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*° - Anni di Demone - °*
Gli anni di demone passano lenti.
I segni del tempo avanzano, passiamo la vita ad
invecchiare.
I demoni non sono mai giovani.
Il loro corpo si sviluppa piano, a piccoli
passi.
Ma le loro menti maturano in pochi anni.
Cosa ne è stato?
Cosa ne è stato di te, del figlio del mio
migliore amico, del mio nipotino adottivo?
Perché è sparito così in fretta, troppo in
fretta…?
Cos’è quella faccia, così seria, senza
espressione?
È troppo presto, piccolo, è troppo presto per
cominciare ad invecchiare…
Appena tre secoli fa sorridevi sempre.
Lo ricordo come fosse ieri.
Per me che sono vecchio, forse era ieri.
Io dimentico. Per natura io tendo a dimenticare
le cose appena dette, appena viste.
Ma la mia memoria a lungo termine è tra le
più infallibili.
Come non dimentico il volto di tuo padre, come
potrei dimenticarti?
Per me che sono vecchio, siete ancora cuccioli.
Cuccioli che giocano alla lotta, si feriscono,
piangono, si consolano.
Non è più così?
Non siete più cuccioli?
Non siete più fratelli?
Ecco, come ogni volta che guardo questo luogo
tetro, il mio eremo tra le fiamme… irrimediabilmente penso alla vita di prima.
A quando eravate insieme.
A quando eravate vivi
A quando ero vivo anch’io.
Conobbi tuo padre ieri.
Non era ieri, ma per me che sono vecchio, è
come se lo fosse.
Imboccammo le nostre strade, la nostra amicizia
non si ruppe mai.
Artigiano.
Guerriero.
Le nostre vite erano come le volevamo.
Le costruimmo lentamente, con pazienza. Avevamo
tutto il tempo del mondo.
Io ormai fabbricavo ottime spade. Non erano
perfette, così ho dimenticato i loro nomi.
Io tendo a dimenticare, per natura…
E lui, il guerriero potente, aveva conquistato
il cuore di una bellissima fanciulla…
Poco dopo, le mie spade divennero perfette.
Ed eri nato tu.
A guardarti adesso, stento a riconoscere quel
cucciolo.
Quei grandissimi, luccicanti occhi dorati.
Ricordo che i tuoi occhi sorridevano sempre.
Sempre, in qualsiasi momento, per qualsiasi
cosa.
Sempre troppo basso per aiutarmi nel mio
lavoro, sempre troppo piccolo.
Ma ti allenavi. Anche tu ti allenavi per
diventare qualcuno. Per diventare adulto e cominciare
a vivere.
Poi le cose sono cambiate.
Tua madre partita, il mio amico distrutto.
E poi l’altra donna, la madre umana di tuo
fratello.
Forgiai Tessaiga per lei.
La spada demoniaca per difendere gli umani.
Le loro vite fragili che non durano il tempo di
un respiro.
Non avercela con tuo padre per averle ceduto.
La sua dolcezza avrebbe sciolto la tempra più forte…
Tessaiga si divise e nacque Tenseiga.
Il tuo carattere era ormai noto, così l’origine
della spada ti fu nascosta.
Tuo padre era morto. Non eri più un bambino.
Ed i tuoi occhi non hanno più sorriso.
Perché la tua anima è morta?
Le cose andarono così, o sono io che tendo a
dimenticare…?
Gli anni dei demoni sono lunghi, ma non eterni.
La vita di tuo padre si è spezzata, la mia si
spegne lenta in questi lunghi anni.
Vi guardo, e penso che siate sciocchi.
Quando tuo padre è morto, ho sentito che non
avevo più tutto il tempo del mondo.
Ho cominciato a sentirmi vecchio.
E anche tu, che eri cucciolo, sei diventato
adulto di colpo.
E quando si è diventati adulti non si può far
altro che cominciare ad invecchiare.
Nemmeno noi demoni siamo eterni.
Ma per ora siamo ancora vivi.
Sei ancora vivo, cucciolo, svegliati!
Sei morto insieme a tuo padre, quel giorno di
due secoli fa.
O forse era ieri…
Tuo fratello ha tentato di ucciderti. Ma non l’ha
fatto.
Perché tu sei già morto.
Ma lui non lo crede. Lui è vivo, e
pensa che lo sia anche tu.
Lascia che tuo fratello ti guidi, lasciati
vivere…
Questo vecchio non potrà ricordare per sempre.
Ricorda tu il tuo volto di cucciolo.
Non lasciare i ricordi.
Sono la prova che sei ancora vivo.
Per me che sono vecchio, ogni giorno potrebbe
essere ieri.
I ricordi si fondono insieme.
La mia gioventù, la tua, quella di tuo
fratello.
Siamo tutti la stessa persona.
Siamo tutti ancora vivi.
Owari
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