Ci sono ricaduta... una nuova sfida a squadre...è
troppo bello *____*
Sfida 1 ..ecco la mia prima storia^^
Fandom: xxxHOLiC
Prompt: Himawari, lotteria
Titolo: Premio di consolazione
Rating: Verde
Avvertimenti: spoiler per la natura di
Himawari…
Disclaimer: xxxHOLiC e tutti i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Premio di consolazione
La strada era affollata come ogni mattina. Viavai di gente che
camminava e correva con passo spedito. Tra loro una ragazza avanzava
lentamente, in mano la cartella di scuola, tra i capelli due nastri
bianchi che tenevano ferme due lunghe codine ricciolute. Sul volto un
sorriso dolce ma che nell’incresparsi delle labbra celava una
falsità non voluta, eppure al tempo stesso, necessaria.
Era una giornata come tante altre per Himawari. Aveva percorso quella
strada infinite volte per andare a scuola, mancavano poche svolte e
qualche metro ancora per arrivare al solito posto di ritrovo con
Watanuki e Doumeki. Eppure quella mattina la ragazza si era fermata,
come inchiodata su quel marciapiedi fin troppo conosciuto.
Dall’altra parte della strada, una bambina dai lunghi capelli
ricci simili i suoi, aveva preso per mano una signora anziana.
“Nonna Nonna dai proviamo la lotteria” diceva con
quel timbro lamentoso e insieme supplichevole tipico dei bambini che
ancora avevano la possibilità di fare i capricci.
La signora le aveva sorriso accarezzandole piano la testa e lasciandosi
trascinare verso la bancarella con la macchinetta per la lotteria.
“Un giro di manovella per tentare la fortuna”
recitava il grande tendone posto a fianco al banchetto.
Himawari sorrise amaramente mentre fissava ancora quella nonna con la
nipotina. La signora camminava curva e la pelle del volto era
raggrinzita e scura come quella delle mani. Mani che assomigliavano
tanto a quelle di sua nonna, quella che l’aveva presa per
mano tanto, troppo tempo fa, accompagnandola in un tempio. Ricordava la
presa debole di quelle mani ossute. Ricordava ogni tremito e ancor oggi
si domandava se fossero stati tremiti di paura o di semplice
età avanzata, quelli che percepiva tramite la sua piccola
manina rosata. Il viso sorridente di quella nonna, che guardava la
nipotina in punta di piedi mentre girava la manovella, si sovrappose a
quella di una donna, vecchia e stanca, con gli occhi chiusi e la pelle
fredda. L’ultima immagine che i suoi ricordi di bambina
avevano della propria nonna che per prima l’aveva messa
davanti alla realtà della sua natura.
La bambina non vinse nulla e guardò sconsolata la pallina
bianca rotolare via sul piattino di metallo. Si allontanò
con gli occhi tristi mentre l’anziana donna riponeva il
pacchetto di fazzoletti del premio di consolazione nella borsa. Vi
frugò poi all’interno per qualche secondo, prima
di tirarvi fuori un grande leccalecca che presentò alla
nipotina con un altro sorriso che avrebbe rivaleggiato in dolcezza con
il gustoso regalo. La bambina si illuminò e prese il
leccalecca ringraziando la nonna, tornando a prenderla per mano.
Le labbra di Himawari si alzarono appena davanti a quella scena, mentre
senza rendersene conto le sue mani stringevano la maniglia in cuoio
della cartella così forte da far diventare bianche le
nocche. Riguardò un’ultima volta la bancarella
della lotteria ma prima che potesse distogliere lo sguardo le
arrivò alle orecchie la squillante voce di Watanuki.
“Himawari-chaaaaaan” canticchiò il
ragazzo correndole incontro.
“è successo qualcosa?” chiese facendosi
serio dopo aver notato il ritardo di lei nel voltarsi dalla sua parte.
“No no, tutto a posto Watanuki-kun” sorrise la
ragazza, lasciando leggermente la presa sulla maniglia.
Watanuki la guardò qualche secondo incuriosito. Volgendo lo
sguardo verso dove lei l’aveva appena tolto vide la
bancarella e pensò, nella sua inesattezza, di aver capito
tutto.
Le sorrise e iniziò a spingerla ad attraversare la strada.
Non appena Himawari sentì le mani del ragazzo che le
sfioravano le spalle si allarmò iniziando a camminare nella
direzione da lui voluta, nell’unico tentativo di non
permettergli di toccarla. Arrivarono davanti alla bancarella in pochi
attimi e Watanuki non perse tempo portandosi a lato della ragazza e
indicandole la manovella.
“Forza, prova” le disse con voce allegra.
“Oh no, io…” cercò di
tergiversare la ragazza.
“Dai, dai magari vinciamo qualcosa”
continuò lui inserendo i soldi della giocata
nell’apposita urna.
“Forza signorina. Il giovanotto le ha pagato un tentativo,
non vorrà deluderlo” rincarò la dose il
giovane inserviente al di là del banchetto.
Himawari tentò nuovamente di rifiutare l’offerta
ma davanti al volto luminoso di Watanuki le tornò in mente
quello felice della bambina di poco prima e la sua mano si
alzò poggiandosi delicata sulla manovella.
Stava sfidando la fortuna. Lei, proprio lei che era tutto
ciò che poteva dirsi contrario alla buona sorte. Pensava di
aver compreso che fare cose simili era rischioso, troppo rischioso per
lei, eppure il pensiero di deludere Watanuki che la guardava con
un’espressione soddisfatta e felice la fece desistere dalle
sue paura per un secondo. Un secondo che bastò per farle
stringere più forte le lunghe dita affusolate attorno alla
piccola maniglia. La strinse ma non si mosse. Attimi, e secondi che le
sembrarono ore. Chiuse gli occhi per trovare il coraggio e in quel
momento sentì la sua mano venir coperta da
un’altra molto più grande e forte.
“Che ci fai tu qui?”
L’urlo di Watanuki non poteva essere rivolto che ad una
persona. La ragazza aprì gli occhi e il suo sguardo
incrociò quello ambrato di Doumeki.
“Doumeki-kun?”
“Le dò una mano a girare la ruota così
facciamo prima….Siamo in ritardo per la scuola”
constatò lui serafico.
Watanuki strinse i denti e mise entrambe le mani su quella di Doumeki
nel tentativo di allontanarla da quella della ragazza, ma la foga dei
suoi movimenti fu tanta che la manovella si mosse sul peso delle tre
mani insieme e la ruota girò.
Il rumore delle palline all’interno bastò a
zittire il ragazzo, risparmiando a Doumeki la necessità di
tapparsi le orecchie. Quando la pallina uscì dalla ruota
tintinnando sul vassoio metallico Watanuki tirò un lungo
sospiro di delusione. Il candore della pallina stava inequivocabilmente
a significare la conquista del solo premio di consolazione.
“Hai visto! – decretò con livore
rivolgendosi al suo auto-proclamato rivale – hai fatto
perdere Hima…” il ragazzo si bloccò
notando, solo in quel momento, copiose lacrime scendere dagli occhi
dell’amica.
“Himawari-chan?” tentò con dolcezza.
La ragazza scosse la testa “non è
niente” disse cercando di calmare i singhiozzi e di
asciugarsi gli occhi.
“Tieni” la voce profonda e monocorde di Doumeki fu
accompagnata dalla mano che le porgeva il loro premio. Un sacchetto di
fazzoletti candidi come la neve.
Himawari sorrise noncurante delle occhiate assassine che Watanuki stava
rifilando a Doumeki.
“Grazie” disse prendendo in mano il pacchetto e
guardandolo come fosse un tesoro prezioso.
“Posso tenerlo io?” chiese poi alternando lo
sguardo tra i due ragazzi. Doumeki annuì e Watanuki
cambiò nuovamente espressione. “Certo –
le rispose senza celare preoccupazione – Ma sei sicura
che….”
“Va tutto bene Watanuki-kun. Grazie” concluse con
il suo miglior sorriso illuminato dalla luce del sole che le faceva
brillare le guance ancora umide.
Watanuki annuì ancora pensieroso finché la voce
di Doumeki non lo riscosse nuovamente
“Che c’è per pranzo?”
Il ragazzo si volse verso il suono della voce, fulminandone il padrone
con lo sguardo. L’arciere dal canto suo si era nuovamente
incamminato verso la scuola venendo presto raggiunto prima delle urla
poi da Watanuki stesso. Himawari li guardò camminare uno di
fianco all’altro e quando questi si girarono
all’unisono verso di lei, la ragazza mosse il primo passo
raggiungendoli velocemente.
Tra la mani teneva ancora saldamente un piccolo pacchetto di fazzoletti
di marca economica. Probabilmente non li avrebbe usati mai, sarebbero
stati per sempre il suo tesoro più prezioso secondo solo ai
due ragazzi che in quel momento le stavano camminando davanti,
bisticciando in quel modo che la faceva ridere, davvero, senza bisogno
di finti sorrisi...
|