Sono qui steso sul
mio letto.
A fianco a me, con
la testa adagiata sul mio braccio destro c’è l’unica persona che abbia mai
amato.
Lei.
L’unica che vorrei
sempre vicino a me.
Sempre lei che a
volte vorrei fosse miglia lontano da me.
Quella che vorrei
fosse la persona più lontana da me.
Mentre siamo qui
distesi, vedo filtrare una strana luce dalla finestra.
Lei dorme
beatamente.
Io no.
Non ci riesco.
Ammetto che non mi
è affatto dispiaciuto stare semplicemente così a vegliarla nel suo riposato
sonno.
Ma so che non è
certo per vegliarla che sono rimasto sveglio.
Anche se la cosa
non mi è dispiaciuta affatto.
È che sapevo che
sarebbe successo.
Si.
È la mia
piccola,grande maledizione.
Assaggiare
finalmente un momento di pace, di serenità, di amore.
E poi piombare di
nuovo nel baratro della sofferenza.
Ha diluviato tutta
la notte.
È stato così buio
che non riuscivo a vedere ad un palmo dal mio naso.
L’unica cosa che
sono riuscito a vedere è stato lei.
Lei entrare
furtiva nella mia stanza.
Lei decidere per
entrambi senza darmi tempo per ragionare e cambiare idea.
Lei.
Lei.
Solo lei.
Ma ora purtroppo
torno a vedere il mondo.
E quella luce che
vedo non mi piace affatto.
Amore mio,
svegliati.
Chiudimi gli occhi
e decidi tu per me.
Che se non lo
farai, so già cosa succederà.
Questi i miei
pensieri.
Ma tu non ti
svegli.
Vedo il cielo
rischiarare.
E una familiare
fastidiosa luce entrare perfida tra le tende.
Ecco quella
malefica luna fare capolino tra nuvole che si diradano.
So cosa succederà.
E non voglio farti
male, amore mio.
Ti prego non ti
svegliare, non ora che silenziosamente sposto il mio braccio da sotto la tua
testa.
Vedo una leggera
smorfia sul tuo viso.
Ti prego non lo
fare.
Non aprire i tuoi
stupendi occhi.
Non fissarli nei
miei.
Non leggere la
sofferenza che in questo momento provo.
Ricordami solo
come mi hai visto ieri sera.
Non ricordarmi
come un lupo mannaro.
Ricordami come
quell uomo sciocco e innamorato, che vedendoti entrare ieri sera nella sua
stanza ha realizzato uno dei sogni più belli della sua vita.
Ricordami per
quello che tu mi fai essere.
Solo Remus.
E per una volta
nella mia vita, le mie preghiere sono state ascoltate,forse perchè la dea a cui
pregavo eri tu.
Non lo so e non mi
interessa.
So solo che non ti
sei svegliata.
E, per quanto
strano possa apparire, sono felice.
Quella maledetta
luce che mi perseguita sembra giocare con me.
Aspetta a
mostrarsi completamente.
Un poco alla
volta, mano a mano che io mi allontano dalla mia stanza.
Solo di questo
sono felice.
Che avessimo fatto
una sorta di patto, io e la mia malefica amica?
Che avesse capito
che lei è solo una cosa mia?
Che non si tocca.
Spero vivamente di
si.
Perché quello che
inizio a sentire ora, non vorrei mai che lei lo vedesse.
Sento l’odio.
Sento la pazzia.
Inizio a perdere
il controllo di me.
Sento crescere
dentro di me un mostro irrefrenabile.
Non dimenticherò
mai quello che hanno passato per me i miei migliori amici.
Ma quel mostro che
vive dentro di me e che sta ferocemente uscendo allo scoperto, no.
Lui non guarderebe
in faccia a nessuno.
Neanche alle
persone più importanti della mia vita.
Ne ai miei amici.
Ne a lei.
E per questo lo
odio.
È per questo che
quando lui vince io mi rintano in un angolino buio dentro di lui e non so che
altro fare, se non scappare.
Finalmente sono
uscito dal castello.
Sono in riva al lago.
Intorno a me
ancora il buio della notte e l’aria fresca della recente pioggia.
Ma quella malefica
luce inizia a rischiarare il tutto.
E si riflette
anche nelle acque del lago,la maledetta.
Ed ecco che lo
sento arrivare.
Come se mi venisse
incontro a grandi falcate ecco che si impossessa di me.
Ecco che
prepotentemente mi ricaccia nel mio angolino ed esce allo scoperto.
Ecco che vengo
rilegato a un semplice pensiero, ignorato.
Sento un dolore
lancinante.
Si perché Lui non
solo si impossessa di me, ma mi rende partecipe al suo dolore.
Se solo capisse
che dovrebbe provare amore.
Avrebbe così tanto
bisogno di amore.
Come me.
Ma Lui non si fa
avvicinare.
Se non ci fossero
stati i miei amici, credo che l’avrei completamente fatto vincere.
Il Suo è un dolore
troppo forte da sopportare.
Soprattutto da una
persona che di dolore ne prova già abbastanza.
O meglio lo
provava.
Si perché da
quando lei è entrata nella mia vita,io almeno, sono sereno.
Ma ecco che la mia
maledizione torna a farsi presente e nel momento in cui ho assaggiato l’unico
istante di pura felicità della mia vita, mi ri trascina nell’oblio del dolore.
Ed ora sono qui a
guardare il mondo dalla distorta prospettiva in cui lo vede Lui.
E lo sento urlare.
Urlare di dolore.
Lo sento, ma non
lo percepisco.
Credo sia stata
quella sorta di barriera che James e sirius mi hanno aiutato a costruire.
Quella che mi
costruisco per tenerlo comunque separato da me.
Per non farmi
annientare da lui.
Se sentissi, se percepissi
il suo dolore credo che ne sarei completamente risucchiato.
O almeno questo è
quello che diceva sempre Lily.
E io le credo.
Le ho sempre
creduto.
E sempre
continuerò a farlo.
Lo sento gridare.
Gridare a quella
malefica luna.
Fare ciò che anche
io nel profondo vorrei fare.
Gridare a quella
malefica luna che ci unisce così troppo spesso, di lasciarci andare.
Di lasciarci
vivere in pace.
Ed ecco che ci
ritroviamo entrambi qui a gridare a quella malefica amica che ci unisce in
questo infinito dolore.
Solo che lei non
ci ascolta.
O almeno non
ascolta me.
Lui grida.
Ma lei ci ascolta?
Ci ascolti, o
malefica compagna di notti durissime?
Senti il nostro
dolore?
Mi senti?
Sono sfiaccato.
Il sentire i miei
pensieri, sentirli risuonare in quella testa, non più mia è una sensazione
orribile.
Sentire la propria
volontà totalmente annullata.
O meglio sentirla,
ma vederla sbattere contro un muro sordo alla sua voce.
Poi all’improvviso
un rumore.
Un rumore di
ramoscello spezzato.
Un rumore talmente
insignificante che nessuno avrebbe calcolato.
Nessuno se non
Lui.
Provo pietà per
chiunque sia l’artefice del rumore.
Temo sia un
qualche studente dalla testa troppo calda, così come lo era stato Harry ai suoi
tempi.
Dovesse fare del
male a uno di loro, non credo potrei mai perdonarlo; a lui come a me.
Lo sento voltarsi
bruscamente in direzione del rumore e serrò forte i miei occhi per non vedere a
chi faremo del male, e intanto ripeto come una cantilena:
nonlofarenonlofarenonlofare.
Ma so già che non
mi ascolterà.
Poi lo vedo
fermarsi, scrutare e annusare la preda.
Un minuto!
Ma questo odore io
lo conosco.
No.
Lei no.
Sbarro gli occhi
per paura di avere ragione.
E ce l’ho.
La vedo lì in
piedi, con la sua camicia da notte bianca, che sembra eterea.
Perchè mi fai
questo?
Do la colpa a lei,
mi è più facile.
Perchè
semplicemente non mi hai dato ascolto e non sei rimasta in camera, a dormire?
Perchè dovevi
perforza vedere Lui?
Io non voglio
farti del male.
Ma lui lo farà.
E io non potrò
fare nulla per impedirglielo.
Poi dentro di me
scatta qualcosa all'improvviso.
Un ricordo.
Una piacevole
sensazione di potenza.
Ricordo di una
volta in cui, litigando con Sirius, lui mi disse che se non potevo combatterlo,
potevo almeno fare una delle cose che mi riesce meglio:Scappare.
E non so come, ma
lo faccio.
Ma non come faccio
di solito, rifugiandomi in un angolino al riparo da Lui.
Questa volta
scappo da lei.
E con me, trascino
anche Lui.
Che abbia
finalmente capito, quanto valga lei per me?
Che sia riuscito a
vincere su di lui?
A imporre il mio
volere e tenerlo a bada?
Questo non lo so.
Ma insieme per la
prima volta, scappiamo.
Forse ha percepito
la mia paura.
La mia paura di
farle male.
Paura che forse
lui ha percepito solo come paura.
Un qualcosa che
mettesse a rischio la sua e la mia esistenza.
E quindi
scappiamo.
Ma all'improvviso,
qualcosa lo fa bloccare.
Cosa è talmene
potente da farlo arrestare nella sua corsa?
Stupido mostro,
non ti fermare!
Continua a
correre!
Non senti la
paura?
Ma di nuovo,
questa volta non mi ascolta.
Finalmente capisco
anche io cosa lo ha bloccato.
-Remus! -
Quella pazza della
donna che amo, non sa a cosa sta andando in contro.
Capisco che Lui si
sta girando.
Vedo i suoi occhi
puntati su di Lei.
- Cosa fai?Sei
pazza? - questo è quello che le urlo io dall'interno, ma so che lei non mi
sente.
L'unica cosa che
può sentire lei è l'urlo mostruoso di questo essere che la fissa, scrutandola.
L'ha scrutata
abbastanza.
E in cuor mio so
già che sta per fare la cosa di cui mi pentirò di più in vita mia.
Si sta preparando
ad attaccarla.
Sento qualcosa
scattare in lui.
Sento una strana
frza montargli dentro.
Questa la sento.
L'unica sensazione
che sento di lui, è quando si prepara ad assalire.
Questa purtroppo
non sono riuscito a rilegarla dietro il muro.
Ed è proprio
questa che non voglio sentire.
Sopporterei mille
volte di più di sentire e portare con me tutto il suo dolore.
Ma questo no.
Vederlo caricare
contro la persona più importante per me, mi lacera il cuore, distruggendo quei
pochi brandelli che lei aveva ricucito insieme.
Lo sento
scalpitare.
Spostare
nervosamente la terra con una zampa posteriore e preparasi ad attaccarla.
- Cosa fai stupido
mostro?Lasciala stare!!! - ma non mi ascolta.
E neanche lei mi
ascolta quando le urlo di scappare. Di fuggire. Che è troppo importante per me,
per farle del male.
Sono destinato a
vedere soffrire la persona che amo.
Destinato a
vederla soffrire per mano mia.
Questo decisamente
non lo posso accettare.
E preso da una non
so quale misteriosa forza, rompo quella barriera che ci separa, venendo
inondato da tutto il dolore e tutte le sensazioni che prova quel mostro.
Lui.
L'altro me.
E per quanto mi
sia difficile, lotto con tutto me stesso, per non cedere al suo dolore.
Per non farmi
sottomettere ancora da lui.
C'è qualcosa di
più importante di me adesso.
Ora lo sento.
Sento che lotta
contro la mia presenza e cerca di avvicinarsi a lei.
- Non te lo farò
fare. Fosse l'ultima cosa della mia vita non te lo farò fare. -
mi sento investito
da sferzanti ventate di dolore.
Sensazioni così
forti che mi lacerano l'anima.
E urlo.
Urlo per
combatterle.
Urlo per
resistere.
E devo essere
riuscito in parte nel mio intento perchè lo sento urlare.
lo sento soffrire,
resistere alla mia presenza.
E poi lei.
Lei che sentendolo
urlare, si inginocchia e semplicemente dice, con il suo tono, diciamo
autoritario - Remus! -
Sia io che Lui ci
giriamo verso di lei.
Ma è proprio
pazza, mi ritrovo a pensare io.
Una paura folle mi
coglie; da solo potevo provare a combatterlo,ma con lei qui le cose si
omplicano.
però qualcosa mi
sconvolge.
Sento un qualcosa
dentro di lui.
Non so bene
definire cos'è.
So solo che si sta
avvicinando cautamente a lei.
Sento il suo odore
inondarmi i sensi.
E so che anche lui
lo percepisce.
Come si può
rimanere impassibili, bestiali, davanti a una creatura del genere?
Una creatura che
nella notte, così semplicemente inginocchiata sull'erba ancora bagnata di
pioggia, ti viene in aiuto, invocando il tuo ascolto?
Ecco che sta
facendo con Lui quello che ha sempre fatto con me.
Gli, Ci, sta
donando amore puro.
Lì con le braccia
aperte, pronte ad accogliere la sofferenza.
A non cercare di
capirla, semplicemente accoglierla, e cullarla nel suo immenso amore.
E sento un
qualcosa muoversi in lui, sento una strana sensazione di calore.
Si sta avvicinando
titubante.
Le gira intorno
cogliendo ogni minimo particolare.
Ogni minima
sfaccettatura.
Anche nella sua
visione contorta, Lei è l'unica cosa che rimane a fuoco.
L'unico punto
fermo in quel suo strano universo contorto.
E lui continua a
girarle intorno.
E lei
semplicemente se ne sta lì in attesa del verdetto.
Completamente
rilassata, e abbandonata in piena fiducia.
Mano a mano che
lui la scruta sento qualcosa sucecedere in noi.
Sento piano piano,
crescere dentro di lui la mia presenza.
E non sono più
quel piccolo pensiero, ignorato.
Sento il mio corpo
prendere forma dentro di lui e muoversi con lui.
Sento i miei
movimenti assecondare i suoi.
Ed è così che lo
vedo fermarsi davanti a lei.
Fissare i suoi
occhi in quelli di lei.
Ed è in un
momento.
E' come nelle
eclissi.
Quando i tre
pianeti si allineano lungo una linea immaginaria.
Io attraverso i
suoi occhi vedo finalmente quelli di lei, come se le stessi davanti.
E lei, lo so, mi
ha visto.
Ha scavato con un
solo gesto, con un solo sguardo dentro di noi; dentro di lui, dentro di me.
Ci ha in pugno.
Non io.
Non lui.
Solo lei, riesce a
tenerci a bada.
Sia io.
Sia lui.
E così quando si
porta una mano sulle ginocchia unite sull'erba come a invogliarci ad
accoccolarci su di lei, così come si fa con i cuccioli,
io sento, lo
sento, muoversi e di nuovo quella strana ma familiare sensazione di caldo
invaderlo.
Invaderci.
E quando lo vedo
accoccolarsi, come lei aveva detto, e farsi accarezzare, non sono più tanto
sconvolto.
La belva è stata
domata.
E solo grazie a
lei.
Ciao a tutti!!!
se siete arrivati
fino a questo punto, vuol dire che non vi ha fatto tanto schifo, o che ve ne ha
fatto tanto che non credevate che potesse andare avanti ancora per molto, e
quindi increduli avete letto fin qui...:P
comunque,
come avrete visto,
questa è l mia prima Remus/Tonks
io sono e sarò
sempre una Sidekick nell'animo e Ron/Hermione è la mia coppia preferita in
assoluto.
Ma ieri sera
quando ho spento e sono andata a dormire, da uno spiraglio della tenda entrava
una strana luce e guardando bene, ho visto la luna spuntare tra le nuvole...
e così mi è venuta
l'ispiration...
anche se
rileggendo(cosa che non mi piace mai fare) ho visto che non è venuta proprio
come volevo.
ma non riesco a
modificarla.
ogni piccolo
cambiamento è una tragedia.
quindi ho deciso
di postarla così.
tra l'altro non mi
funziona il word e sto scrivendo in notepad...
orrible...
sisi
comunque per ora è
tutto.
fatemi sapere un
pochino che ne pensate ok?
baciu
amy