Buon
giorno/buonasera/'notte! (Dipende dai punti di vista.)
I
Chem mi hanno aiutato molto in questo periodo, e se non ci fossero
stati loro probabilmente ora non so se sarei ancora qui. Mi hanno
aiutato anche a parlare di lei, e soprattutto a scrivere su
di lei. Li ringrazio infinitamente.
Non
ho nulla da dire su questa ff. Solo che avrà due parti e che
ho stravolto i fatti e le date per rendere più ''credibile''
la ff.
Non
scrivo nulla di tutto ciò a scopo di lucro, non conosco
realmente i membri del gruppo dei My Chemical Romance.
(MA MAGARI!)
L'ho scritta solo per lei, quindi se la leggete o no, fottesega.
E'
per lei.
Per
te, nonna.
Mi
dispiace così tanto. Mi sento tremendamente in colpa. Ma ora
è inutile lamentarsi. E' troppo tardi.
Avrei
solo dovuto essere una persona migliore.
Ed
ora che non ti ho più al mio fianco, non posso fare altro
che illudermi e scrivere di te.
Spero
solo che ti piaccia.
***
Can
you forgive me for who I've been?
-Part
1.-
-Non
dargli peso, tesoro. Non farti influenzare dai loro pregiudizi. Non
lasciare più che ti facciano del male. Loro non sono nessuno
per farti questo. Mi hai capito?- Con quelle dolci ma ferme parole mia
nonna Helena riuscì a frenare i miei instancabili
singhiozzi. Mentre mi stingevo più a lei, facendo
prigioniero delle mie narici il suo odore che sapeva così
tanto di casa.
Mi
teneva stretto sul suo letto. Tra le sue braccia mi sentivo al sicuro,
quello era l'unico posto dove veramente mi sentivo a mio agio.
Tutti
i giorni passavo da lei, per tenerle compagnia, per raccontarle di me e
della giornata appena trascorsa e soprattutto perché volevo
riempirmi l'anima di lei.
Solo
che quel giorno era successo l'inevitabile.
Ero
seduto sull'imponente gradinata che preannunciava l'imponente edificio
del mio fottuto liceo, con imponenti teste di cazzo al suo interno.
Fumavo
la mia santissima sigaretta, gustandomela perché avevo
aspettato troppo tempo prima di poter estrarre quella dolce droga che
era la nicotina e che mandava in estasi i miei nervi che subito si
rilassavano.
Mi
guardavo intorno. ''Troia, coglione, troia, stronzo, troia, sbruffone..
uno scoiattolo!'' Mi divertivo a classificare tutti i bellissimi
esemplari di animali che frequentavano quello schifo di liceo.
Poi
la mia attenzione fu catturata da un gruppetto di scimmioni in un
angolo nascosto agli altri da grandi alberi, ma che io dalla mia
posizione riuscivo ad osservare perfettamente. Gli animali stavano
pestando qualcuno, lo vedevo dalla disposizione dei corpi. Due
evidentemente tenevano le braccia al povero mal capitato -come se
tenerlo fermo sarebbe servito. Non potevi comunque ribellarti.- e altri
tre si alternavano a colpirlo in ogni parte del suo corpo, con calci,
pugni, ginocchiate e gomitate.
Erano
solo dei codardi e degli sfigati. Cinque contro uno, è
normale? Quello fece scattare la mia rabbia.
Lasciai
tutte le mie cose li -zaino con dentro telefono e ipod, l'adorato
giubbotto di pelle e l'ormai caduta sugli scalini amata sigaretta- e
avanzai, quasi correndo, verso il gruppo di animali.
-Hey
Jake!- Urlai. Riconobbi il viso del capitano della squadra di calcio
-si quella scuola era così sfigata da poter giocare solo a
calcio perché il campo non era grande abbastanza e non
attrezzato.-
Quando
si voltarono, scoprii lo sfortunato della situazione. Quando Mark e
Paul gli lasciarono andare le braccia cadde sulle ginocchia, stremato e
senza forze. Si sforzò ad alzare il capo, per vedere in
volto chi era il suo salvatore. Io sbiancai.
Era
lui. No, non poteva essere.
Ero
proprio furioso. Gli scimmioni stavano pestando a morte -si,
perché per come era combinato se non fossi arrivato io la
''vittima'' non penso sarebbe sopravvissuta.- Frank Iero.
Ovvero, il primo ragazzo, per cui avevo preso la
mia prima sbandata. Anche se andava avanti dal primo liceo, ed ora mi
trovavo al penultimo anno, non volevo definirla qualcosa di
più di una semplice cotta. L'idea di soffrire per amore mi
spaventava. Quindi per me era solo una cosa ''passeggera''.
-Perché
tu e i tuoi scimmioni non andate a farvi un giro allo zoo? Guardate che
se non lo fate di vostra spontanea volontà mi
vedrò costretto a chiamare la protezione animale, che vi
sederà e vi rinchiuderà in gabbie anguste.-
Continuai strafottente, cercando di non mostrare tutta la rabbia e la
frustrazione per quello che avevo visto.
-Cos'è
Way, vuoi proteggere il tuo fidanzatino?- Se la rise Jake. -O dovrei
chiamarti... checca.- Sorrise beffardo il bullo,
che mi fece l'occhiolino per farmi capire di cosa stava parlando. E lui
come lo sapeva? Come era venuto a conoscenza della mia ''cotta'' per
Frank Iero?
Diventai
rosso peggio della salsa che mia madre metteva sempre sulla pasta e mi
avvicinai al calciatore. Gli diedi un pugno sullo zigomo con tutta la
rabbia e l'odio che provavo verso di lui e tutti quelli che avevano
fatto del male alla mia cotta.
Jake
accusò il colpo, perché non se lo aspettava, o
almeno non da uno come me, che non aveva praticamente muscoli e non era
alto un metro e settordici come lui. Si voltò verso di me
massaggiadosi lo zigomo che tra qualche minuto avrebbe iniziato a
prendere un colore violaceo ed io avevo già indietreggiato
di qualche passo, per darmi un vantaggio. Guardai il corpo inerme di
Frank, in posizione fetale, mi guardava. I suoi occhi nascondevano,
paura, rabbia, rassegnazion e... cos'era quella.. gratitudine? Per me?
Incatenai
il mio sguardo al suo e gli feci cenno di scappare, ora, o non ne
avrebbe più avuto occasione. Lui capì e cercando
di non farsi notare dal branco si alzò a fatica e
poggiandosi al muretto si allontanò.
Ero
più tranquillo in quel momento. Ero riuscito nel mio
intento, l'avevo salvato. Ora potevano anche
pestarmi.
Jake
mi guardò furioso. Io gli sorrisi beffardo, indietreggiando
ancora. Pronto per una corsetta leggera.
-Prendetelo!-
Urlò il bestione capo ai bestioni soldati. Non gli feci
neanche muovere un passo che ero giù ritornato sulle
gradinate a riprendere la mia roba. L'afferrai con una mano e scappai
attraverso il bosco, che mi avrebbe portato dritto a casa Rush.
Dopo
quelli che saranno stati trenta minuti buoni di corsa a perdifiato per
seminare i bestioni soldati arrivai davanti casa di mia nonna. Sorrisi,
poggiandomi alle ginocchia per riprendere fiato, per la mia impresa
appena compiuta.
Avevo
salvato Frank Iero. Ero riuscito a dare un pugno a quel coglione di
Jake. Ed ero arrivato sano e salvo, senza neanche un graffio. Magari mi
sarebbero servite svariate bombole di ossigeno, ma quello era solo un
particolare.
Ma
evidentemente avevo parlato troppo presto.
***
L'ho
divisa in due parti perché se no veniva giù un
papiello manco la divina commedia!
Alla
prossima parte. (?)
E
grazie, Stef. Per tutto.
XO
Lover.
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