Fidati di me

di Bella Finally Cullen
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Stavo giocherellando con il filo del telefono di casa mia e badavo a malapena a quello che diceva la mia migliore amica Jessica Stanley.

"Bella, mi stai ascoltando?" disse con tono sostenuto.

"Si Jess, ti sto ascoltando..." risposi vaga.

Mi andava di parlare con lei ma quel pomeriggio avevo altro per la testa.

"Insomma verrai alla spiaggia domani?"

Per un attimo rimasi perplessa e cercai di rimuginare in mezzo a quello che mi aveva detto in quei 20 minuti.

"Io... non so... dovrei sentire i miei..." dissi per guadagnare terreno sull'argomento.

"E dai Bells, ci sarà da divertirsi... poi ci sono tantissimi ragazzi carini..." sbuffai, sapeva pensare solo a quello.

"Ti prego... non mi lasciare sola..." mi supplicò.

"E va bene... cerchero' di venire..." dissi infine convinta.

Jessica era un asso nel dissuadermi, era una forza della natura.

"Si!!! Sei fantastica... passo a prenderti alle 8.00 sotto casa... sacco a pelo, costume e crema solare... a domani!!" le parole le uscirono di bocca come un fiume.

"Ciao Jess..." sussurrai ma aveva già staccato.

Non capivo perché si ostinasse a portarmi ovunque per trovarmi un ragazzo, insomma... io non ne sentivo il bisogno come sosteneva lei...

"Tu non puoi andare sprecata così cara mia..." diceva...in realtà non ero nulla di particolare:

occhi marroni, capelli castano scuro, abbastanza alta, magra.

Invece la mia cara amica Jessica era considerata una delle ragazze più carine del liceo: alta, magrissima, capelli marrone scuro, occhi scuri quasi neri e soprattutto era bellissima.

Pensierosa mi avvicinai al tavolo dove mia madre Reneè stava lavorando al computer.

Mia madre era un avvocato molto prestigioso in città ed era sempre zeppa di lavoro ma non per questo ci trascurava anzi, ci dava più attenzioni di quanto potesse.

"Mamma, era Jess al telefono..." dissi timidamente.

"Ah, cosa diceva?" chiese non staccando gli occhi dal pc, ma ormai sapevo di avere la sua attenzione ugualmente.

Reneè era una di quelle donne tuttofare che contemporaneamente faceva la mamma, la moglie, curava la casa più del dovuto e aveva una carriera fiorente.

"Ha detto se la volevo accompagnare alla festa in spiaggia di domani... durerà fino a Lunedì mattina... bhé, prima volevo chiedere a te e a papà se..."

"... certo che va bene!!" mi interruppe "...tanto questo fine settimana non saremo di grande compagnia: io ho molte pratiche da chiudere in ufficio e tuo padre sarà fuori per lavoro fino a Martedì..."

Mio padre Charlie invece era un poliziotto molto importante ed era spesso fuori città per lavoro per via dei suoi incarichi molto segreti.

"Pensavamo di mandare Laurent da tua zia per il weekend..." continuo' alzando lo sguardo e sorridendomi.

Laurent, mia sorella, aveva nove anni ed era la ragazzina più sveglia, intelligente e attiva che conoscessi.

"Benissimo mamma... ho appuntamento con Angela al parco, se non servo io andrei..." esclamai.

"Certo, certo..." disse assolta nei pensieri.

Di corsa andai in camera e infilai un paio di jeans e una maglietta abbastanza scollata bianca.

Mi catapultai giù per le scale e presi al volo lo zaino dalla sedia.

"Ciao papà!!" dissi passandogli accanto mentre leggeva il giornale sul divano.

"Oh, ciao Bells, dove vai?" rispose guardandomi sereno.

"Al parco con Angy, ci vediamo più tardi!" urlai uscendo di casa.

A passo rapido arrivai in pochi minuti alla fontana centrale del parchetto vicino a casa mia.

Calma mi sedetti nella panchina e per ingannare il tempo tirai fuori un libro dallo zaino.

Dopo pochi attimi qualcuno mi venne vicino e timidamente tossì per richiamare la mia attenzione.

Alzai lentamente lo sguardo e il mio cuore inizio' a battere a mille.

Davanti a me qualcosa di surreale.

 





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