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Fandom: Good Omens
Rating: Per tutti
Personaggi/Pairing: Azraphel, Crowley
Tipologia: OneShot
Genere: Commedia,
Slice Of Life
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e
tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente
storia, non mi appartengono.
Note: Lievissimo AzCrow.
§§§
“IS
IT TRUE THAT, EVERY TIME A BELL RINGS, AN ANGEL GETS ITS WINGS?” “BULLSHIT!”
“Vuoi
dirmi che “La Vita è Meravigliosa” è una bufala colossale?”
Crowley non poteva crederci.
Insomma, un povero diavolo decide di prendersi un po' di tempo libero dopo gli
straordinari che ha fatto per circa una decina d'anni, decide di invitare
qualcuno al cinema a vedere un film che
pensa potrebbe interessargli...
E scopre che non solo a fare una buona azione,
ogni tanto, ci guadagna solo una serie di risatine per tutta la durata del film,
ma in più scopre che i 5 dollari spesi per i biglietti del cinematografo sono
stati sprecati perchè è un film, testuali parole di Azraphel: “Che non sta né in
cielo né in terra”?
L'angelo, che ancora ridacchiava di tanto in
tanto, annuì, stretto nel suo pastrano nero e nella sciarpa di lana argentata:
“Non funziona proprio così.” ammise Azraphel, calcandosi per bene in testa il
cappello.
Sbuffando esasperato, Crowley ficcò le mani in
tasca e chinò la testa, avanzando faticosamente sul marciapiede affollato di
persone proprio all'uscita dell'unico cinematografo aperto il giorno di Natale
nella Downtown di New York.
“E
quindi Clarence non ha guadagnato le sue ali?” chiese testardamente il demone.
“Non
so da dove il regista abbia tirato fuori una cosa del genere ma no, non le ha
guadagnate... Perchè ti interessa così tanto?” domandò curioso l'altro,
portandosi al fianco di Crowley per spiarne il volto abbassato.
“Tu
come hai guadagnato le tue ali?” chiese all'improvviso il demone, fissandolo
torvamente da sotto il cappello con i suoi grandi occhi gialli.
“Io?”
ripetè Azraphel confuso.
“Si,
tu. Come le hai ottenute? Ricordo che ti facevano proprio bene da ombrello
quando eravamo nell'Eden ma mi sono sempre chiesto come le hai ottenute...”
“Le
ali non sono un ombrello.” esclamò pacato l'angelo, cercando il più possibile di
nascondere l'imbarazzo al ricordo di quella prima volta, di quel loro primo
incontro, stupito che pure l'altro lo ricordasse.
“Allora
dimmi come le hai ottenute.”
Restarono in silenzio parecchi minuti, dritti
in mezzo al marciapiede deserto, sotto la neve, uno di fianco all'altro, in
attesa di una risposta, Crowley, di una scappatoia Azraphel.
“Non
prima di sapere perchè ti interessa tanto scoprire come gli angeli ottengono le
loro ali.”
“Potrei
rispondere perchè, per un soldato, è sempre utile essere a conoscenza delle
risorse della contraerea nemica.” disse meccanicamente il demone, facendo
fremere al contempo di rabbia l'angelo, che non aveva perdonato ai colleghi di
Crowley tutta la faccenda di Pearl Harbor e, malgrado sapesse che non c'entrava
granchè con l'intero attacco, detestava tutto ciò che poteva anche solo
lontanamente ricordare l'accaduto.
L'aveva trovata una cosa inutile e crudele.
Ma dopotutto erano demoni, erano i suoi nemici,
erano...
Come Crowley, anche se questi era
decisamente... atipico.
“Ma
la mia è semplice curiosità. Una curiosità che mi porto dietro da allora, quando
ero un piccolo demonietto al suo primo incarico importante, e ricordo di aver
pensato – Certo che è proprio figo, con quelle ali gigantesche e quella spada di
fuoco -” continuò, squadrando Az da sotto il cappello.
“B-Beh...”
iniziò cautamente l'angelo: “Ci nasciamo con le ali... Che poi nel corso della
vita ciascuno di noi decida o meno di tenerle in mostra dipende dal compito a
cui è assegnato. Sarebbe complicato, per me, presentarmi ogni giorno al lavoro
all'ospedale con le ali, oppure al cinematografo come stasera... Darei fastidio
alle persone.”
“Quella
vecchietta dietro di noi se lo sarebbe meritato. Non è stata zitta un secondo
dall'inizio del film.”
“Crowley.”
lo rimproverò bonariamente Azraphel.
“Ma
è vero! Doveva pure essere un po' fuori, parlava da sola.”
Sospirando e massaggiandosi le tempie per
prevenire un brutto mal di testa in arrivo, l'angelo riprese a camminare: “E se
andassimo in un posto caldo?” propose lui.
“C'è
un diner qui vicino.” replicò il demone, guidandolo lungo il marciapiede
scivoloso: “Voglio approfondire questo discorso, lo sai.”
Aspettandosi un vero e proprio terzo grado,
Azraphel seguì Crowley all'interno del locale, sperando in cuor suo che il
demone non ficcanasasse troppo nelle sue faccende private e che, in quel posto,
avessero una miscela decente di Earl Grey.
Ne aveva un grande bisogno.
Davvero.
Necessitava di energie se aveva anche
intenzione di recuperare la sua spada di fuoco, oltre che reggere alle domande
del demone.
Insomma, non che ad Adamo ed Eva servisse...
Più che altro, gli interessava molto
approfondire cosa davvero intendesse Crowley con “figo”.
Dopotutto, era pure suo compito raccogliere
informazioni sul nemico.
No?
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