Agli interessati: questa storia sta venendo completamente riscritta e riadattata come originale, dal titolo I bambini di Shi'ran.
[Prima pubblicazione: 13 04 2007]
[Ultima revisione: 26 09 2010]
Prefazione
E' difficile entrare nel Ludus.
Questo Mondo è il Nostro Mondo.
E il Nostro Mondo è diviso in Regiones.
Ogni Regio possiede un proprio governo indipendente dagli altri: quella
in cui noi viviamo è la Ignis Regio, la regione del fuoco.
Capitale della Ignis Regio è Folii Pagus, una megalopoli che
si estende per centinaia e centinaia di chilometri, al suo centro. Il
suo governo è formato dai Philosophi: una ventina di loro
costituiscono il Summus Globus, la cui maggiore autorità
è l'Ignis Umbra - un Philosophus da loro eletto ab vitam.
A dire il vero, noi cittadini comuni non sappiamo granché
del nostro governo, non abbiamo mai avuto la volontà di
saperne di più, poiché non ci ha mai guidato
verso sciagure o disgrazie.
E ci è stato insegnato a fidarci.
A fidarci di loro: dei Philosophi.
E così noi ci fidiamo.
Eppure ci sono alcuni di noi che sanno, sono su un gradino
più in alto: sono i Custodes, le guide dei combattenti, i
Bellatores, ovvero la maggior parte di noi, gente comune, gente
normale. Gli altri sono mercanti, o contadini: persone di poco conto,
che portano avanti la Regio - ed il governo non manca mai di ricordarlo
a noi tutti.
I Custodes sono l'anello che collega i normodotati ai Philosophi.
E' molto difficile entrare nel Ludus.
Quando un bambino dell'Ignis Regio nasce, viene sottoposto ad una
visita medica, che se lo conferma di costituzione non debole lo iscrive
all'esame del Ludus: si terrà sei anni dopo.
Per coloro che sono stati considerati deboli da neonati c'è
una seconda visita, a quattro anni, mai che si siano irrobustiti con lo
scorrere del tempo.
Per chi non entra al Ludus, quelle saranno le uniche visite a cui si
sottoporrà mai.
I bambini vivono i primi sei anni di vita con i genitori, che sono
tenuti ad educarli alla disciplina, alla matematica basilare ed allo
scrivere; e, soprattutto, sono tenuti a non far parola ai figli del
Ludus.
Nel primo mese dell'anno in cui compieranno sei anni, i piccoli vengono
letteralmente strappati alla famiglia: è quello il primo
trauma che un bambino del Ludus deve saper superare. Se reagisce male
viene immediatamente restituito ai genitori, ma se si comporta senza
reazioni esagerate o esagitate, senza dimostrare particolare debolezza
psicologica, viene portato all'esame di ammissione.
Questo esame consiste in vari test di intelligenza e memoria, prove
fisiche e molte visite mediche: il tutto sotto stress psicologico.
Fra i bambini di tutta la Regio, ogni anno, ne vengono scelti mille,
che iniziano gli studi nel Ludus: gli altri, assieme a coloro che non
sono nemmeno giunti a sostenere l'esame d'ammissione, vengono mandati
alle Scholae - istituti minori per la formazione dei Bellatores, degli
artigiani e dei contadini.
«Studiate, imparate, capite, date! Fate il massimo che
potete, impegnatevi, tenete alto l'onore dell'Ignis Regio, non datevi
un momento di tregua se volete continuare gli studi! Potete restare od
andare via, in qualsiasi momento: la scelta è
vostra.»
Queste sono le parole con cui i bambini del Ludus vengono iniziati alla
loro educazione.
Il Ludus è una struttura fuori dal mondo.
Coloro che la frequentano non sanno nulla. Non sanno perché
sono stati scelti, come sono stati scelti, e verso dove stanno andando.
Vivono tutto il periodo d'apprendimento chiusi là dentro: e
sebbene molti si domandino cosa vi sia fuori, la cultura che li ha
forgiati fa sì che, anziché fuggire, attendino.
Poichè fuggire è il disonore massimo, per uno
studente del Ludus.
V'è un'unica classe per ogni anno: gli insegnanti del Ludus,
detti Magistri, mutano di semestre in semestre e sono tenuti a dare
minima confidenza agli studenti. I Magistri stessi sono sotto la
sorveglianza dell'Ignis Umbra in persona.
Ogni semestre si svolge un esame, unica prova per saggiare le
abilità dell'allievo: si tratta di test che spaziano su
qualsiasi argomento trattato, dalla matematica alla sopravvivenza
estrema, dalle arti marziali alla fisica, compresa educazione
alimentare, logica, musica e svariate altre discipline. L'esame
può durare dieci minuti come tutto un giorno: gli studenti
non lo sanno.
All'inizio di ogni esame viene consegnato loro un campanello: una volta
conclusasi la prova, lo devono appoggiare in una piccola conca, ed
attendere. Hanno due ore di tempo affinché il campanello
cada nel vuoto: se dopo queste due ore il campanello è
ancora nella sua conca, significa che sono stati bocciati. Da quel
giorno devono presentarsi alle lezioni della loro 'nuova' classe.
La bocciatura è la peggior cosa che possa accadere, ed anche
la più frequente: solo nel primo anno i mille bambini scelti
vengono dimezzati. Chi viene bocciato deve cucire il campanello al
colletto del copriveste, cosicché tutti, al suo passaggio,
sappiano che non è stato in grado di superare l'esame.
Massimo è il disdegno per i bocciati: per questo la maggior
parte di loro abbandona il Ludus: come viene ribadito ai bambini sin
dal loro primo giorno di studio, nessuno, assolutamente nessuno,
è obbligato a rimanere.
Alcuni non mollano, restano e persistono, dovendo subire molto. Alcuni
soggetti giungono addirittura al suicidio.
Se però i bocciati vengono discriminati in ogni modo, coloro
che si distinguono in bravura non hanno modo di saperlo. Chi eccelle
non lo sa, dato che il giudizio è solo positivo o negativo.
Inoltre i test sono studiati appositamente per non strafare.
Per superare un esame non è necessario completare almeno
metà test correttamente.
Anzitutto bisogna svolgerne più del 65%: è infatti strutturato di modo che non possa essere concluso interamente, sicché il tempo dato agli allievi è sempre minore, e di molto, di quello che necessiterebbe per essere completato. Svolgerne questa porzione ovviamente non implica la promozione: di questo minimo 65%, bisogna aver risposto correttamente ai due terzi delle domande.
Ma c'è un'altra clausola: se si fornisce risposta a
più del 90% delle domande, allora per avere successo bisogna
averne fatte almeno i sei settimi giuste.
Questo, per insegnare a far solo ciò che serve,
poiché è meglio fare poco e bene che molto e
molto male.
E se un soggetto riesce a superare questa seconda condizione, ecco:
quello è l'unico caso in cui uno studente può
essere palesato migliore degli altri, poiché lo
è, e di molto.
Queste regole valgono per il primo ciclo di studi, che comprende i
primi sei anni di permanenza al Ludus.
Il sesto anno è distaccato dagli altri cinque e in questo
periodo gli studenti iniziano a studiare materie e a seguire
esercitazioni delle quali sono obbligati a non far parola con nessuno
che frequenti un anno inferiore.
Anche questa è parte dell'istruzione del Ludus.
Il secondo ciclo dura orientativamente tre anni, e gli studenti - che
alla fine del primo ciclo ammontano sui trecento scarsi - vengono
divisi nelle due sezioni principali: studiosi - futuri Philosophi - e
combattenti - i Custodes. La divisione è comunque minima,
dato che è inaccettabile che uno scenziato non conosca
l'arte della guerra, così come un guerriero non sia una
persona di cultura. I Custodes vengono rapidamente smistati
nell'esercito, mentre i Philosophi vengono trattati a seconda della
specializzazione.
Questa è la vita del Ludus.
E in realtà, questo mondo è assai più
complesso di quanto non sia dato pensare.
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