Dammi la tua mano
Amo starmene seduta al bar.
Amo guardare la gente
che passa, mentre ride con chi stà loro accanto.
Amo vedere i sorrisi,
gli occhi che emanano gioia; quella gioia che al dire la
verità a me manca.
Rimango seduta,
sorseggiando il mio solito cappuccino con una spolverata di cacao.
Ogni tanto passa anche
qualche bel bambino che riempie il silenzio che si crea, con la sua
risata cirstallina e contaggiosa.
Passa qualche cane,
qualche gatto randaggio a cui dò una carezza.
Alzo lo sguardo e
davanti a me vedo un ragazzo dai capelli scuri che mi ricordarno tanto
i suoi, peccato per gli occhi, sono totalmente diversi.
Certo, dove potrei
vedere un paio d' occhi di quello stesso colore, con quella stessa
bellezza; impossibile.
Come un interruttore,
quel ragazzo accende quell' immagine, quella scena, quel momento che ho
vissuto proprio ieri pomeriggio.
Mi torna in mente quel
NO che, come se fosse un martello pneumatico, ha spaccato lentamente il
mio cuore lasciandolo a brandelli.
Lui, era colui che mi
ha fatto sempre sorridere, lui che mi ha sempre fatto stare bene, lui
che, con sole due lettere, con una sola sillaba m' ha fatto stare male.
-Ehi,
ti và di uscire domani pomeriggio? Magari andiamo al centro-
Gli chiesi
-NO!-
Mi rispose
-Perchè?-
Gli chiesi ancora
-Ho
da fare!-
Una converazione, un
cuore in mille pezzi.
E' stato
così difficile ricevere un no in faccia, è stato
difficile mandarlo giù.
Ma come al solito sono
qui, a godere della gioia altrui, cercando di renderla mia.
Senza musica, senza
interruzione, senza messaggi, senza chiamate.
Senza le sue chiamate.
Tanto ogni volta che
mi chiama è sempre perchè gli serve qualche
favore o qualche consiglio per qualche gattamorta che vuole
conquistare, fregandosene di ciò che sento, fregandosene di
come potrei stare io.
Ha sempre detto che
per lui ero importante, che sarebbe stato affianco a me eppure ora non
c'è, forse è invisibile?
-Ehi ciao- Alzo lo
sguardo, davanti a me trovo due occhi arancio a scrutarmi, come se
fossi un disegno da critcare
-Ciao Lione- la saluto
sorridendole, mentre la vedo che si siede davanti a me. Onestamente?
Non ho mai voluto nessuno nei miei momenti "da bar" ma vedevo nei suoi
movimenti, la necessità di parlarmi.
La conosco, riconosco
ogni suo sguardo, ogni sua mossa.
-Come l' hai presa?-
-Mmm-
-Domanda sciocca eh?-
-Direi- Rispondo io.
Incrocio le braccia,
incollo la mi schiena alla sedia e inizio guardarla come a
chiederle di andare al sodo.
-Senti. Io ti voglio
bene e lo sai- Inizia lei, interessata mi avvicino con la sedia al
tavolo, poggiando i gomiti sul tavolo e riducendo i miei occhi in due
piccole fessure
-Te lo devo dire.
Altezza, ha detto tutto a Shade- Quella frase è stata come
un pugnale per me. Altezza è sempre stata cattiva, questo lo
sapevo bene, per questo non ho mai voluto che lei lo scoprisse.
-Ma come ha fatto a
saperlo?-
-Ci ha sentite parlare
di lui- Mi sento come se qualcosa mi fosse passato sopra, rendendomi
solo un foglio di carta, che inerme aspettava solo un soffio di vento
per scappare via.
-Mi dispiace!-
-Non fa niente. Si
sarebbe saputo comunque, forse è stato meglio
così..- Rispondo io -Ora me ne vado, che mia madre mi sta
aspettando a casa- Mi congedo io.
Corro senza fermarmi,
le mie gambe iniziano a muoversi senza che io lo voglia.
Come tutti dicono,
è il cervello che dà l' impulso al resto del
corpo di muoversi, e allora già so dove le mie gambe mi
porteranno.
L' unico posto che mi
mette una pace interiore, che mi aiuta a pensare ma che, allo stesso
tempo, mi aiuta a distrarmi. Di solito ci vado quando ho voglia di
leggere, perchè il cinguettìo degli uccelli fanno
da un dolce sottofondo delle parole che pronuncio in un sussurro
impercettibile. Lì lo posso fare.
Mi accascio, col
fiatone.
Respiravo a fatica,
fatica che non conoscono le mie lacrime.
Scendono come se nei
miei occhi ci fosse dell' olio.
Piango,
perchè sono consapevole che l' ho perso, l' ho perso anche
come amico.
Piango, mi dispero e
non mi accorgo nemmeno di tutto ciò che mi sta attorno.
Scruto il paesaggio,
tutti quei dettagli che fino ad oggi non c' erano, quei fiori
sbiocciati che rendono tutto così speciale, e una busta dal
mio colore preferito.
La apro.
Ciao!
Lo
sai, non sono molto bravo a parlare, nè tantomeno a
scrivere.
Ho
deciso di scrivere perchè almeno posso "parlarti" senza
doverti guardare negli occhi, nei quali affogo sempre.
Ti
guardo, e non riesco a parlare, il groppo ingola intrappola tutte le
parole che vorrei pronunciare.
Anche
ora, a bloccarsi è la mia mano. Vorrei scriverti qualcosa ma
ogni prarole sembra scontata, troppo banale.
Forse
è meglio che inizi con ciò che sento quando ti
vedo.
Hai
presente le farfalle nello stomaco? Io non le sento affatto. Non volano
più.
Ti
guardano, rimangono immobili a pensare, incredule, che possa esistere
una creatura più bella di loro.
Il
loro punto forte? Ovvio, le ali.
Molte
volte ti ho visto soffermarti a guardarle e a sospirare un "quanto sono
belle" . Hai ragione, sono meravigliose, con quei disegno e quei colori
che si fondono in modo armonioso.
Il
tuo? Il tuo punto forte? Certamente gli occhi. Senza alcun dubbio. E
quelli? Ti sei mai soffermata a guardarli, sono una fonte di calore,
sono un mare, in cui puoi affogare.
Il
tocco con la tua pelle mi fa rabbrividere, sento dentro un calore che
arde.
Credo
ti amarti. Ed ho paura, paura di cosa potrà succedere.
Sento
che ora che sai questo, posso parlarti a voce. Posso guardarti negli
occhi e dirti tutto ciò sento.
Girati.
Guardami.
Mi giro lentamente,
facendo scontrare i miei occhi con i suoi. Mille emozioni si scatenano
in me. Può essere? Può essere che Shade possa
essere innamorato di me?
E' un follia!!
-So a cosa stai
pensando. Si, è così. Sono innamorato di te. E'
così difficile crederlo?-
-Si, solo a pensare
alla freddezza di ieri pomeriggio-
-Te l' ho detto, ho
paura- Ribatte
-Di cosa?- Lo provoco
-Di quello che
può succedere poi-
-Già l' hai
scritto qui- Alzo il foglio -Ma non mi basta-
Lui si avvicina prende
il mio viso tra lu sue mani -Ho paura che un giorno possa finire-
-Non dirmi che tiri
fuori la storia della paura del rovinare un' amicizia-
-No, al contrario. Ho
paura di tornare amici. Chiamarti amore dopo averti chiamata amica
è semplice. Ciò che mi fa paura è
tornare a chiamarti amica-
-Potrebbe finire
perchè tu non proverai più le stesse cose di
adesso- Ribatto io.
Mi abbraccia, avvicina
le sue labbra alle mie orecchie -Ho paura!- Ripete.
Il suo fiato sfiora il
mio collo, ho i brividi su tutta la schiena
-Ho paura anche io-
-Davvero?- Mi chiede
-Credi che per me sia
facile?-
-Non lo so. Dimmelo
tu- Risponde lui
-No, non lo
è affatto. Non è per niente facile-
-Lo affrontiamo
insieme?- Porge la sua mano davanti a me
-Si!- Rispondo io,
ponendo la mia mano sulla sua.
Lo sa bene cosa penso:
niente dura per sempre. Nemmeno l' amore.
E' un sentimento cos'
fragile, che basta poco per renderlo in mille pezzi.
Lo amo, ma non posso
dire che durerà per sempre, odio dire "Ti amerò
per sempre, e se finirà sarà perchè
non mi vorrai tu" è una frase così brutta.
I sentimenti posso
cambiare, i miei, i suoi. Sono fatti della stessa materia, della stessa
sostanza; possono sgredolarsi entrambi.
Ci guardiamo negli
occhi, per degli interminabili minuti. Minuti in cui il mio respiro si
fa corto, respiro a fatica.
Ci guardiamo mentre
lui china il viso per regalarmi un dolce bacio sulle labbra.
***Eccomi qui!
Dopo un pò di silenzio, sono tornata.
So che devo aggiornare la mia long, ma ho avuto questa idea.
Questa è una one shot. La protagonista non lo specificata al
contrario, il protagonista è Shade.
Chi mi conosce lo sa bene che io adoro in modo incondizionato Shade e
che lo coinvolgo in ogni cosa che scrivo.
Ne sa qualcosa la povera Hatsune Miku, a cui scrivo recensione
chilmentriche per aggiungere dei teatrini.
Bene che altro aggiungere?
Spero vi sia piaciuta. Aspetto delle recensione per sapere
ciò che ne pensate.
Per le fan del Bluemoon, e per chi lo volesse, vi invito a leggere la
mia long fiction "Scambio d' amore", mi farebbe piacere sapere cosa ne
pensate.
Baci,
Tata/Angel :3
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