa cosa quando
l’aveva voluta nelle Note Moleste?
Santana saltò cena, malgrado le proteste di sua madre, ma non avrebbe potuto
mangiare neanche i grissini che amava tanto, il suo stomaco era chiuso,
attanagliato dal terrore.
Aspettò fino a ben oltre
mezzanotte, guardando fissa il telefono, ma nulla, per
la prima volta da anni non diede la buona notte a Brittany, per la prima volta
da anni, la sua non fu l’ultima voce che udiva prima di addormentarsi.
Brittany arrivò a scuola e rimase un attimo interdetta, era curioso quanto fossero ampie le
porte ora che non aveva qualcuno accanto a lei mentre le attraversava.
Passeggiò per i corridoi e raggiunse gli armadietti, accanto al suo quello di
Santana, mentre lo sfiorava con le dita ripensò a quante cose importanti erano
successe proprio lì. Lì, Santana le aveva detto che
l’amava.
Sospirò,
“Cos’è che ti fa sospirare a quel
modo?” La voce cinguettante di Rachel la fece sobbalzare, “Dov’è la linguaccia
che ti porti sempre dietro?” Brittany la guardò confusa e lei si spiegò, “Dov’è
Santana?”, Sul viso di Brittany si dipinse il dispiacere e Rachel corrugò la
fronte,
“Ti chiederei se avete
litigato, ma è impossibile, voi non litigate mai, sta male?”,
“Ecco…” Si interruppe,
non sapeva se dirgli tutto, era quasi sicura che Santana si sarebbe arrabbiata,
era così gelosa della loro intimità… però c’era una cosa che la tormentava così
chiese,
“Rachel, cosa vuol dire manipolare?
Perché io credevo una cosa… ma forse mi sbagliavo… e
lo chiederei a Santana ma… ecco…”
“Manipolare? Beh significa
sfruttare il proprio ascendete su una persona per fargli
fare quello che si vuole…” Mentre parlava la ragazza sembrò capire qualcosa
perché sgranò gli occhi e chiese, “Chi ti ha detto questa parola?”
“Artie,
l’anno scorso, diceva che Santana mi manipolava e io gli ho detto che era vero,
perché pensavo si riferisse…” Rachel arrossì e alzò le mani,
“Ferma! Ho afferrato a pieno il
concetto!” Brittany la guardò in attesa e la ragazza
sembrò riflettere poi disse, “Sai abbiamo tutti i nostri desideri e per
raggiungerli a volte siamo disposti a fare qualsiasi cosa… manipolare le
persone è uno dei metodi…” Fece una smorfia poi si strinse nelle spalle, “Non è
una bella cosa, ma se penso a Santana…” E fece una seconda smorfia “Credo che
la sua si potrebbe definire una manipolazione a fin di bene, lei ti ama, ed è
così chiaro che l’ha capito persino Finn!” Fece una faccia alquanto eloquente
poi continuò, “E tu la ami, quindi, beh non voleva farti del male, solo non
sapeva cos’altro fare, ed era disposta a tutto pur di averti. Forse non ha
fatto bene, forse non era nel giusto, ma in amore si è spesso sciocchi e poi…
tutto vale in amore e in guerra!”. Brittany non aveva afferrato tutto ma annuì perché sentiva che la ragazza aveva ragione, perché di
una cosa era sicura, Santana l’amava e lei la ricambiava.
Non aveva voglia di andare a scuola
eppure dovette trattenersi dal correre nel cortile, aveva bisogno di vederla
aveva bisogno del suo sorriso, di sentire la sua mano stringere la sua. Era davanti
agli armadietti, i loro armadietti e parlava con Rachel, per la prima volta non
fu irritata nel vedere la Berry, non le importava di
lei, non ora che aveva finalmente davanti agli occhi Brittany. Poteva essere
che fosse diventata più bella durante la notte? Il suo cuore batteva veloce,
ricordava quando le aveva detto che l’amava, non aveva
battuto meno in fretta.
Si avvicinò lentamente e Brittany
la vide. Era sempre stato così per tutte e due, avevano una specie di sesto
sento, il Brit-radar così chiamava il proprio, riuscivano sempre a trovarsi, anche in mezzo alla folla,
riuscivano sempre a sapere quando l’altra entrava in una stanza, anche se erano
di spalle alla porta.
“Ciao…” Le disse, Rachel passò lo
sguardo da una all’altra perplessa,
“Bene io vado… ciao…” La
ignorarono, si stavano guardando, si stavano leggendo.
“Ti amo Brit…”
Le disse, forse non era giusto ma…
“Mi hai ferita.” Le rispose lei e
Santana tremò, Brittany non aveva ancora sorriso,
“Mi dispiace, non ti mentirò mai
più, io te lo prometto!”
“Non è per quello, cioè, quello non è stato carino, ma tutto vale in amore e in
guerra…” Santana sbatté le palpebre perplessa, non era per quello? E poi da
dove usciva fuori quella banalità sull’amore e la guerra, chi gliel’aveva potuta propinare?
“Non sei arrabbiata con me per la
bugia?” Chiese accantonando l’altra questione,
“No”, Va bene cosa aveva fatto per meritarsi la privazione del sorriso per cui
viveva?
“Brittany… cosa…” Iniziò ma la
ragazza aveva incrociato le braccia,
“Se tu mi
amassi come dici, non sospetteresti di me!” Le disse poi si allontanò
lasciandola lì, a bocca aperta. Improvvisamente capì, sì le aveva mentito, sì l’aveva manipolata e non era stato bello, ma
aveva fatto di peggio, non aveva avuto fiducia in lei, l’aveva vista ridere,
una volta, con Puck e aveva subito pensato che la
tradisse. E ovviamente la ragazza l’aveva capito in
meno di un secondo, perché Brittany le leggeva dentro. Si morse un labbro,
perché mai lei doveva essere così stupida?
Brittany scese nel capanno degli
attrezzi di suo padre e vi rovistò a lungo, quando ebbe trovato quello che
cercava tornò in camera sua. Poi con una certa soddisfazione usò l’attrezzo per
cancellarla via.
La mamma di Brittany le aprì la
porta con un sorriso,
“Brittany è in camera sua…” Santana
iniziò a salire le scale quando la donna aggiunse, “Fai attenzione, non so cosa
stia combinando, ma sembrava in vena distruttiva!” Lei rise, ma Santana non la
imitò, sentiva dei brividi correrle lungo la schiena.
Salì le scale con una lentezza
esasperante, lei che di solito le saliva a due a due
per arrivare più in fretta da Brittany.
Aprì la porta, la ragazza era seduta sul materasso e passava la mano lungo il legno ai
piedi del suo letto.
“Ciao…” La ragazza alzò la testa
nel sentirla,
“Ciao” Le disse forse un po’ troppo
secca,
“Sei ancora arrabbiata?” Le chiese
Santana come se la sua freddezza non fosse già un chiaro segnale,
“Un po’” Le rispose lei e Santana
sentì il suo cuore alleggerirsi ma la ragazza non aveva finito, “Lo sai perché
ho lasciato Artie?” Santana fece una smorfia, non ne avevano mai parlato dopo la volta che Brittany era venuta
in lacrime da lei, non era un argomento che Santana amava, era stato un brutto
periodo e lei lo voleva archiviare,
“Perché lui ha detto che eri
stupida…” Brittany scosse la testa sorprendendola,
“No, non è per quello, lui lo
crede, ma non è così.” Santana era in piedi davanti
alla porta fece un passo avanti, ma incrociando gli occhi feriti di Brittany si immobilizzò di nuovo.
“Sai cosa mi ha detto?” Non la
lasciò rispondere invece disse, “Ha detto che tu eri cattiva, che mi
manipolavi…” Santana trangugiò a vuoto, Artie aveva
ragione, lei era una brutta persona, “Lui si sbagliava e io gliel’ho detto, gli
ho detto che non sei una persona cattiva.” A quel
punto doveva essersi presa della stupida, comprese Santana per la prima volta.
Non disse niente però, Brittany aveva ancora qualcosa da dirle, “Io… credo che
volessi solo un motivo per lasciarlo, perché volevo solo te, anche quando tu
non mi volevi…” Santana aprì la bocca per dirle che non c’era mai stato quel
tempo, che lei la amava da quando l’aveva vista con le sue due treccine bionde, entrare nell’asilo, il primo giorno di
scuola, ma Brittany ancora una volta non la lasciò parlare,
“Io posso anche non capire alcune
cose, ma lo sapevo cosa stavo facendo quando stavo con
Artie e pensavo solo a te. Io Santana voglio solo te
e non mi importa della definizione di tradire, nessun
altro potrà mai piacermi, non in quel senso almeno. Perché
io ho te e mi basta.” Santana sentiva le lacrime scivolarle lungo il viso, non
vi bado, invece corse verso Brittany che la accolse tra le braccia
stringendola. Quando alzò lo sguardo per incrociarne
gli occhi notò che anche i suoi erano umidi.
“Ti amo San non devi mai dubitare
di questo, mai!” Le ordinò prima di baciarla dolcemente.
Santana era sdraiata sul letto,
Brittany dormiva ora, i capelli erano l’unica cosa che la copriva e lei osservò
il suo corpo illuminato solo dal debole chiarore proveniente dalla luna sorta
alcune ore prima. Sul suo volto c’era ancora l’accenno di un sorriso. Le passò
delicatamente la mano sulla spalla e la sentì sospirare, fu sul punto di
svegliarla, la desiderava ancora, malgrado le lunghe
ore in cui si erano dedicate una all’altra.
Si trattenne e invece si alzò per
prendere un bicchiere d’acqua, sapeva che Brittany avrebbe avuto sete, si
svegliava sempre per la sete di notte e quella sera erano
state troppo impegnate per preparare il solito bicchiere. Mentre passava
vicino al letto notò un particolare, solo allora ricordò come la mano di Brittany
avesse accarezzato quel pezzo di legno per tutto il tempo in cui avevano parlato, o meglio in cui Brittany aveva parlato e
lei ascoltato. Lì dove prima c’erano una lunga fila di incisioni,
indicanti tutti gli amanti di Brittany ora c’era solo il legno liscio e una
scritta: SAN.
Note
Piaciuta?
Era da un bel po’ che consideravo
necessaria una bella confessione di Santana sull’argomento tradire. Perché ok la teoria del: non
tradisci perché io sono una ragazza, andava bene quando Brittany stava con Artie, ma poi quando le cose cambiano la “genialata” diventa piuttosto scomoda!
Quindi
ecco fatto! ;-)
Piaciuta Rachel? Per una volta
niente Quinn perché mi sembrava più nelle corde della
Berry…
Grazie a tutti perché se già
scegliete di leggerla tra tutte quelle che vengono
pubblicate per me è già un complimento!!
Ciao ciao