Orme
cancellate
Passeggio sulla
battigia, passi lenti e calcolati, lo sguardo perso sulla superficie dell’acqua
quasi a volerne contenere l’immensità, a racchiuderne i limiti nelle mie
iridi. Il mare mi lambisce i piedi nudi e cancella le orme dietro me, adoro stare in solitudine ad osservare le meraviglie
della spiaggia e immergermi nelle onde dei miei pensieri. Lo adoro perché mi
stimola i pensieri e mi fa sentire parte della natura, quasi come ogni mia
particella si fondesse con l’ambiente circostante…pesce tra i pesci, onda tra onde, vento nel vento. Mi fermo e faccio
affondare ancora di più i miei piedi nella rena, lasciando che i granellini
chiari mi solletichino le piante portandomi un sorriso alle labbra. Attorno a
me la notte tinteggia la spiaggia di ombre scure; mi
siedo vicino la riva in un posto
nascosto dagli sguardi degli altri, ho soltanto bisogno di stare da sola …
Sola, chiedo tanto? Non credo; nessuno si preoccupa neppure di venirmi a
cercare…è paradossalmente divertente rendersi conto che, nello sconforto, sono
rimasta sola, che al mondo non fa differenza se ci sono o
meno. Non me ne frega, potrebbe non fregarmene
nulla se solo tu non fossi tra il mondo…lama che scava e ferisce, una realtà
che mi toglie la sabbia da sotto i piedi e mi tira giù con le sue mani nel
baratro dell’angoscia. Incredibilmente assurdo come tu, nella tua intelligenza,
non ti renda conto di quello che causi con ogni gesto che compi, con ogni
sguardo mancato, con ogni sorriso deviato dalla traiettoria che in realtà spero. Assurdo e disarmante, perché pensavo che ad un certo
punto avresti capito ogni mio segnale senza che io dovessi
spiegartelo e invece no…ancora una volta mi hai stupita, ti faccio i miei più
vivi complimenti, ma non di cuore, quello l’hai ucciso tu e oramai si è ridotto
ad un insignificante ammasso di carne
che cola denso sangue in giro per le mie vene. Eppure lo sapevo, che l’amore
avrebbe raggiunto anche te…quella malattia logorante e corrosiva che scava
finché non trova un appiglio e si radica alla tua anima impedendole qualunque gesto
razionale; lo sapevo ma ho sperato fino alla fine di
sbagliarmi, ho creduto che forse sarei stata io la donna della tua vita. Ah
l’illusione umana, quanti miraggi può approssimare al reale…
Chiudo i miei occhi e rivedo i
tuoi, con quella luce che solo l’amore può dare, mentre mi parli
sognante, mentre mi descrivi le tue dolci fantasie e nel contempo il taglio sul
mio petto s’allarga sempre più, ma tu non te ne accorgi…ingenuità allo stato
puro. Ma non ti biasimo, sono io quella impura, io che
ti amo in silenzio, nell’ombra delle mie paure. Avessi avuto il coraggio forse
non sarei qua adesso a cercare qualcosa di migliore,
tuttavia errare è umano anche se talvolta certi errori costano una vita. Guardo
il mare, di nuovo… si agita, infrange le sue onde sulla battigia lasciando
dietro sé una lieve schiuma bianca, anche lui è
inquieto come me, forse ha capito ciò che nessuno ha mai preso in
considerazione, forse lui ha visto la ferita che mi segna. Pare invitarmi a
seguirlo, dirmi che tra le sue braccia sarei felice,
in pace, cullata, certo sempre da sola ma mai ferita. Forse è veramente quello
che mi ci vorrebbe, stare lontana dal mondo e vicina a
me stessa, all’unica persona capace di comprendermi; forse dovrei davvero immergermi
tra le onde se solo non avessi paura dell’acqua che in profondità diventa scura
e torbida, cela segreti e creature spaventose, no non è questo che mi salverà.
Volgo la testa indietro, il tratto di spiaggia da me percorso è deserto e
l’afflusso di onde sta pian piano cancellando le orme
che avevo lasciato, poco male, tanto nessuno avrebbe avuto voglia di
seguirle…ancora due minuti, te ne do soltanto due per apparire e togliermi
questo peso che mi schiaccia nel vedere il tuo volto preoccupato…
Niente, come sospettavo
d’altronde, che speravo accadesse?! Tolgo il mio
compagno fidato da sotto la rena, è verde e tagliente e luccica ai riflessi
lunari, strano che un insignificante oggetto come questo possa nascondere un
tale segreto. Lo avvicino alla pelle mentre la mano
trema visibilmente, quasi in modo convulso. È un secondo, un battito di ciglia,
un respiro di un pesce e tutto è già compiuto…colano dai miei occhi stille
salate, colano dai polsi gocce rubino, colano le forze
via dal mio corpo assieme a loro. Mi trascino sul bagnasciuga e mi sdraio tra
la rena umida, brucia il sale sulle ferite, pare un fuoco che arde e mangia la
carne….chissà se almeno ti ricorderai di me, di me che ti amo con tutta me
stessa, di me che ti adoro più di chiunque altro.
D’improvviso la tua voce lontana
mi giunge alle orecchie, flebile ma chiara e il cuore rallenta, chiami il mio
nome non ci sono dubbi, lo chiami a gran voce, mi cerchi per tutta la
spiaggia…guardo la rena, il sangue ha tinteggiato la natura attorno a me e si spande
lentamente nell’acqua che mi lambisce, la morte accorre a grandi passi, provo a chiamarti ma
dalle mie labbra non esce che un suono debole e finalmente mi rendo conto. Le
mie orme sono completamente cancellate ed io ho sbagliato di nuovo…
Shottina triste venuta di getto, è molto corta ma
spero possa piacervi…. I personaggi non hanno volutamente volto così chiunque puo’ immaginare questa coppia come vuole…yuri o no^^ Una recensione fa sempre piacere, anche con
critiche eh?!^^
Besos
Mione14