Ludo
sentiva I suoi litigare di sotto. Da un po' di tempo era
cosí. Sua
madre si lamentava per un nonnulla. Ma ora suo padre aveva perso una
forte somma al gioco e questo non era un nonnulla.
Tempesta.
Era
questo che Ludo vedeva dalla sua finestra. Il mare che si abbatteva
fragoroso contro gli scogli.
Tempesta.
Imperversava anche sotto di lui. Soltanto che quel fastidioso rumore
non era il mare che si abbatteva sugli scogli bensì le grida
dei
suoi genitori.
Promise
solennemente a se stesso che lui non sarebbe mai diventato
così. Non
sarebbe stato un adulto irascibile, ma una persona sempre allegra.
Intanto
la tempesta imperversava.
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parole]
~*~
La
Coppa di Quidditch quest'anno si sarebbe tenuta a Londra.
Ludo,
responsabile dell'Ufficio Per I Giochi E Gli Sport Magici Era
euforico e correva da tutte le parti. Questa euforia, però,
era
eccessiva.
Da
un po' di tempo infatti aveva alcuni problemi di denaro. Non poteva
continuare a vivere a spese del Ministero. Doveva trovare una
soluzione.
«Ludo
hai scelto il luogo per la Coppa del Mondo?» La voce di
Caramell lo
riscosse. La Coppa del Mondo... Ma certo!
Avrebbe
scommesso sulla partita di Quidditch.
Il
ricordo di una tempesta si fece inspiegabilmente strada nella sua
mente, ma lui non ci pensò.
[104
parole]
~*~
Aveva
perso tutto.
Secondo
i folletti Harry aveva vinto il torneo Tremaghi, ma a parimerito con
Cedric.
L'immagine
di una tempesta si fece strada nella sua mente e lo fece riflettere.
Improvvisamente tornò indietro nel tempo e vide una finestra
e il
mare in tempesta.
E
ricordò la promessa fatta a tredici anni davanti a quella
finestra.
Tempesta.
Era questo che sentiva dentro sé. Sentimenti contrastanti si
agitavano in lui. Rabbia, disperazione, confusione forse,
perché non
si riconosceva più. Una cosa era certa. Non era quella
persona
allegra di sempre. Non era la persona allegra della promessa.
Guardò
fuori.
Il
vento si era alzato.
Sicuramente
a Cleveleys c'era una tempesta.
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parole]
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