df
October's
sunset
“Nothing last
forever,
not even one marvellous
October's
sunset”
Il pomeriggio non le era mai apparso
così lungo.
L'ombra di alcuni aceri era l'unica
alternativa allo statico paesaggio che si stagliava in quella
radura.
Hermione si sedette su un muretto
accavallando le gambe e ripensò tutto ciò che avrebbe voluto fare se non fosse
stata lì.
La spiaggia, gli amici, ma anche solo
un bel libro, le sembrarono ormai solo meravigliose
utopie.
La pineta che circondava la vecchia
casa di campagna era ricoperta da un manto dorato di foglie secche che volavano
via con il primo soffio di vento.
La ragazza spostò lo sguardo su uno
scoiattolo che si arrampicava da un ramo all'altro, e ne seguì il percorso.
Quando poi anch'esso fu sparito tornò alla contemplazione del
silenzio.
Era qualcosa di impressionante il
modo in cui si ritrovava a non riuscire a pensare a nulla proprio quando poteva
avere il silenzio e la quiete necessarie.
Il cancello tremò per qualche istante
e poi si aprì cigolando, rivelandole l'immagine sorridente di Ronald
Weasley.
-Ciao- le disse muovendo leggermente
la mano.
Per tutta risposta lei tirò un
sospiro di sollievo e si alzò andandogli incontro.
-Iniziavo a dubitare che saresti
venuto-
-Sbagliavi. Io mantengo sempre le
promesse-
La sua pelle era lambita da alcuni
raggi di sole rosso fuoco che ne accentuavano le lentiggini. Per un attimo
Hermione immaginò come dovesse essere sfiorarla, poi lasciò andare quel pensiero
e lo precedette uscendo sul vialetto.
Ron socchiuse il cancelletto e le fu
subito dietro.
-Non ce la facevo più a stare così a
far niente- sospirò lei procedendo sempre dritto sulla stradina di
campagna.
-Ho fatto il prima possibile-
aggiunse Ron accarezzandosi un braccio e poi portandosi una ciocca di capelli
fulvi dietro l'orecchio.
Lei fece uno strano cenno con la mano
e si fermò. Sembrò indecisa per qualche attimo, poi svoltò a
destra.
Lui la seguì in silenzio, notando
come il sole stesse procedendo velocemente verso il
tramonto.
Continuarono a camminare fin quando
non furono davanti ad una rete verde, ricoperta da rampicanti ed erba
incolta.
Ron guardò oltre e notò che questa
circondava una sruttura sportiva abbandonata: si scorgeva un campo di calcio
ancora verde,una piscina contenente acqua stagnante e un piano
bar.
La ragazza seguì tutto il perimetro
del reticolato e poi si diresse verso un punto non particolarmente lontano. In
quel punto la rete era stata aperta e si era creato un varco più o meno
grande.
Si piegò su se stessa e poi, con
agilità, la oltrepassò ritrovandosi a guardarlo attraverso la rete
arrugginita.
-Sbrigati, Ron!- lo
incitò.
Il rosso la seguì senza tanto
indulgiare e non ebbe problemi nell'oltrepassare il buco. Era sottile, poteva
permetterselo.
Gli alberi frusciarono, attraversati
da una folata di vento talmente forte che fece rabbrividire
entrambi.
Hermione scavalcò un'altra rete,
questa volta più alta e pericolosa, e si strappo un lembo della
maglietta.
Ron invece riuscì a cavarsela seza
troppi problemi, provocandosi solo un po' di rossore in corrispondenza dei punti
delle mani sui quali aveva fatto pressione.
Alla fine furono dentro e si
sedettero su un gradone alto abbastanza, da riuscire a far dondolare le gambe di
entrambi.
Il sole stava tramontando proprio
difronte a loro, e scompariva dietro le colline
lontane.
Potevano godersi quello spettacolo
senza che nessuno interferisse nella loro magica
quiete.
Hermione osservava lo scomparire di
quei raggi quasi catturata.
Ron osservava
lei.
Gli sembrava talmente impossibile che
tra loro non fosse mai successo niente in tutti quegli anni, che si chiese più
volte se valesse la pena farlo accadere proprio quel
pomeriggio.
-Non è bellissimo?- Chiese lei
all'imporvviso, distogliendolo dai suoi pensieri.
Il ragazzo annuì e tornò a
contemplare quel miracoloso incontro tra cielo e terra.
Passarono ancora pochi minuti e poi,
calò la notte.
Le stelle contrastavano con il
precedente bagliore rossastro, ma riuscivano a fare anche loro la loro bella
figura, brillanti e nitide in quella sera d'autunno.
Hermione si alzò e scese con un
piccolo salto il gradino sul quale erano seduti.
Poi, si posizionò difronte a lui che,
ancora seduto, la osservava muoversi nell'ombra.
Ora erano alla stessa
altezza.
-Inizia a far freddo, non credi?-
chiese lei attorcigliando le braccia al proprio corpo.
Ron slegò quell'intreccio e portò le
braccia di lei a stringere le sue spalle. L'abbracciò.
I suoi capelli erano profumati e gli
solleticavano il collo.
Petto contro petto, sentì i battiti
del suo cuore accelerare.
-Niente dura per sempre. Nemmeno un
meraviglioso tramonto di Ottobre- le sussurò immerso nelle sue ciocche
boccolose.
Hermione si allontanò e lo guardò
negli occhi, scossa da un brivdo.
-Che intendi
dire?-
-Che nonostante tutto, nessuno può
impedire alla vita di andare avanti. E questo comporta la fine di molte cose.
Sarebbe bello se esistesse qualcosa di eterno da gustare qui sulla terra, non
credi?-
La ragazza si accigliò e poi guardò
in alto, verso la meravigliosa volta celeste.
-Credi che dovremmo rinunciare a
tutto questo, una volta morti?-
Sospirò, con le stelle che le si
specchiavano nelle meravigliose iridi cervone.
Ron annuì e si distese sul gradino,
la pelle a contatto con la pietra gelida.
Per un attimo sussultò, scosso da
qualche brivido, poi osservò ancora il suo viso e si
rilassò.
La sua pelle, per quanto chiara anche
al sole, assumeva sembianze diafane alla luna.
Lo raggiunse muovendo solo qualche
passò e si sedette accanto alle sue braccia.
-E' incantevole tutto questo. Avevo
dimenticato la bellezza della notte, la sua limpida purezza- aggiunse osservando
come, anche se putrida e sporca, l'acqua della piscina brillasse
intensamente.
I due ragazzi lasciarono scorrere via
il tempo, consci che momenti come quelli non sarebbero più
tornati.
Avevano solo voglia di respirare a
fondo e vivere.
-Perderemo anche
questo?- Soggiunse ad un tratto
Hermione.
-Questa notte?
Questo momento?-
Lei fece cenno di
sì con la testa.
-Forse-. Ron
socchiuse le palpebre ormai pesanti e si lasciò cullare dal
silenzio.
Poi, quando li
riaprì, vide che gli occhi lucidi della ragazza lasciarono sfuggire una
lacrima.
Con esitazione si
piegò verso di lui e appoggiando la sua guancia a quella del ragazzo, gli
sussurrò: -Non voglio-.
Fece per
allontanarsi, ma lui la trattenne e la baciò con delicatezza. Credette di esser
riuscito a bloccare il tempo, a immortalare quel ricordo nell'attimo esatto in
cui le loro labbra si erano sfiorate.
-Forse però,
possiamo rendere immortali le cose che amiamo. Non credi?- le soffiò tra i
boccoli, e le sorrise dolcemente.
-Già- rispose Hermione chiedendosi
tutt'ad un tratto, perchè le lacrimassero gli occhi.
Fine
Cari
lettori,
è da tempo che
non mi faccio sentire...Non perchè abbia perso la voglia di scrivere o abbia
trovato siti migliori [Non tradirò MAI Efp..E' il
migliore!]..
Semplicemente non
ho avuto tempo di pubblicare e/o di scrivere [<--forse le due cose andrebbero
invertite..Vabbè!].
Spero che la
storia vi piaccia davvero, l'ho scritta dopo tanto tempo e per me è stata
rigenerante.
A
presto!
=Valeria18=
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