Wings

di marty0029
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PREMESSA


Mi svegliai di soprassalto portandomi una mano al petto e cercando di far tornare il mio respiro regolare. Respira Meg respira. Spostai le coperte, che contribuivano solamente a innervosirmi e mi guardai il piede. Il piede sinistro per la precisione. Sorrisi leggermente leggendo la frase che c’era impressa sopra. “I miss you”. Già. Mi manchi. Mi manchi più di quanto cazzo potessi aspettarmi. Mi manchi più di questa cazzo d’aria che entra nei miei polmoni per evitarmi di morire soffocata. Mi manchi e basta! Scesi dal letto facendo un piccolo sussulto al contatto del pavimento freddo della mia stanza. Accesi la luce e mi guardai intorno. Quella stanza. Quanti ricordi. Ricordi che volevo dimenticare, ma che non ero capace di farlo davvero. Sospirai portandomi all’indietro un ricciolo che era sfuggito dal mio chignon arrangiato. Volevo davvero stare in questo posto? A Boston? Volevo davvero che qualcun altro decidesse così liberamente della mia vita? La risposta era facile. Se ero arrivata a quel punto, si. Si volevo che altri prendessero decisioni sul mio futuro, perché per quanto mi riguardava.. niente aveva più senso..

-Megan svegliati! Devi andare! Non vorrai certo fare tardi al tuo primo colloquio di lavoro!- disse mia madre entrando pimpante e correndo ad aprire la porta, per invadere la stanza di una luce dannatamente accecante che mi portò a nascondere il viso sotto il cuscino.

-oh andiamo! Sai quanto abbia spinto tuo padre per farti fare questo colloquio! Non puoi deluderlo!!-

Sospirai e spostai leggermente il cuscino cercando di abituarmi a quella luce.
-sono sveglia! 10 minuti e scendo!- dissi sperando che capisse che era arrivato il momento che lei uscisse di scena.

-ok! Va bene! Ti aspetto giù! Non riaddormentarti però!- disse uscendo.

Guardai quella donna uscire e un moto di rabbia si impossessò di me. Come cazzo faceva?? Come poteva far finta che non fosse successo niente? Mi alzai di scatto e mi chiusi in bagno. Avevo bisogno di una doccia. Decisamente.

-oh finalmente eccoti! Credevo che sarei dovuta tornare su con le maniere forti!-

-ci sono mamma tranquilla! Non mancherò al colloquio!- dissi sedendomi e prendendo un’abbondante tazza di caffè. Decisamente ne sarebbe servito un bel po’ per sopportare l’intera giornata.

-sai che questo è importante per tuo padr..-

-si lo so! Lo so!! Non c’è bisogno che lo ripeti ogni secondo sai?? L’ho capito! So che papà vuole vedermi avvocato!- dissi finendo la tazza di caffè e lanciando un’occhiataccia a mia madre.

-so è fatto in quattro per pagarti gli studi di giurisprudenza! Glielo devi! Se riesci ad entrare in quello studio, si può dire che avrai trovato il lavoro per tutta la vita!- disse eccitata.

La guardai. È vero. I miei avevano fatto molti sacrifici per mandarmi nelle scuole giuste. Volevano che diventassi un avvocato, ed era quello che ero diventata. Volevano che smettessi con il canto ed era quello che avevo fatto. Volevano far caso che non fosse successo niente.. ed era quello che cercavo di fare. Era difficile. Troppo difficile.





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