Tempo per la polvere

di Achamo
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Tempo per la polvere



Attendo seduta al banco di scuola, nel mio quotidiano silenzio, un uomo che porta un vecchio Borsalino castano e che si impegna ad insegnarmi la matematica.
‘È un vecchio ritardato, quello!’. Lo deridono perché è un professore bizzarro.
I miei compagni si divertono nel non vedere la sua sagoma varcare la porta dell’aula. Ormai sono anni che arriva in ritardo, ma nessun altro esclusa me conosce la ragione di quell’attesa.
Posso vederlo ogni mattina dal lurido finestrino dell’autobus attendere ansioso, osservando a destra e a sinistra, quell’omino nero, custode del cimitero.
Attende silenziosamente, nel gelo, di poter baciare la sua amata moglie che da anni riposa in quel luogo tetro.






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