Fallen
Fallen
"Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato,
ma li precipitò negli abissi tenebrosi dell'inferno,
serbandoli per il giudizio"
2 Pietro 2:4
Ansimo. Fremo. Precipito.
Cado.
Non un gemito
dalle mie labbra, mentre la lama squarcia la mia carne. C'è
sangue ovunque: rosso sui miei vestiti e rosso sulle mura della
cattedrale. Un colore che mi ricorda l'inferno. Forse lo è,
l'inferno? No, sono solo le ferite che bruciano. Quelle fiamme mi
stanno inghiottendo, proprio come quel liquido scarlatto inghiotte il
pavimento di marmo. Vorrei lottare, ma le gambe tremano.
«Soul!».
Cado.
Digrigno i
denti. Due braccia mi cingono e l'inferno sembra improvvisamente
più dolce. Il rosso è scomparso, c'è solo il
verde. Un colore che allieva il fuoco nel mio petto. Forse
è il paradiso? No, sono gli occhi di Maka. Proprio quegli occhi
che mi hanno spinto a quel gesto suicida. Vorrei dirle che
andrà tutto bene, ma mentirei.
«No, Soul, ti prego».
Cado.
«Cretina... pensa a scappare», biascico appena.
Gocce salate
pendono dalle sue ciglia lunghe. Non ho mai visto Maka piangere, eppure
quelle sono proprio lacrime. Lacrime rosse in occhi verdi, forse
è l'inferno nel paradiso.
Cado.
No, sbaglio ancora. Non c'è nessun inferno o paradiso.
Una volta Maka
mi aveva parlato di una leggenda umana che parlava di angeli.
Sì, proprio gli angeli, esseri venerati dagli umani e
incredibilmente "cool", secondo Maka. Ci furono degli angeli che si
innamorarono delle umane e abbandonarono il paradiso pur di restare con
loro. Dio li punì, facendoli precipitare all'inferno.
Cadono anche gli angeli, vero?
Come un angelo
dannato, mi sono innamorato di un'umana. La stessa umana che
adesso urla il mio nome con disperazione, artigliando la mia squallida
felpa.
Gli angeli mentre cadevano pensavano alla donna per cui avevano sacrificato il paradiso?
Chissà
com'è per loro, nati in paradiso, l'inferno. Gli angeli caduti
non appartengono né all'inferno né al paradiso, ma solo
all'amore che li ha spinti ad un gesto folle.
Cado, come cadono gli angeli.
Non c'è
più il rosso o il verde, nessun inferno o paradiso. Affogo e il
buio mi accoglie, viscido e freddo. Continuo a scivolare verso il
basso. Trovo il nulla.
Ho paura e la
mia caduta si arresta. Non posso abbandonare la vita, inferno o
paradiso che sia. Devo vivere per Maka.
Risalgo.
L'anima si dimena nel petto.
Risalgo.
Mi aggrappo alle ombre di visi amati.
Risalgo.
Cuore, continua a battere, cazzo!
Risalgo.
Ed ecco apro gli
occhi e incontro i suoi. Rosso contro verde. Non importa, sono i colori
più belli che abbia mai visto. Gli occhi di un dannato come me e
quelli di un angelo come lei.
Risalgono anche gli angeli dannati, vero?
Una stanza
bianca, odore di disinfettante e una siringa nel braccio, ecco cosa
trovo al mio risveglio. La vedo, nonostante sia sporca di sangue e
ferita, rimane bellissima. No, non sono io l'angelo, ma lei.
Mi abbraccia. «Soul, sei vivo!»
Volo, come volano gli angeli.
Angolo dell'autrice:
Non è il massimo, ma fu scritta in un momento particolare della mia vita. :')
Importante:
Questa FF è stata pubblicata tempo fa su questo sito, quindi non
venite a dirmi che l'ho rubata a qualcuno. E' mia, infatti la ragazza
ha cancellato le FF che le avevo ceduto tempo fa.
|