Come lo scricchiolio delle foglie

di hiccup
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Sei ottobre


Respiro appena
in quest'aria ovattata
dalle lacrime e dai gemiti
spaventati.

Lo so,
- lo sappiamo -
ogni giorno è l'ultimo;
loro arrivano e qualcuno di noi poveri disgraziati
s'allontana con loro
in pace.


E le urla di pazzia
i pugni contro i muri graffiati,
Basta.

Portatemi al patibolo, ve ne prego.

Johnny piange.
Il piccolo Johnny ha fame;
non c'è più vita nel seno di sua madre
solo cenere.
E Johnny piange perchè ha fame e paura.

La paura t'attanaglia le ossa e i muscoli e la mente
per le prime albe e durante le primi notti
senza luna.
Poi diventa dolore e nausea e sangue.


Ecco i passi pesanti degli stivali.
Jonnhy non singhiozza
mette le manine sporche sulle labbra spaccate
Le anime sussultano
quando la porta s'apre.

E' un fucile quello.

Oh, bè che dire? Addio.







Magari Jonnhy sarebbe potuto diventare un poeta.








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