Quel piovoso giorno di Maggio
Aprii gli occhi. Eccolo ancora lì, il soffitto scorticato della cameretta che condividevo con May Belle e Joice Ann. Erano le quattro di mattina, ancora una volta avevo sognato. Eppure sembrava così reale… Ogni notte io ti rivedevo, seduta nel trono accanto a me, con tutti i Terabithiani che festeggiavano in tuo onore, oppure al boschetto dei pini in silenzio, o accanto a me per combattere mille nemici. Il giorno invece, a scuola, vedevo quello spazio vuoto vicino al termosifone e mi venivano le lacrime agli occhi. Passavo pomeriggi interi a guardare un foglio, a imbrattarlo con qualche colore e ad appallottolarlo buttandolo nel cestino nella speranza che riuscissi a raffigurare il blu lucente dei tuoi occhi o la spensieratezza del tuo sorriso. Ma non ci riuscivo mai e non ci sarei mai potuto riuscire, nemmeno con le migliori tempere. Il tuo ricordo iniziava a sfumare nella mia mente, per questo volevo farti un ritratto, poiché la carta non dimentica.
Sai, Leslie, lì dove quella corda si è spezzata io ho lavorato giorno e notte per un solo scopo. Lì, sopra quel fiume maledetto ho costruito un ponte, che non cadrà mai. Non è fatto solo di assi e chiodi, ma anche di quel sentimento che ho tenuto dentro per tropo tempo e che ora anche se tu non ci sei più continua costantemente a graffiarmi il cuore, come fosse belva insaziabile. Lì, dove adesso c’è il ponte ho portato May Belle, i Terabithiani hanno bisogno di una nuova regina. Il giorno in cui la portai lì ci fu un momento di grande gioia, andammo tutti al boschetto dei pini, i Terabithiani ringraziarono poiché avevano ritrovato i loro monarchi, che avevano perso. Perché, Leslie, il giorno in cui quella corda si è spezzata, sono morto anche io. Ed è nato un nuovo Jess.
Un Jess senza la sua Leslie.
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