Per l’ispirazione si ringrazia quel sant’uomo di Alfonso Cuaròn (alias mio marito ^^) … ^_-
Dedicata a Giuggy, che mi allieta sempre le giornate con le
sue fanny uniche al mondo, e io non saprò mai ringraziarla abbastanza…però ci provo!
^_- E dedicata anche a Kim, che oltre a essere una
grande autrice è anche un’amica dolcissima… vi voglio un mondo di bene! ^________^
SOMEDAY
Someday when I'm awfully low
When the world is cold
I will feel a glow just thinking of you
And the way you look tonight.
Oh, but you're lovely with your smile so warm
And your cheek so soft
There is nothing for me but to love you
Just the way you look tonight
The Way You Look Tonight, Tony
Bennett
***************
Ron tirò su il manico della scopa per rallentare la sua
discesa sfrenata, e curvò a mezzaria a poca distanza da un grosso ramo
d’albero. Si fermò per riprendere fiato… era in volo da quasi un’ora, e non
aveva fatto altro che schizzare da una parte all’altra dello spazio aereo di
Hogwarts. Da lassù riusciva quasi a vedere i comignoli fumanti delle case di
Hogsmeade, dove tutti i suoi amici e compagni stavano passando un weekend
all’insegna della protezione più assoluta. Avrebbero dovuto andarci anche loro…
Asciugandosi con una manica la patina di sudore che gli
ricopriva la fronte, Ron sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Una volta, quando
era più piccolo, volare di nascosto era la soluzione a tutti i suoi problemi…
senza gli occhi indiscreti di nessuno lui riusciva a dare il meglio di sé,
andava velocissimo e si sentiva bene… perché questo non funzionava più proprio
ora che ne aveva bisogno?
Forse per lo stesso motivo per cui parlare con Harry era
diventato così difficile. Forse per lo stesso motivo per cui, dopo il suo
ennesimo tentativo di offrirgli una spalla, si era sentito urlare addosso che
non ne capiva niente della verità delle cose… per lo stesso motivo per cui si
sentiva il migliore amico più inutile della terra. E stavolta una semplice
svolazzata non gli poteva risolvere il resto di niente. Tanto valeva scendere
di nuovo a terra.
Ron atterrò piuttosto bruscamente, e smontò dalla scopa
prima di cadere, barcollando per qualche passo. Sbuffando con se stesso per la
sua inettitudine, prese in mano la scopa e si voltò per dirigersi verso il
portone di Hogwarts… quando uno strano piccolo rumore attirò la sua attenzione.
Si voltò lentamente, cercando di individuare la fonte e soprattutto la natura
del rumore… sembravano singhiozzi. Non erano forti, anzi, quasi soffocati… ma
si sentivano bene. Ron si allontanò di qualche metro dalle mura di Hogwarts e
si diresse verso il lago…
Hermione.
Avrebbe dovuto sapere che era lei.
Ron sospirò enormemente e rimase in silenzio a guardarla; era
seduta in riva al lago con le ginocchia strette al petto e singhiozzava piano,
asciugandosi ogni tanto gli occhi con un fazzoletto che stringeva forte nella
mano. Forse aveva bisogno di restare da sola a sfogarsi un po’… o forse aveva
bisogno di un amico. Grandioso, l’ideale…
Queste erano situazioni in cui Harry forse sarebbe stato utile… Ginny,
magari. Ma non lui… lui non era un buon amico, nonostante i suoi continui
sforzi si rendeva conto di non esserne capace.
Però…
Quando era piccolo e piangeva una cosa sola lo faceva
smettere… un abbraccio amorevole di sua madre, una pacca sulle spalle dei suoi
fratelli… forse Hermione aveva bisogno della stessa cosa. Forse lui poteva fare
almeno un tentativo… così avanzò fino a raggiungerla e le sedette accanto in
silenzio, posando la scopa alla sua sinistra.
Hermione singultò piano e si asciugò il naso con la manica
del maglione. “Che ci fai qui?” chiese a bassa voce, rauca per il pianto.
Ron scrollò le spalle, prendendo distrattamente fra le dita
un filino d’erba. “Avevo voglia di prendere un po’ d’aria.”
Hermione annuì e rimase in silenzio per qualche secondo.
“Pensavo… che alla fine te ne fossi andato con Seamus e Dean.”
“Nah… non ne avevo più voglia.”
“Già.”
“Si.”
Hermione tirò su col naso e per un attimo nascose il viso
fra le mani. “Ron, che ci sta succedendo?” sussurrò. Lui la guardò. “Credevo
che la nostra amicizia fosse più forte di così… possibile che Harry non voglia
più il nostro aiuto?”
Ron fissò con una falsa attenzione il lago. “Forse non gli
piace il modo in cui vogliamo aiutarlo… forse non è colpa sua, ma nostra.”
“Ma che altro dobbiamo fare?” Hermione sembrava più
sconfitta che amareggiata. “Ci tiene a distanza… l’hai sentito che ci ha urlato
dietro prima, no? E’ come se pensasse che non siamo più all’altezza.”
Ron prese un piccolo sasso da terra e lo gettò nel laghetto,
osservando il punto in cui era caduto. “Abbiamo provato a stragli vicino in
tutti i modi possibili, giusto?” mormorò. “Beh, tanto vale… continuare a farlo.
Forse non ci dobbiamo arrendere. Prima o poi lo capirà che noi ci siamo sempre
per lui. Chi può dirlo, magari… magari ha bisogno di vederlo coi suoi occhi.”
“Non ha ancora superato la morte di Sirius, questa è la
verità.”
“…probabilmente è cosi.” Ron tirò un altro sassolino e poi si voltò a guardarla con una pallida
imitazione di un sorriso sulla faccia. “Con tutti i libri che ci sono al mondo,
potevano anche sprecarsi a fare un manuale del perfetto migliore amico, no?”
Hermione fece un piccolo sorriso malinconico. “Finora non ne
abbiamo mai avuto bisogno.”
“Credi che gli passerà un giorno?” Ron la guardò
timidamente. “Voglio dire… credi che Harry tornerà a fidarsi di noi e a
raccontarci tutto?”
“Lo spero tanto.” Hermione sospirò e tirò su col naso. “Ma
ho la sensazione che dovremo fare noi il primo passo. E anche se ti confesso
che la cosa non mi attira per niente… io credo che lo dovremo affrontare, e
forse finiremo anche col litigare per questo… però alla fine la cosa importante
è riprenderci il nostro Harry.”
Ron annuì, tirando un grosso respiro a sua volta. “Possiamo…
possiamo non farlo oggi? La litigata di prima è stata già abbastanza, no?”
“Si, sono d’accordo… neanche io sono dell’umore giusto.”
Hermione si morse le labbra e lo guardò esitante. “Che stavi facendo prima?”
“Io? Ehm… volavo.” Ron si grattò la nuca, sentendosi
improvvisamente un po’ in imbarazzo. “Sai com’è… in genere mi rilassa. In
genere.”
“A me fanno lo stesso effetto i libri.” Disse tranquilla
lei.
“Oh, andiamo.” Lui fece una smorfia. “Non puoi paragonare i
libri al volo.”
Hermione inarcò un sopracciglio in quel solito modo che
indicava burrasca in arrivo. “Ci risiamo con gli atteggiamenti infantili…
Ronald Weasley, te l’ha mai detto nessuno che in questo mondo siamo tutti
diversi e così pure i nostri gusti?”
“Non sto dicendo che i libri non ti devono piacere, dico
solo che c’è una differenza enorme con la sensazione splendida che ti dà
volare…leggere non ti dà la stessa adrenalina.”
“Non ne sono convinta.” Rispose scettica lei.
“Questo perché non hai mai volato.”
“No, non è vero.” Hermione si passò un ciuffo di capelli
dietro l’orecchio. “Dove le metti tutte le lezioni al primo anno? E…”
“Le hai interrotte al secondo anno, prima ancora di Natale.”
Ron la guardò con le labbra increspate in un’espressione divertita. “Quando hai
rischiato di sfracellarti al suolo e Harry ti ha salvata all’ultimo secondo. Te
lo ricordi?”
Hermione arrossì leggermente e nascose il viso fra le
ginocchia. “Non è necessario entrare nei dettagli.” Borbottò.
Ron ridacchiò piano e si grattò il naso col dorso della
mano. “Fifona.”
Hermione lo guardò inorridita. “Io non ho paura!”
“Provalo!” Ron assunse un’aria provocatoria e divertita.
“Vieni a volare con me.”
Hermione aprì e chiuse la bocca più volte, non sapendo bene
cosa dire. “…ah…io…”
“Si?” Ron fece un insopportabile sorrisetto e incrociò le
braccia sul petto. “Tu cosa? Te la fai sotto?”
Hermione si accigliò. “Verrò a volare con te quando vorrai.”
Disse tagliente.
“Perfetto.” Ron balzò in piedi, prendendo la sua scopa e
porgendole la mano. “Andiamo.”
“Cosa?!” fece Hermione, spalancando gli occhi. “Adesso?!”
“Si, proprio adesso.” Il sorriso di Ron divenne ancora più
beffardo. “Cosa c’è, hai appena detto che non ci sono problemi…”
Hermione ingoiò con difficoltà e mise timidamente la mano
nella sua, alzandosi in piedi a sua volta. Ron sorrise e inforcò la sua scopa,
sistemandola per salirci sopra, quando la sentì mormorare qualcosa a bassa voce
e le guardò con aria interrogativa. “Ho detto…” Hermione tirò un sospiro
tremulo. “…va bene, hai vinto tu. Ho paura.”
Ron si fermò. Normalmente sentirle dire una cosa del genere
gli avrebbe fatto provare un moto di orgoglio sconfinato… ma in fondo lui non
la voleva portare a volare per farla terrorizzare, aveva davvero buone
intenzioni… forse per una delle prime volte nella sua vita. “Di cadere?” le
chiese piano, e lei annuì. “Non ti faccio cadere… puoi fidarti di me.”
Hermione gli fece un piccolo sorriso. “Io mi fido di te.”
Lui fece un sorrisetto soddisfatto e le fece cenno di
sedersi alle sue spalle. “Monta su, allora. Ti farò vedere che non esiste
niente di più emozionante di un volo fatto come si deve.”
“…ok.” Ancora leggermente titubante, Hermione salì sulla
scopa e subito si strinse ai fianchi di Ron, inspirando come se volesse tirare
una boccata d’aria prima di trattenere il respiro.
“Si parte.” Ron diede un colpetto coi piedi e la scopa si
sollevò in aria di un paio di metri, e subito Hermione si strinse di più a lui.
Ron arrossì leggermente nel sentirla tutta così…schiacciata contro di lui, ma non gli diede alcun fastidio, anzi…
“Ti prego, vai piano.” Mormorò lei, con la voce più stridula
del solito.
“La vuoi smettere di preoccuparti?” Ron scosse leggermente
la testa – più che altro per non stare troppo a pensare a quanto stavano
stretti su quella scopa – e serrò bene fra le mani il suo manico. “Adesso
facciamo sul serio!” urlò un istante prima di spronare
la scopa.
Hermione strillò e nascose la faccia nella schiena di Ron
quando la scopa schizzò in avanti e si proiettò in un volo affatto lento oltre
l’ingresso del parco di Hogwarts. Ron rise nel sentirla così terrorizzata per
così poco… proprio lei, una Grifondoro per eccellenza, che aveva superato ogni
genere di prove e ostacoli si lasciava spaventare da un po’ di velocità. Per
dirla tutta, non era affatto male sentirla aggrappata a lui come se fosse la
sua unica possibilità di salvezza…
“Rallentaaaaaaaaa!!!!!!!!!” urlò lei.
“Non se ne parla nemmeno!” le urlò di rimando lui, voltandosi
per un secondo e alzando la voce per farsi sentire. “E’ questo il bello!”
“Non è bello, è rischioso!!” strillò ancora lei.
“Hai detto che ti fidi di me!” urlò deciso lui. “Se ti fidi
perché hai così tanta paura?!”
Hermione allentò appena un po’ la stretta attorno ai suoi
fianchi e provò ad allontanare la faccia dalla sua schiena.
Ron sorrise fra sé e sé. “Coraggio, goditi questa sensazione
di libertà!”
Ron fu fedele alla sua parola e non rallentò, ma dopo un po’
Hermione scoprì che la sensazione del vento sferzante in faccia non le dava
così tanto fastidio… al contrario, cominciava a essere piacevole. Era quasi
come se potesse spazzare via per un po’ i suoi pensieri… lontano dal suo cuore
e dalla sua mente, seppure per un momento solamente… lui la sentì sempre più
rilassata alle sue spalle, e quasi sogghignando spronò la scopa ancora un po’.
Sorvolarono tutto il parco di Hogwarts due volte, quindi puntarono dritti allo
stadio – dove Ron si prese la soddisfazione di volare basso sulle tribune
urlando ‘Grifondoro Campione dell’Anno’ – e poi giù, in picchiata a fare lo
slalom fra alberi che circondavano il lago.
“Giù la testa!” urlò Ron, un secondo prima di trovarsi
faccia a faccia con un ramo più basso degli altri.
Hermione lanciò un piccolo strillino e gli obbedì, ma a
ostacolo evitato si rimise subito su dritta. “E’ da pazzi, lo sai, vero?”
Ron rise, senza neanche pensarci a rallentare. “Si!” ancora
una volta dovette urlare per farsi sentire. “Ma è proprio per questo che è
fantastico!”
Hermione lanciò un altro strillino e si nascose di nuovo con
la faccia nella schiena di Ron quando vide che stavano scendendo in picchiata
dritti nel lago. Strinse forte gli occhi e mentalmente si preparò all’idea che
avrebbero fatto un gran tuffo nel profondo lago blu… ma proprio quando mancava
un centimetro alla superficie d’acqua, Ron tirò su con forza il manico e la
scopa si rimise rapidamente in orizzontale.
“Whoohoo!!” Ron non fece sollevare neanche di un millimetro
la scopa dall’acqua, tanto che dovettero alzare i piedi per non bagnarseli.
Hermione trovò il coraggio di alzare la testa e aprire gli
occhi: … per quanto pericoloso potesse essere, era innegabile che era una
sensazione unica. Il vento sferzava con forza contro il suo viso, scompigliandole
i capelli, e l’acqua s’increspava sotto i loro piedi, facendo trasparire il
loro riflesso schiarito dall’ultimo raggio del sole in tramonto, e tutto era
così… limpido e distante dal resto del mondo… senza quasi rendersene conto,
Hermione si sporse alla sua destra – tenendosi sempre saldamente a un fianco di
Ron – e riuscì a toccare il lago con le dita.
Ron fece un largo sorriso sentendo i suoi strillini vispi e
spronò ancora di più la sua scopa, facendo il giro del lago in lungo e in largo
e ridendo quando lei gli schizzò la faccia con le dita bagnate. Quando ebbero
sorvolato il lago abbastanza, Ron si rialzò a quota più alta e rallentò di
parecchio, andando a una velocità che gli permetteva di voltare la faccia per
parlare con lei senza rischiare di andare a sbattere da qualche parte.
“Allora?” le disse ad alta voce. “Sei ancora convinta che
volare non sia il massimo?”
“E’ liberatorio!” ammise Hermione, scansandosi i capelli
dalla faccia.
“Bene, visto che ora ti sei sciolta… che ne pensi di
portarci tu?”
“Che?!?”
Ron ridacchiò e si diresse verso una grossa quercia. “Devi
provarci tu adesso!”
“Sei pazzo?!” urlò Hermione. “Io non sono capace di volare,
lo sai! Ci schianteremo dopo un secondo!”
“E piantala, io sono dietro di te!”
Ron non volle sentire scuse, e quando fu abbastanza vicino a un ramo robusto
della quercia si fermò a mezzaria. “Dai, metti i piedi sul ramo e dammi le
mani…”
“No, Ron, per favore…” lo supplicò Hermione. “Dico sul
serio, non mi piace!”
“Non ti piaceva neanche l’idea di volare, e invece poi ti è
piaciuto.” Ron si voltò e le staccò le mani dai suoi fianchi. “Avanti, scendi
con calma…metti giù prima un piede e poi l’altro…” lei rimase immobile, e lui
si accigliò. “Che fine ha fatto la tua fiducia in me?”
Hermione sospirò e si morse le labbra…e dopo un ultimo
attimo di esitazione mise entrambe le mani nelle sue e scavalcò lentamente la
scopa, restando seduta all’amazzone. Strinse forte le mani di lui nelle sue,
quindi provò ad allungare un piede fino ad appoggiarlo con molta cautela sul
ramo.
“Bene, e adesso l’altro.” La incitò lui, tenendola
saldamente.
“Ma non facevamo prima a scendere a terra?” brontolò
Hermione, mentre metteva giù anche l’altro piede, senza nemmeno pensarci a
lasciare le mani del suo amico.
“Mi saresti scappata facilmente coi piedi a terra.” Ron
ridacchiò, quindi riuscì a liberarsi una mano – nonostante le proteste – e
impugnare la scopa per scendere di qualche centimetro e renderle più facile la
risalita. Quindi si fece un po’ indietro. “Monta su.”
Hermione si strinse forte alle sue mani e provò ad allungare
una gamba. Ron le facilitò il compito tirandola all’improvviso in avanti, e lei
lanciò uno strillino ma si ritrovò seduta a cavalcioni sulla scopa proprio come
doveva stare. Ma naturalmente…
“Ronald Weasley!!”
Ron rise forte. “Che fifona…”
Hermione s’incupì. “E’ la seconda volta che mi dai della
fifona oggi.”
“E che vuoi fare, farmi cambiare idea a suon di ceffoni?”
disse lui, ridendo.
Lei sorrise fra sé e sé e impugnò saldamente il manico di
scopa…e senza alcun preavviso lo puntò verso il basso, facendo schizzare la
scopa in avanti.
“Ehi, ehi!!” Ron si aggrappò ai suoi fianchi al volo. E un
attimo dopo si rese conto che… stava tenendo fra le mani i fianchi della sua
amica Hermione.
…per la barba di
Merlino…
“Allora, chi è la fifona?!” Hermione si voltò completamente
per guardarlo in faccia.
“Hermione, avanti!! Guarda avanti!!”
Lei subito si voltò e capì il motivo del terrore: davanti a
loro c’era proprio l’unico albero che dovevano evitare…
“E’ il Platano Picchiatore!!” urlò Ron. “Evitalo, evitalo!!”
Hermione lanciò uno strillino e cercò di muovere il manico
di scopa senza grossi risultati, e in quello stesso istante uno dei grossi rami
del Platano si spinse in avanti con forza. Ron afferrò la scopa con entrambe le
mani e sterzò bruscamente alla sua destra, evitando il ramo che sfiorò la loro
coda, ma un attimo dopo dovette puntare rapidamente prima giù e poi su per
scamparla ad altri due rami infuriati. Quando finalmente furono fuori dalla
portata del Platano, Ron fermò la scopa a mezzaria e tirò un sospiro di
sollievo.
“…oddio…” mormorò in un soffio Hermione. “…ti rendi conto
che stavo per farci ammazzare?”
Ron non potè farne a meno: a dispetto del pericolo appena
corso, della tristezza che non lo aveva abbandonato un attimo dall’inizio
dell’anno scolastico e del buonsenso che al momento gli mancava abbastanza…
scoppiò a ridere forte.
Hermione si voltò a guardarlo inorridita. “Ma…ridi?!”
Ron rise ancora di più, tenendosi lo stomaco. “…sei più
pericolosa…con una scopa in mano… che con una bacchetta!” riuscì a buttare
fuori tra le risate.
Hermione rimase a fissarlo a bocca aperta ancora per qualche
secondo, quindi involontariamente sentì le labbra che si distendevano in un
sorrisetto… che divenne un sorriso… che degenerò in una risata piena.
E passarono buoni due minuti lì fermi, a mezzaria sulla
scopa, a ridere forte come non facevano da mesi.
Ron cercò di calmarsi e si rimise in posizione eretta,
appoggiandole le mani sui fianchi. “…eh eh… ci vuoi riprovare?”
Hermione tornò seria, e sorrise leggermente. “Mi sa che è
meglio se lasciamo perdere.”
“No, non è vero…”
“Ron, io non sono capace di volare, e te ne ho appena dato
l’ennesima prova.”
“Hai fatto solo una partenza un po’ più brusca.” Le disse
rincuorante lui. “E poi sei tesa come una corda di violino, se non ti rilassi
un po’ non ce la farai mai.”
Hermione chiuse gli occhi e inspirò profondamente, buttando
fuori l’aria un momento dopo.
“Ecco.” Ron le prese le mani da dietro e gliele fece
appoggiare sul manico. “Non la stritolare questa povera scopa, non ti ha fatto
niente… rilassa le mani…così. Non ti fissare sulla teoria… dai retta al tuo
istinto.”
Hermione fece un mezzo sorrisetto. “Cioè ti porto più in
alto che posso e ti buttò giù nel lago?”
“Se si può evitare questa parte, grazie mille.” Ron le
riportò le mani sui fianchi. “Dai, parti.”
Hermione annuì una volta e spinse leggermente in giù la scopa…
stavolta fu una partenza più morbida, anche se un po’ lenta, ma almeno non si
stava schiantando ancora contro niente. Dopo qualche minuto passato a prendere
confidenza col manico, Hermione scoprì di voler andare un po’ più veloce… e
quando aumentò la velocità – anche se in modo moderato – provò di nuovo la
bella sensazione del vento in faccia. Sorridendo, spronò ancora un po’ la scopa
fino a raggiungere una velocità decente.
“Perfetto, vedi?” fece fiero Ron, sorridendo largamente e
continuando a tenersi ai suoi fianchi. “Non era poi così difficile.”
“Questo perché ci sei tu dietro di me!” fece Hermione ad
alta voce. “Da sola non ce la farei mai.”
“Nah, io non sono così bravo a volare…Harry è quello giusto,
non io.”
Hermione sentì una leggere punta di amarezza nel suo tono di
voce, e gli lanciò un’occhiata di sbieco. “Ron, tu non vali meno di Harry… e
non hai bisogno di cercare il confronto con lui o con i tuoi fratelli, tu sei
te stesso ed è per questo che sei speciale.”
Ron scrollò le spalle. “Si, beh… Harry vola dieci volte
meglio di me, ma non è che sono geloso, no, è solo che…”
“Con Harry non ci sarei venuta oggi.”
Ron si bloccò. “Come?”
Hermione continuò a
volare. “Non sarei venuta a volare con Harry… non mi rassicura per
niente il modo in cui vola, è pericoloso e manca completamente di cautela e
prudenza. Invece con te…” Hermione esitò, quindi voltò un po’ il viso
arrossato. “… con te mi sento al sicuro, so che non mi farai cadere. E poi mi
fai rilassare.”
Ron rimase in silenzio, ma le orecchie gli si arrossarono e
un sorrisetto allegro comparve sulle sue labbra. “Prova ad andare più in alto,
dai.” Le mormorò, leggermente impacciato.
Hermione annuì e tirò verso di sé la scopa, puntando alle
guglie delle torri di Hogwarts. Ron l’aiutò ad evitare la cima appuntita di una
torre, quindi si librarono ancora più in alto, da dove si poteva vedere tutto
il castello di Hogwarts col parco e lo stadio. Hermione sorrise e socchiuse gli
occhi per sentire il vento in faccia, e rallentò leggermente la sua andatura.
“Siamo altissimi!” squittì.
Ron annuì. “Guarda quanto sembra lontana Hogwarts!”
Hermione sospirò pesantemente. “Magari fossero così lontani
anche i nostri problemi… e la guerra…”
“Un giorno sarà così.” Il tono di Ron era speranzoso. “Un giorno
la guerra sarà solo un brutto ricordo… prima o poi arriverà quel giorno, mio
padre lo dice sempre.”
Hermione si morse le labbra e strinse forte le mani sulla
scopa. Il solo pensiero di poter smettere di vivere ogni giorno nell’angoscia e
nella paura, di poter cominciare a vivere,
le faceva sentire il cuore gonfio di emozioni… e senza preavviso si appoggiò
alle sue spalle a Ron, che istintivamente divenne tutto rosso. “Dillo di nuovo,
Ron.”
“Ehm…c-cosa?”
“Che la guerra finirà un giorno.” Hermione fece un sorriso
stanco. “Che avremo tutti una vita normale, che tutto cambierà, che Harry
troverà la sua pace… dillo ancora che arriverà quel giorno, ti prego…”
“Certo… certo che quel giorno arriverà. La vita è ingiusta,
ma non fino a questo punto.”
Erano solo le speranze di un ragazzo sedicenne, e questo
Hermione lo sapeva, ma lui sembrava così sicuro, così tranquillo e fiducioso,
che quel peso che si sentiva sul cuore da mesi sembrò farsi più leggero per un
momento. Ron aveva moltissimi difetti… ma conservava un ottimismo che a volte
poteva sembrare fuori luogo, ma che nella realtà bilanciava perfettamente la
tristezza che quei tempi avevano portato in quantità a tutti. C’era un gran
bisogno di gente come lui in un momento simile.
Il sole era già tramontato da un pezzo quando ritornarono a
terra, ed erano visibili le prime stelle nel cielo ormai quasi scuro. Ron si
occupò di far atterrare la scopa, quindi smontò per primo e offrì una mano a
Hermione per aiutarla.
“Beh, allora?” Ron s’incamminò con la sua scopa in mano, al
fianco della sua amica. “Pensi ancora che leggere sia meglio di volare?”
Hermione fece un sorrisetto e si scansò i capelli dalla
faccia. “Un buon volo equivale a un buon libro.”
Ron alzò gli occhi al cielo. “Ma per favore…” brontolò,
trascinandosi la scopa dietro.
Hermione ridacchiò, e continuarono a parlare del più e del
meno finchè non arrivarono davanti al portone di Hogwarts, dove si fermarono.
“Si ritorna alla nostra vecchia vita coi piedi per terra…”
Ron fece una smorfia. “Mmh…”
“Però…” Hermione fece un piccolo sorriso e lo guardò. “Dobbiamo
solo tenere duro e aspettare quel giorno… quando arriverà la pace per tutti.”
Ron annuì e sorrise a sua volta. “Già.”
Hermione si guardò un attimo i piedi. “E… quel giorno avremo
un po’ di tempo per… pensare a noi stessi, vero?”
Ron si grattò la nuca e guardò oltre. “Si… abbiamo i nostri casini
personali ancora da sistemare, no?”
Hermione annuì. “Un giorno rimetteremo tutto apposto.”
Ron si ciondolò sui piedi, quindi fece un piccolo sorriso
timido. “Speriamo che arrivi presto questo giorno, eh?”
“Si.” Hermione sorrise. “Grazie, Ron… ho passato un
pomeriggio stupendo insieme a te.”
“Si?” Ron fece un sorrisetto. “Anch’io sono stato be…” ma
non potè finire la frase, perché si ritrovò le braccia di Hermione attorno al collo
e le sue labbra morbide contro la sua guancia.
Oddio.
Oddio.
Oddio.
“Grazie per essere mio amico.” Gli sussurrò timidamente lei,
facendosi indietro. “Sei il migliore.”
Ron era del colore dei suoi capelli. Si tastò leggermente la
guancia, poi vedendola sorridere si sforzò di tornare in sé e si schiarì la
voce. “Si, uhm… gra-grazie, anche…cioè…”
“Si, si, ho capito.” Hermione si voltò e spinse una delle
grosse porta della scuola, sorridendo mentre spalancava il portone.
“Hermione?”
“Si?”
Ron fece un piccolo sorriso e si grattò il naso. “Sono stato
benissimo anch’io oggi.”
Hermione avvertì il proprio cuore mancare un battito nel
sentirlo ammettere una cosa simile, e si limitò a sorridergli e riprendere a
camminare al suo fianco verso la porta centrale del castello. Ne avevano di
problemi nella loro vita… ma avevano anche tanto coraggio per fronteggiarli. E sapevano di avere sempre una spalla a disposizione nei
momenti di difficoltà. Per tutto il resto, tutto
il resto… ci sarebbe stato tempo, dopo. O magari un po’ prima. La loro fetta di felicità era solo in attesa di essere ricevuta, questo
era sicuro… e forse l’ottimismo di Ron era proprio ciò di cui avevano bisogno…perché
sarebbe arrivato anche il loro momento.
Un giorno.
*** The End ***
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