Era la prima volta che avevo la possibilità di ammirare con questi miei occhi
così tanta vita, riunita in un unico luogo. Ragazzi, ragazze, adolescenti,
bambini, uomini, donne, vecchi e giovani, tutti nella stessa stanza. Esseri
umani…con i loro sogni, le loro paure, le loro speranze, i loro piccoli amori,
le loro vittorie, le loro delusioni…Le loro lacrime, di gioia o dolore. Dovetti
richiamare a me tutta la forza di volontà di cui disponevo perché in cuor mio
(cuore? Magari l’avessi) avrei voluto nutrirmi di quegli esseri fino a ridurli a
un mucchio di gusci vuoti
Il vecchio Silente mi aveva accompagnato di persona fin dentro le mura di un
enorme castello che mi aveva spiegato essere la sede principale di quella che
era chiamata "Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts". Diversa da Azkaban, in
molti modi…eppure stranamente somigliante…e non stò parlando degli alti torrioni
o delle sue granitiche mura…
Aleggiava attorno a quella scuola un alone di morte molto simile a quello che
era possibile respirare in quella che era la mia "casa". Molte cose erano
accadute in quel castello, tragedie segrete che nessuno aveva mai avuto il
coraggio di mettere in scena…Potevo sentirlo con la stessa chiarezza con cui
sento questa penna che ora stò impugnando tracciare neri scarabocchi su questo
foglio bianco
"Ti abituerai subito…" mi sussurrò l’anziano preside di quell’istituto,
mentre ci apprestavamo ad entrare in quella che era chiamata "Sala Grande"
E fu allora che quel meraviglioso spettacolo di vita mi si presentò
dinanzi…Rimasi come inchiodato, appoggiandomi al muro adiacente il portone
principale. Tante piccole candele fluttuavano in aria come sospese, mentre
quattro file di tavole erano state imbandite con ogni sorta di pietanza…potevo
veder brillare gli occhi di quei giovani essere umani davanti a quelle
prelibatezze…e se avessero potuto, anche i miei occhi avrebbero brillato davanti
a quello che sarebbe potuto essere per me il più sontuoso banchetto della mia
giovane non-vita…
avrei potuto…
avrei voluto….
divorarli tutti…
avrei potuto scagliargli contro un intera truppa di Dissennatori…ma il
profumo della libertà si rivelò esser più forte del brutale istinto
predatorio
"Miei giovani studenti"
Il vecchio esordì così,e devo confessarvi che non mi ero neppure accorto che
si fosse allontanato da me…
"Ho il piacere di dare inizio a un nuovo anno scolastico qui ad Hogwarts"
L’anziano preside si prese una piccola pausa
"Ma prima di dare inizio al consueto banchetto di inizio anno ho delle
comunicazioni urgenti da fare"
Questa era da vedere….le loro faccie intendo. Quando avrebbero saputo che per
quell’anno avrebbero avuto la "fortuna" di condividere la loro magnifica magione
con noi Dissennatori.
"A seguito dell’evasione dalla prigione di Azkaban del ricercato Sirius
Black…"
Chiamala col suo nome, vecchio. Chiamala "Casa"
"Hogwarts avrà l’onere di ospitare, fino alla sua cattura, i
Dissennatori."
Forse sarà stata un’impressione dovuta alla troppa agitazione, ma mi parve di
notare un piccolo ragazzino dai capelli neri e arruffati comprotarsi in maniera
bizzarra. Era sbiancato di colpo e discuteva, come terrorizzato, con una
ragazzina dall’aria saccente e un altro ragazzino dai capelli rossi e dal viso
marchiato da uno spruzzo di brune lentiggini.
"Non avvicinatevi a loro per nessun motivo. Non uscite dai vostri dormitori
durante la notte. E cercate di rimanere soli il meno possibile."
Ecco…paura…
Il primo sentimento che si prova davanti a uno di Noi… quasi come fosse cosa
giusta e naturale…quasi come se l’unico sentimento che sia concesso provare
verso ognuno di Noi sia il terrore, la repulsione….il più profondo orrore….
"Ma se per caso dovesse imbattervi in uno di loro non, e ripeto, non compite
alcuna azione avventata. Chiamate aiuto, e fatelo immediatamente."
Oh si, chiamate aiuto…è più divertente…
"E proprio a questo riguardo ho il piacere di presentarvi il vostro nuovo
Supervisore all’Ordine Scolastico di quest’anno. Se doveste avere un problema,
un QUALSIASI problema con un Dissennatore…rivolgetevi a lui."
Il vecchio mi lanciò un’occhiata, che nella sua mente avrebbe dovuto
rappresentare un qualche gesto di intesa, di complicità…Cercava di mettermi a
mio agio. Tentativo ammirevole, quanto inutile
Mi avvicinai lentamente alla parte più estrema della Sala Grande, dove
Silente e gli altri professori erano radunati davanti ai giovani studenti.
Alcuni catturarono la mia attenzione più di altri… I loro occhi riflettevano
orrori del tutto inadatti alla loro giovane età.
Passando vicino a un tavolo a cui erano seduti alcuni ragazzini con un leone
cucito all’altezza del cuore sulle loro divise (Grifondoro mi avrebbe spiegato
in seguito Silente) non potei fare a meno di fermarmi per qualche istante
accanto a quello strano ragazzino dai capelli arruffati che tanto si era agitato
al solo sentir pronunciare il nome dei miei oscuri confratelli.
Lo guardai dubbioso, mentre l’occhiata che mi ricambiò lui era di puro
terrore.
La tentazione di nutrirmi fu forte…ma non solo.
Era curiosità. Pura e semplice curiosità.
Mi avvicinai. I suoi due compagni, che prima avevano tentato invano di
aquietarlo, adesso si stringevano l’uno con l’altro come per cercare nell’altro
quel coraggio che da soli sapevano bene di non possedere.
Un altro ragazzo, dalla faccia rotonda, rimase con la lingua attaccata al
calice dal quale stava bevendo. Dovevo aver ghiacciato il suo il Succo di Zucca
. Sentii una voce rimproverarlo
"Neville!! Vieni via!!"
Ritornai al giovane dai capelli neri. Solo adesso mi ero accorto di quella
bizzarra cicatrice a forma di saetta che aveva all’altezza della fronte.
La mia curiosità cresceva….dovevo sapere
CI sarebbero voluti non più di cinque secondi e dubitavo che il vecchio
potesse essere tanto veloce da fermarmi in tempo
Fu un attimo
Una decisione improvvisa, irruenta e irrazionale.
Gli afferrai violentemente il braccio e fissai i miei occhi sui suoi
E mentre scrutavo negli abissi della sua anima un oceano di sensazioni mi
invase.
Dolore, delusione, tormento
Ansia, depressione, insoddisfazione.
Odio, rabbia, rancore
Un ragazzino chiuso a chiave in una camera grande appena per conservare un
manico di scopa
Dovevo guardare ancora…
Un grasso signore coi baffi impugnava una sorta di bastone da passeggio e lo
stava usando come scudiscio sulla pelle di quel ragazzino
Guardare ancora…solo un altro po’
Vidi due figure, un uomo e una donna….Salutavano dolcemente con la mano,
mentre tenevano in braccio un piccolo bebè. Una famiglia?
Una foto. Una foto su una pagina bianca
Speranza, gioia….felicità
Un ricordo felice
Vidi quella foto prendere fuoco….prima i bordi si attorcigliarono divenendo
color nero cenere…poi quei due volti sorridenti diveniroro una poltiglia
indistinta di fumo e cenere.
"AVADA KEDAVRA!"
Una forte luce verde mi avvolse
Poi il nostro contatto si interruppe.
Appena tre secondi…avevo dunque fatto male i miei calcoli?
Rivolsi lo sguardo al tavolo degli insegnanti. Erano in agitazione, certo. Ma
erano tutti lì. Incluso Silente
Ma allora chi?
Guardai verso il ragazzo.
Una giovane dai capelli rosso fuoco stringeva quella che era fino a pochi
istanti fa la mia preda. La stringeva forte,con tutte e due le braccia strette
attorno al petto, quasi a volerlo proteggere. Teneva gli occhi bassi,
nascondendoli
Che avesse intuito? Che avesse capito che avevo bisogno di guardare negli
occhi, affinchè le mie vittime mi spalancassero il cuore?
No, non era possibile…e infatti…
Mi guardò, con mia grande curiosità. E quello sguardo lo ricordo ancora.
Aveva le labbra serrate in un ghigno di rabbia profonda, i denti digrignati
le stridevano lungo il palato. Alcune lacrime avevano già rigato il suo viso
segnato da una cicatrice di lentiggini. I suoi occhi scuri mi fissavano con aria
di sfida, con l’aria di una persona che se avesse potuto ti avrebbe ucciso in
quello stesso istante
Mai, dico MAI, ho mai sentito un odio tanto forte verso i miei confronti. E
ho vissuto ad Azkaban per sedici anni…
"Lascialo in pace" mi urlò contro "Lascialo in pace!!"
"Ginny!!" gridarono due gemelli dai capelli rossi.
Ginny eh…? Che nome ridicolo
Ma chi ero io per giudicare? Io un nome non lo avevo nemmeno
Le sorrisi leggermente, voltai lo sguardo e andai a prendere posto in mezzo
agli altri insegnanti
Mi guardavano tutti con aria terrorizzata. Alcuni si agitavano gesticolando
forsennatamente a destra e a sinistra mentre potei distinguere chiaramente una
voce dichiarare sfacciatamente
"È un animale Albus! Un animale!"
Sorrisi nuovamente.D’altronde ci ero abituato a sentirmi chiamare così.
Mi rivolsi a quel mio insolito pubblico di ragazzini.Parlai con voce chiara e
limpida, di modo che nessuno di loro avrebbe potuto lasciarsi sfuggire le mie
prossime parole
"Ed ecco come si nutre un Dissennatore. Non guardateli in viso. Non
toccateli. Non infastiditeli. Se ne vedete uno andate nella direzione opposta.
Se due di loro vi sbarrano la strada, urlate. Se sarete fortunati potrei essere
abbastanza vicino da sentirvi e da poterli fermare.Altrimenti pregate di essere
così schifosamente insignificanti da non costituire per loro nemmeno un misero
aperitivo. Ci sono domande?"
La ragazzina dai capelli rossi continuava a fissarmi.
Stasera avrei avuto un motivo in più per non riuscire a dormire… |