Storie da liceo.

di EmptyEyes
(/viewuser.php?uid=151866)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.



Capitolo 6.

Camminando per i corridoi dell’Istituto Jasmine riusciva a percepire i sentimenti di chi le stava intorno, la gioia di stare con gli amici, le preoccupazioni per un’imminente verifica o interrogazione e l’amore delle classiche coppiette nate tra i banchi di scuola. Tutto questo perché la sua mente era libera, non c’era Marcelo a fissarla con aria di sfida, o dubbiosa o chissà che altro, che la faceva sentire in colpa, pur non avendo fatto nulla, per cui passava le giornate a chiedersi cosa diamine avesse fatto, detto, sentito di così tanto turbante.

Cercava risposte inesistenti perché inesistenti erano le domande. Il moro non le stava chiedendo niente davvero, voleva solo farla sentire a disagio. Però lui non c’era più. Tre mesi prima aveva letto quella parolina con la ‘a’ preceduta da una parolina più piccola con la ‘n’. Non ammesso.

Ora la sua ragazza non era più tale, dopo tradimenti leciti o meno da entrambe le parti.  La riccia al momento era libera da relazioni vincolanti a togliere il fiato che facevano sì sentire una fanciulla appartenente al belloccio di turno, ma proclamavano dei limiti oltre i quali diventavi disprezzabile e dentro i quali ti sentivi oppresso.

Aveva i suoi amici, i suoi amici di letto e i suoi compagni di scuola. Era una normale adolescente. Ovviamente anche prima lo era, però era fidanzata, il che faceva di lei un’adolescente in piena fase ormonale, non in fase normale.

Per quanto riguarda Marcelo non so che dire, non si ebbero più notizie dirette, solo segreti indicibili tra lui e lei, una storia sospesa a mezz’aria senza un punto di fine, come sarà quella che sto raccontando, per par condicio diciamo.

Mantenendo la tradizione della sera magica, ogni tanto, senza un numero preciso di giorni di distacco, che comunque Jasmine contava tutte le volte, il suo forbidden dream–sogno proibito- riapriva la loro chat privata, e con essa il cuore della sua piccola grande bionda riccia e, aimè, ex fidanzata.

Da quello che si dicevano figurava un amore passato non del tutto sepolto sotto una valanga di promesse non mantenute. Nessuno dei due credeva più nel per sempre, non che il nostro uomo forte e duro ci abbia mai creduto.

Nessuno dei due vedeva più nell’altro un compagno o compagna di vita eterna, con cui condividere ogni istante rimanente della loro esistenza.

Entrambi, però, si sentivano svuotati, dall’assenza dell’altro o dell’altra; così si appendevano ai miseri brandelli di ricordo, flebili e sempre più lontani nella mente del vecchio compagno o della vecchia compagna.

Entrambi non riuscivano a sopportare l’idea di avere partner stabili ad di fuori di colui, o colei, che aveva rubato innegabilmente e per sempre, il cuore altrui.
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1309956