larry shot
Dedico
questa storia alla mia compagna di stanza, che ho fatto impazzire per
i One Direction e la cosa mi rende particolarmente orgogliosa.
Comunque, lei è molto più di una compagna di stanza, lei è la mia
Louis. Anche se sembra stupido e banale da dire è la verità.
Fatti
miei a parte, l'ispirazione per questa one shot mi è venuta dopo
aver visto una recente intervista ai ragazzi, durante la quale Louis
ha confermato che non è in grado di fare la lavatrice da solo e non
ha intenzione di imparare. Pesaculo.
Ps:
sì, potrei aver preso il titolo da Dr. Horrible.
LAUNDRY DAY
Harry
attraversa il salotto con il cesto della biancheria tra le braccia.
“Dove
vai?”, domanda Louis, stravaccato sul divano, abbassando il volume
della TV.
“Pensavo
di fare una passeggiata ad Hyde Park, tu che dici?”, replica Harry,
scavalcando le gambe di Louis e rischiando pure di perdere
l'equilibrio.
“Ok,
ti accompagno”.
Louis
spegne la TV e fa per seguirlo.
“Sei
consapevole del fatto che non sto andando a fare nessuna
passeggiata ad Hyde Park?”, gli fa notare Harry, aprendo la porta
della lavanderia con un piede.
“Ma
non mi dire”, ribatte Louis, aiutandolo.
“Allora
sei consapevole che la tua presenza qui è del tutto inutile, mh?”,
continua Harry, poggiando il cesto per terra e aprendo l'anta di un
mobile alla ricerca del detersivo.
“Non
c'è bisogno che fai la casalinga isterica”, risponde Louis,
massaggiandogli le spalle.
Harry si scansa.
“Non
sei mai entrato qui dentro neanche per sbaglio, cosa vuoi adesso?”,
chiede, irritato, brandendo il recipiente del detersivo contro di
Louis.
“Come
sei territoriale!”, esclama l'altro ragazzo, continuando a
ronzargli intorno.
Harry
si aggiusta i capelli con un gesto stizzito, poi inizia a caricare la
lavatrice.
“Non
sono territoriale, faccio solo quello che non fai tu”,
borbotta.
“É
un lavoro sporco e qualcuno deve pur farlo”, commenta Louis,
ridendo alla sua stessa battuta. Harry lo fulmina con lo sguardo.
“Ti
sto dando fastidio, vero?”, domanda Louis, con un sorrisetto
compiaciuto. Harry decide di ignorarlo. L'altro ragazzo gli si
avvicina mentre sta versando il detersivo nell'apposito scomparto e
poggia il mento sulla sua spalla.
“Insegnami”,
mormora.
A
Harry quasi scivola il tappo del detersivo di mano.
“Non
ci credo, Louis non-mi-sporco-le-mani Tomlinson vuole che gli insegni
a fare la lavatrice?”.
Louis
gli morde la spalla, dispettoso.
“Voglio
diventare una brava casalinga come te”, risponde, beccandosi una
gomitata sul petto.
“Ok”,
acconsente Harry, dopo un po', voltandosi a fronteggiarlo. Louis lo
spinge contro la lavatrice - facendogli chiudere il cassetto del
detersivo praticamente col sedere – e lo intrappola col proprio
corpo, iniziando a baciarlo.
“Lou,
Lou-is”, biascica Harry nel bacio, cercando – senza troppi sforzi
– di scollarsi l'altro di dosso. “Iniz-iamo mal-e”.
Louis
ridacchia e appoggia la fronte contro la sua.
“Tu
smettila di distrarmi allora”.
“Non
ho fatto niente, e lo sai”, replica Harry, sfiorandogli
giocosamente il naso con il proprio.
“E
tu questo me lo chiami niente?”, gli fa eco Louis, prendendogli il
viso tra le mani. “A volte mi domando come facciano gli altri a
resisterti”.
Harry
arrossisce.
“La
facciamo questa lavatrice?”, taglia corto, distogliendo lo sguardo.
Louis
gli posa un bacio all'angolo della bocca.
“Istruiscimi”,
lo incita, allontanandosi per fargli spazio.
“Ok,
Louis questa è la lavatrice, lavatrice questo è Louis”, inizia
Harry.
Louis
solleva un sopracciglio.
“Come
prima cosa devi mettere la roba dentro l'oblò”, continua il
riccio.
“E
qui ci arrivavo da solo”, commenta Louis, incrociando le braccia
sul petto.
“Sì,
ma con te non si sa mai. Comunque, dopo devi mettere il detersivo e
se vuoi l'ammorbidente, negli appositi scomparti”, spiega Harry,
aprendo il cassettino.
“Ammorbi-che?”,
domanda Louis.
Harry
lo zittisce con un gesto della mano.
“In
questo qui più grande va il detersivo, in quello in mezzo
l'ammorbidente. Mi segui?”.
Louis
annuisce, attento.
“E
quanto devo metterne?”, chiede.
Harry
fa spallucce.
“Non
lo so, dipende dalla quantità di roba che devi lavare”, replica.
“E
com'è la storia dei bianchi e dei colorati?”, domanda l'altro
ragazzo.
“Vanno
sempre separati!”, esclama Harry, categorico. “E anche i neri
vanno lavati a parte”.
“Mi
sto già annoiando”, sbuffa Louis, “troppe regole del cazzo”.
Harry
gli molla un scappellotto sulla testa.
“Grazie
a queste regole del cazzo le tue magliette bianche non diventano
rosa!”, protesta.
“Haz,
picchiami un'altra volta e ti incollo al muro”, lo minaccia Louis.
“Se capisci cosa intendo”, aggiunge, in tono malizioso.
“Concentrati,
Lou!”, gli intima Harry, avvampando.
“Ok,
farò il bravo”, promette l'altro ragazzo. “Quindi a quale
temperatura devo lavare la mia biancheria?”.
“Per
fortuna questa lavatrice è progettata per impediti come te”,
replica Harry. “Qui trovi le temperature da selezionare a seconda
del tipo di tessuto”.
Louis
segue il dito di Harry sopra l'oblò della lavatrice. Legge Cotone,
Sintetici, Delicati, Lana e una sfilza di
temperature indicate sotto. Strabuzza gli occhi.
“Haz,
non ci capisco nulla!”.
“Vedi
che non è per niente complicato!”.
“Ma
ci sono un sacco di pulsanti e di manopole! Perché ci sono un sacco
di pulsanti e di manopole, Haz?”.
Harry
alza gli occhi al cielo.
“Non
ci sono un sacco di pulsanti e di manopole. I pulsanti sono
quattro e la manopola è una”, borbotta, spazientito.
“E
poi che cazzo vuol dire anti-piega?”, domanda Louis.
“Che
non ti stropiccia i vestiti, idiota”.
“E
magari me li stira anche?”.
Harry
si passa una mano sul viso.
“Sapevo
che questa era una pessima idea”, si lamenta.
“E
che cosa sono tutti questi simboli? Cos'è quella, una doccia? Che
fantasia hanno questi designer di lavatrici?”, continua a blaterare
Louis. Harry gli tappa la bocca con una mano.
“Taci,
per favore”, lo implora. “Forse è meglio che i tuoi rapporti con
la lavatrice rimangano quelli di adesso”, osserva, sfuggendo al
tentativo dell'altro di morderlo.
“Cordiali
ma freddi?”, ribatte Louis.
“No,
inesistenti”, lo gela Harry, programmando la lavatrice in
pochi secondi e facendola partire.
Louis
con un salto balza sulla lavatrice. Harry lo guarda di sbieco.
“Pensi
quello che penso io, Haz?”, domanda l'altro ragazzo, dondolando le
gambe avanti e indietro.
“Ho
paura di quello che ti frulla nella testa, Lou”.
“Come
se non lo volessi anche tu”, replica Louis, ovvio.
“Cosa?
Di che diavolo parli?”.
Louis
si aggiusta il ciuffo e si stampa in viso uno sguardo malizioso.
“Potremmo
provare una cosa, adesso”, mormora.
“A
spiegarti come funziona la lavastoviglie?”, risponde Harry,
divertito.
Louis
spalanca la bocca, indignato.
“Non
era quello che intendevo, stupido idiota senza fantasia!”.
Harry
scoppia a ridere e gli si avvicina, poggiando i palmi delle mani
sulle sue cosce.
“Lou,
non saprei neanche da dove iniziare a fare sesso su questa cosa”,
ammette.
“Non
ti preoccupare, troveremo un modo”, risponde Louis, intrecciando le
sue dita a quelle di Harry.
Harry
ghigna e si sporge per un bacio. Louis si piega in avanti e lo bacia
con lentezza, carezzando il dorso delle sue mani coi pollici.
“Allora?
Proviamo?”, domanda, mordicchiandogli un orecchio.
Harry
si tira indietro e lo trascina giù dalla lavatrice.
“Non
se ne parla neanche”, protesta.
“La
nostra vita sessuale morirà, per colpa tua”, si lamenta
Louis, cercando di opporre resistenza ai tentativi dell'altro di
spingerlo fuori dalla stanza. “Dove mi stai portando?”.
“Nel
luogo adatto a fare certe cose, Lou: la camera da letto”,
risponde Harry, trascinandoselo su per le scale.
“Noioso”,
borbotta Louis, spingendolo violentemente contro il muro.
Harry
geme, sorpreso.
“Almeno
sulle scale possiamo provarlo, no?”, domanda Louis, prima di
avventarsi sulle sue labbra. Il verso che emette Harry è da interpretare sicuramente come
un assenso.
Angolino:
Non
che io me la cavi granché con le lavatrici, si sarà capito.
Comunque,
parlando dei nostri Larry, io spero sempre, in fondo al cuore, che
questi due vivano ancora insieme. Il giorno in cui avrò conferma
della loro separazione mi si spezzerà il cuore...
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