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24 aprile 2007 Vorrei scrivere una fan fiction
“seria” su Queer as Folk, ma prima voglio provare a entrare un po’ nella mente
dei personaggi, per cercare di comprenderli meglio. Scrivo circa due brevi
oneshot di pensieri riguardo ai personaggi che mi interessano, prendendo
in considerazione alcuni punti dove cerco di inserire i pensieri: gli ultimi
episodi della seconda serie. (Praticamente è una specie di esercizietto
preparatorio per vedere se sto in character.)
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Brian Kinney (Justin lascia Brian
per mettersi con Ethan)
Sono consapevole di essere uno stronzo. Non
perché io non mi interessi delle persone che sono intorno a me, anche se in
parte è così, né perché fingo costantemente di non avere nessuna cura delle mie
amicizie. Semplicemente, sono uno stronzo di natura con lui. Dico che è nella mia natura perché
sono fatto così: mi piace scopare e lo faccio senza alcun problema con chiunque
mi possa dare del puro sesso.
Non mi interessano le relazioni, l’amore...
anzi penso che siano tutte cazzate, perché chi dice di amarsi in realtà poi cosa
fa? Molti si tradiscono, tantissimi mentono a se stessi e al partner,
continuando a dirsi felici nonostante la propria insoddisfazione
interiore.
Io non sono affatto insoddisfatto. So di essere bello e
attraente, e mi scopo chi mi pare. Se chi mi incontra non può accettare chi
sono, non può neanche avvicinarsi a me: Brian Kinney, tutti conoscono questo
nome, tutti sanno cosa vuol dire.
Ma lui, all’inizio almeno, non lo sapeva.
Io invece sapevo benissimo che era un ragazzino immaturo, che non aveva alcuna
esperienza e che era uno sprovveduto. Me ne sono accorto dopo poco, perché era
davvero molto ingenuo, e lo è stato ancora per parecchio tempo. E, per certi
versi, lo è ancora...*
Sono appena uscito dalla dark room del Babylon,
dopo una scopata come le altre. E cosa vedo? Michael mi ha detto che Justin si
vedeva con qualcuno, e che era qualcosa di particolare... eppure io non l’ho
ascoltato. Ho capito anche io quello che è successo, ma non ho mai avuto
intenzione di fare nulla: lui scopa chi gli pare, esattamente come faccio io, e
neanche i nostri assurdi accordi in fondo contano per me.
Ma per Justin
sì...
Lo guardo impegnato in un bacio che appare molto appassionato, e
non mi muovo minimamente. Lui si accorge di me, e mi tolgo la maschera per
guardarlo negli occhi, senza parole. Cosa
farai? Vedo i tuoi occhi, delusi, stanchi, tristi, e poi vai via con lui,
l’altro, quello che ti ha rapito il cuore con le sue romanticherie, con chissà
quali dolci parole che io non sono in grado di dire, né le vorrei mai
dire.
Anche se dentro di me sapevo che sarebbe successo, ho sperato fino
all’ultimo che tornassi fra le mie braccia. Ma tu non lo saprai mai. Mi rimetto
la maschera con indifferenza, anche se sul palato sento il sapore amaro di una
delusione che è anche mia. Accosto un ragazzo e ballo con lui, mentre la musica
nella mia mente svanisce e ballo per mera inerzia.
Deglutisco cercando di
sciogliere quel nodo alla gola – quello strano nodo – che si è formato e che mi
impedisce di rilassarmi. Credo di sentire qualcosa che punge e preme contro i
miei occhi, ma è impossibile che io pianga per una cosa del genere: non me ne
importa nulla.
Justin ha fatto la sua scelta: e, quella scelta, non sono
io...
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Justin Taylor (Justin mette alla
prova Brian, e dopo l’ennesima delusione, va via con Ethan)
Brian: è
stato amore a prima vista. Lui è stato il mio primo uomo, il mio primo amante,
ma non solo, perché mi ha insegnato un sacco di cose sull’omosessualità e sui
rapporti umani. Ma la sua grande pecca è proprio nella cosa più fondamentale per
ogni essere umano: l’amore. Non sa cosa vuol dire questa parola né lo vuole
comprendere; anzi, neanche esiste nel suo vocabolario!
Io, però, sono un
tipo determinato, e volevo lui sin
dal principio, anche sapendo che non voleva avere un ragazzo. Mi sono impegnato
al massimo... eppure sembra che non ci sia mai un risultato: Brian scopa
indistintamente chiunque, a prescindere da tutto il resto. Insomma, spesso basta
che respiri – tant’è vero che se li è praticamente fatti tutti, o quasi. Non
capisco come faccia. A me non va affatto bene farmi chiunque: sì, d’accordo,
qualche volta è eccitante, qualche volta mi piace divertirmi con Brian e con
qualcun altro, ma, dopotutto, vorrei soltanto che mi dimostrasse un po’ più di
affetto.
Neanche amore! Mi basterebbe un po’ di affetto: una briciola del
suo essere, una qualche minuscola attenzione per me... cosa che puntualmente non
accade. Del resto, cosa mi posso mai aspettare, da Brian Kinney? Anche quel
patto che abbiamo fatto, in fondo so bene che per lui non ha molto
significato.
E poi ho conosciuto Ethan. Ethan, che con le sue parole mi
ha sorpreso, mi ha stupito: lui è molto diverso da Brian. Praticamente è un
artista di strada, è povero, non è appariscente come Brian, eppure ha qualcosa
di profondamente affascinante: la cadenza della sua voce, i suoi occhi
magnetici, il suo animo poetico e la sua sensibilità...
Dall’altro lato,
c’è Brian. Le ho provate tutte: ho cercato in tutti i modi, se non di farlo
sbilanciare, almeno di dargli la possibilità di mostrarmi che ci tiene un minimo
a me, e che non viviamo insieme solo perché sono una delle sue tante scopate. So
bene che siamo diversi, però a tutto c’è un limite. Lui preferisce tutto, tutto
il resto – le avventure, il Babylon – a me. Non gli importa mai di passare anche
solo una serata in mia compagnia per
il semplice gusto di farlo. Forse ho sbagliato a cercare di andargli così
vicino...
Ethan: Ethan e i pic-nic romantici in casa, Ethan e le sue mani
calde, la sua pelle profumata, Ethan che suona nudo melodie d’amore, guardandomi
pieno di speranza...
E così sono andato dall’altro: Brian ha detto che devo essere io
a scegliere qual è il mio posto, ma Ethan ed io abbiamo litigato e non c’è stato
verso di ragionare insieme, anche se io in quel momento mi sentivo deciso a
stare con lui. Forse, però, non lo ero abbastanza.
Come potevo sapere che
me lo saprei ritrovato qui al Babylon? Brian mi ha deluso ancora una volta:
niente pic-nic, niente tempo per noi due soli, e niente, nient’altro che il
solito Brian Kinney che scopa con qualcuno che non sono io.
Le labbra di
Ethan sono morbide, dolci e cariche di promesse, di passione, di sentimenti.
Vedo i suoi occhi guardare dietro di me, e c’è Brian, che ci osserva: si toglie
la maschera. Sembra quasi che voglia dire qualcosa, invece si limita a
guardarmi. Cosa faccio? Ma tu non
rispondi; Sono io a dover decidere. Ti guardo con un po’ di tristezza – forse
tanta – ma non riesco più a starti accanto, perché non sono felice.
Con
un ultimo sguardo, vado via dal Babylon insieme ad Ethan.
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