Scelta di un
immortale
I
Primi incontri
Primavera.
Un uomo camminava lentamente per le vie di una città di mare.
Inspirava l'aria in profondità, godendo della fragranza dei
fiori che si mescolava piacevolmente con la delicata asprezza della
salsedine. Il sole sorto appena poche ore prima, illuminava le piante
tutt'attorno facendone risaltare i colori. Per chiunque non sapesse
nulla di lui, Jonathan Smidth era semplicemente un bel quarantenne:
capelli ondulati castani che arrivavano alle spalle e due grandi
occhi talmente scuri da sembrare neri. I suoi lineamenti dal colorito
abbronzato facevano pensare ad un'origine mediterranea. Vestiva
sobrio, non gli erano mai piaciuti gli eccessi di eleganza, ma dalla
qualità dei tessuti, si sarebbe potuto dire facilmente, che
fosse uno di quei pochi fortunati e strapagati uomini d'affari.
Quel giorno aveva appuntamento con un gruppo di giovani, contattati giorni
prima via mail. Erano quasi tutti studenti universitari alla ricerca
di un lavoro part-time. Si era presentato come rappresentante di una
multinazionale, interessata ad aprire una filiale in quella città
ed ora si recava nell'ufficio affittato apposta per una prima
valutazione di quei ragazzi. Cominciava a sentirsi stanco di quei
colloqui, era già il decimo gruppo che esaminava. Finora era
riuscito a trovare appena quattro candidati validi e ne mancavano
minimo ancora altri due.
All'ingresso
di un vecchio palazzo, una ragazza bruna dai capelli cortissimi
sbadigliò annoiata. Attorno a lei osservava gli altri
convocati per il colloquio, erano otto in tutto, ma uno in
particolare suscitava la sua curiosità. Era il più bel
fusto che avesse mai visto: lunghi capelli color miele e due occhi
verdi che sembravano usciti da un cartellone pubblicitario.
Guardandosi bene attorno però, non poté fare a meno di
notare che nessuno tra di loro poteva essere considerato di brutto
aspetto. Il ragazzo, accorgendosi di essere osservato le sorrise
furbescamente e lei si girò prontamente verso la finestra,
facendo finta di nulla.
Un
altro giovane infine, a causa la troppa tensione accumulata, cercò
di intavolare un discorso: “Qualcuno di voi ha capito di cosa
si occupa esattamente questa società?” Chiese vagando
con lo sguardo dall'uno all'altro. Il silenzio generale fu la
risposta unanime, in effetti i toni dell'annuncio erano stati
abbastanza vaghi. Alla fine tutti loro avevano risposto più
per semplice curiosità che altro, aspettandosi al massimo di
finire a consegnare volantini pubblicitari.
Quell'atmosfera,
fu presto interrotta dall'ingresso dell'uomo che avrebbe parlato con
ciascuno di loro. Diede l'impressione di essere profondamente stanco
e pensieroso, tuttavia appena appese la giacca su uno dei ganci
affianco alla porta, regalò a tutti loro un sorriso di
benvenuto e li invitò ad entrare in ordine di arrivo.
Nome?
Qualifica? Attività attualmente svolta, disponibilità
al trasferimento, aspettative ed ambizioni.
Le solite cose insomma.
Quasi tutti i ragazzi però trovarono decisamente strani, verso la fine del
colloquio, alcuni approfondimenti sulla propria situazione familiare
e affettiva. La domanda in particolare, che li vide quasi tutti in
difficoltà era stata “Cosa faresti se di punto in
bianco, non potessi mai più rivedere tutte le persone a cui
sei legato?”
La
giovane coi capelli corti rispose “Piangerei. Ma se ci fosse un
motivo valido, credo che dovrei farmene una ragione. Non so, è
una cosa a cui di solito non si pensa e si spera non capiti mai...”
Aveva sospirato alzando le spalle, ma i suoi occhi erano limpidi e
sinceri.
Il
ragazzo biondo invece scoppiò a ridere, come fosse la miglior
barzelletta mai sentita. “Dato che non ho praticamente nessuno,
non penso noterei la differenza!” Rispose grattandosi la testa.
Dopo
il classico formale saluto “Le faremo sapere”, ciascuno
di loro abbandonò l'ufficio entro la fine della mattinata.
'Ci
siamo...' Si disse Jonathan Smidth dopo aver chiuso bene tutte le
imposte, mentre ora andava all'agenzia immobiliare per la
restituzione delle chiavi. L'ultimo mese era stato a dir poco
infernale, non avrebbe mai pensato che fosse tanto difficile trovare
persone adatte ad affrontare la prova. Tra questi sei, soltanto uno
poi sarebbe diventato il suo successore e il periodo d'addestramento
non si presentava certo nella migliore delle epoche. Quando aveva
deciso di ritirarsi, si era sentito ben felice di quella scelta, tuttavia ora
al momento dei fatti, mille dubbi tormentavano il suo vecchio
spirito.
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