Vita introspettiva.

di Paolo Ciraolo
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Tempo.



Foto


Quattro o sei anni non di più,
abitavo in una casa grande sette stanze
e una mansarda.
Molte emozioni coloravano la mia infanzia,
mi sentivo protetto dai Giganti,
Mamma e Papà, fratelli e zii, nonna
che ancora oggi è dietro a noi a novantuno anni,
quasi novantadue.
Il giorno più bello che assaporavo era il Natale,
ancora oggi rimane la mia festa prediletta.
Tanti i ricordi di quella casa in Corso Italia,
oggi come allora una delle vie meglio frequentate della mia città.
Il primo monopoli lo ricevemmo, io e i miei fratelli, proprio quando avevo questa
età; ci abbiamo giocato moltissimo e lo abbiamo conservato fino
a qualche periodo fa.
Ma anche qualche mal di mola ricordo e il topolino che veniva
il giorno dopo sotto la tazzina del caffè.
Ero emozionato ogni volta di sapere quanto avrei ricevuto, in spiccioli,
per la perdita di un dentino e fremevo di gioia,
scoprendo qualche monetina in più.
Tempo è passato e, sono sicuro che oggi, il mio destino
sarebbe stato diverso, se non ci fossero stati i Miei
a precedermi e combattere molto spesso per me.
Tutto quello che hanno fatto è stato anche per il mio bene,
qualcuno se ne è andato nel tempo, ma è rimasto il loro affetto.




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