Red rain

di genioincompreso
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-Non è facile da spiegare tutto questo.
Per niente... anzi è qualcosa di talmente difficile che faccio pure fatica a parlarne...la prego la smetta!-


Non passarono nemmeno cinque minuti che guardando fuori dal finestrino notai che là fuori, tra l'atmosfera grigia di una cittadina come tutte, goccioline di acqua salata ( probabilmente, lacrime di angeli persi nell'oblio) avevano cominciato a percorrere la loro inesorabile scia verso il nostro pianeta, bagnando tutto ciò che incontravano sul loro cammino.
Con un aria piuttosto rilassata mi accoccolai ancora di più su quel sedile così nascosto alla vista di chiunque e sospirando trassi dalla tasca dei miei sgualciti jeans il cellulare preistorico che mi avevano regalato i miei zii europei per il mio quattordicesimo compleanno.

Sempre la stessa storia...
Come sempre il suo volto si ripresentò sul minischermo con quel suo sorriso così meraviglioso e con quegli occhi blu accesi che sembravano leggermi dentro. Nel profondo.
Avrei voluto un milione di volte cancellare quella foto, cambiarla, metterne un' altra che mi facesse dimenticare ma no. Ognuna di quelle milioni di volte si era presentata al contrario come una volta capace di farmi capire che dovevo tenerla lì...accanto ad ogni mio sguardo, ogni volta che ne avessi avuto il bisogno quella foto sarebbe stata disposta a farmi ricordare. Nel bene e nel male.

-Hai visto?-
-Sì...e ne sono quasi meravigliata se devo essere sincera.-
Come un divo del cinema si scompigliò il prorompente ciuffo rossastro e tirando una boccata di fumo da una sigaretta che sembrava quasi interminabile, si mise a guardare il cielo.
Appoggiandomi al muro lo imitai.
-Bella la libertà...-
-Già...-
-Bella come...come...-
-Come una vita senza dolore...-
Per un istante i nostri sguardi si incrociarono poi ritornarono a guardare ciò che stavano guardando.


Il pullman fece una fermata abbastanza brusca che mi fece cadere, inavvertitamente, il cellulare di mano.
“Cazzo” Pensai, senza però accorgermi che qualcuno di molto speciale era appena salito.
Rimettendomi nella posizione comoda di poco prima la mia mente si trattenne piuttosto sul fatto che l'aggeggio dell'età della pietra si era impallato e non dava cenno di volersi riprendere.
“vaffanculo, vai al diavolo... tu e chiunque sia il conducente di questo merdoso mezzo”
“basta snix”
“basta un corno... mo ci alziamo e lo pestiamo a sto st...”
Appena in tempo.
Sbattei il cellulare sul sedile che mi stava di fianco e per dar pace al mio alterego alquanto incavolato mi misi a cantare come mi aveva consigliato il mio terapista...
 

"Quando tu fra mille anni non sarai più così bella
e quando io con tutti i sogni me ne andrò su
un'altra stella
se per due innamorati come noi un'altra vita c'è
L'amore sia con te l'amore sia con te
e non ti lasci mai sola."

-Sai Britt...penso proprio che un giorno tu la incontrerai....-
-Ma chi?-
-La tua anima gemella...-
-Non credo... non esiste...e se esiste non si innamorerà mai di me. Chi si innamora di un mostro vive solo nelle favole...-
Tutto ciò che ottenni di risposta fu una sua risata.
-Che c'hai da ridere?- Gli dissi tirandogli una gomitata.
-Tu non sei un mostro. Tu sei solamente... una creatura sfortunata ma speciale. Qui l'unica vera bestia sono io ed infatti...-


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Il nero.
Il nero intorno a me.
Mi sembrava di essere sommersa da un oceano di fulmini senza bagliore...scosse derivanti da spazi indecifrabile, investivano senza pietà tutto il mio essere ed io non sapevo neanche come comportarmi. Catene invisibili mi tenevano legata al suolo inconsistente e le mie palpebre come mattoni non volevano alzarsi.
Una tortura.
Una tortura nel nero più totale.
Fino a quando una luce non aprì un varco in quell'accecante cecità di dolore.

Il respiro mi ritornò tutto d'un tratto provocandomi un ansimo involontario che mi fece rizzare a sedere.
Poi una voce accompagnata da un tocco caldo e rassicurante che mi invitava a ridistendermi mi ridestò completamente da quello stato confusionale, facendomi accorgere oltre tutto di un dolore fisico pungente e infiammante, lungo tutto il braccio sinistro.
-Stia tranquilla signorina Lopez... alzandosi così di scatto si è strappata di dosso tutti gli aghi della flebo e degli altri vari liquidi...adesso glieli rimetto e vedrà che passerà tutto...-
“Aghi?”





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