Una panchina. Brezza.

di Bilu_emo
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Una panchina. Brezza.

 
 Era aprile, ma l’aria era ancora fresca, e soffiava dal mare come un quieto sospiro, quasi sollievo.
 La panchina era fredda e rovinata, un po’ piegata verso sinistra, ma lei era sinceramente sorpresa che dopo tutti quegli anni fosse ancora lì, tutta d’un pezzo, con lo sguardo sempre rivolto al mare, come quando era bambina – si mettevano sempre lì, lei e la cara Betty, amica d’infanzia, quasi come una sorella, compagne di giochi che all’epoca erano grandi come avventure.
 Non l’aveva mai più rivista, da quando se n’era andata, tanto di quel tempo prima.
 Forse, adesso avrebbe potuto provare a cercarla, a chiamarla … magari, l’avrebbe trovata ancora lì.
 Magari …
 Si sedette più comodamente sulla vecchia panchina, con le gambe lunghe e rilassate, il collo piegato e poggiato sullo schienale, e anche lei liberò un sospiro, con lo sguardo dritto, un po’ distratto, rivolto al mare, alle onde, all’incredibile azzurro.
 Era contenta, ora.
 Era tornata a casa.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino:
 
 Non scrivevo su EFP da tanto tempo. Forse, il senso di nostalgia provato – e che spero di aver trasmesso – nel buttare giù questo sprazzo o quel che è, mi ha influenzata al punto da decidere di pubblicarlo.
 Spero che sia piaciuto almeno da farvi arrivare fino a qui, e che non sia stato soltanto un ammasso di parole, ma una agglomerato di piccoli significati.
 Lasciate un commentino? :)
 Ringrazio anche i semplici lettori di passaggio.
 Bilu_




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