Svarionamenti di
una studentessa del classico che prova a farsi piacere chimica xD
N.B: testo postato alle 3.56 di notte, dopo che la scrittrice
è tornata da ballare. Questo vi dovrebbe fare più
o meno capire cosa state per leggere!
Spero comunque che vi diverta :)
Silvia
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Zamp!
Una
scossa di energia, un lampo abbagliante.
L'Elettrone
venne sbalzato fuori dalla sua casa, in un mondo nuovo e sconosciuto.
Non
osava guardarsi intorno, non osava cercare una spiegazione a quello
strano fenomeno. Era spaventato, e sudava copiosamente.
Aveva
sentito di altri Elettroni sfrattati in quel modo, da un momento
all'altro, ma non avrebbe mai creduto che sarebbe capitato a lui. Non
aveva mai dato fastidio a nessuno!
Aveva
sempre abitato – bello tranquillo tranquillo – nel
livello 6s, da
solo, in pace.. E adesso dov'era? Perché a lui?
Aveva
tanta paura!
Si
guardò timidamente intorno: il nero più totale.
Poi, venne attratto
da qualcosa.
Venne
trascinato in avanti. Veloce, veloce, sempre più veloce.
E
infine lo vide.
Bello!
Laggiù
in fondo, quella sfera calda, di un bel arancione. Un nucleo,
il più bel nucleo che avesse mai visto.
Voleva
raggiungerlo! Agognava il suo abbraccio caldo. Voleva confondersi fra
i protoni e i neutroni. Avrebbe sopportato volentieri il loro stile
di vita frenetico, i loro modi freddi e affaccendati, lo smog, il
rumore.. lo avrebbe sopportato pur di trovarsi lì.
Provò
a raggiungerlo, ma due Elettroni gli sfrecciarono davanti –
uno
girava da una parte, l'altro dall'altra – e lo guardarono
storto.
“Sta
attento!” Gli gridò uno di loro.
Oh
no! Era tutto così, per una distanza che gli parve infinita.
C'erano
un sacco di Elettroni che rotolavano su delle orbite, alcune molto
semplici – come lo era stata la sua casa – altre
molto complesse
e dalle forme improbabili.
Non
avrebbe mai raggiunto il nucleo, con tutta quella gente in mezzo.
Era
un nucleo bellissimo, ma distante.
D'un
tratto si sentì infinitamente triste e solo.
Che
fortuna nascere protone, non si è costretti ad una vita di
vagabondaggi.
Non
gli restò che accettare il proprio destino, e cercare una
nuova
casa. Forse, con il tempo, si sarebbe ricostruito una vita..
“Scusate,
posso?” Chiese a due Elettroni, che rotolavano su un'orbita a
forma
di 8.
Uno
di loro lo guardò corrugando le sopracciglia. “Ma
non vedi che
siamo già in due?! Va' da un'altra parte!”
Rimase
spiazzato da quella risposta, poi si allontanò a capo chino.
Non
provò neanche a chiedere ad altri Elettroni. Vide che erano
già
tutti sistemati a due a due, e che lo guardavano con diffidenza.
Scorse,
in lontananza, un orbitale vuoto, e lo raggiunse.
Come
mise piede su di esso, incominciò a rotolare.
Chissà
se sarebbe mai arrivato un amico, in quell'orbitale così
fuori
mano..
Guardò
con tristezza il nucleo lontano. Così bello e caldo.
E
sarebbe per sempre rimasto un sole irraggiungibile nel suo cielo.
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