Ombre di una storia infinita

di Unicorno Peloso
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Yvonne Komova,

Tra giusto e sbagliato.
 

Non avrei dovuto farlo. Non avrei voluto farlo.
È che l’ho vista lì, correre, come spaventata, ho pensato fosse facile.
Ho pensato che quelli erano gli Hunger Games: “Hunger Games” vuol dire rinunciare a se stessi, pur di tornare a casa.
Vuol dire avere il coraggio di rischiare, vuol dire dare ascolto all’istinto, come bestie.
Per una volta ho agito d’impulso.
Volevo solo tornare a casa. Un avversario in meno, un avversario così debole da scappare, da essere disarmato.
Credevo fosse facile. Credevo di potercela fare. Ai rimorsi ci avrei pensato dopo.
Avevo solo paura di non poter tornare indietro.
Volevo solo tornare indietro.
Ho perso me stessa in un secondo. Quel secondo in cui ho pensato che una morte in più sarebbe stata giusta.

— Finché ucciderò qua dentro, e finché non sarà per divertimento, non sarò mai un mostro. Vero?

Falso. Finché pensi sia giusto farlo, sei un mostro.




 Bacheca dell'autrice

Allora. Con Yvonne ho combinato un casino, dando poco retta alle caratteristiche reali del personaggio e mandandola semplicemente incontro a morte certa. Ci sono una serie di ragioni per cui l'ho fatto che adesso non posso spiegare, però sappiate che ne sono molto rattristata. Ecco perché ho cercato di dare un senso in questa drabble. Beh, immagino che ci rivedremo nel prossimo capitolo.


Scritto da gattapelosa

Allegramente colorato
Postato da NiallsUnicorn




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