True Love's made of hamburger and iced tea

di Nimel17
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“No!”
Belle stava procedendo a velocità sempre maggiore verso il nulla, verso ciò che le avrebbe fatto dimenticare. Non voleva dimenticare, aveva ancora così tanto da fare…
“No! Padre, come avete potuto! Aiuto!”
Questa volta non c’era la magia di Rumpelstiltskin a trattenerla e lei finì oltre, oltre…
“No!”
Belle si svegliò, nel suo nuovo letto, le lacrime seccate sulle guance.
“Merda! Merda!”
Continuò a battere sul cuscino, arrabbiata. Contemporaneamente a lei, qualcuno bussò alla porta.
“Belle? Posso entrare?”
Lei inspirò con il naso, si avvolse nella sua vestaglia e andò ad aprire.
“Tutto ok, Ruby, ho avuto un incubo. Mi dispiace averti svegliata.”
“Non stavo dormendo, stai tranquilla. La luna piena non mi fa dormire.”
Le due ragazze si sedettero sul letto, a gambe incrociate.
“Cos’hai sognato?”
“Che ero ancora nella miniera, verso il confine della città.”
Ruby le strinse la spalla, gentilmente.
“Non so cosa mi sta prendendo, ultimamente. Pensavo che, una volta allontanatami per un po’ da Rumpelstiltskin, sarei stata meglio.”
Belle lasciò che i capelli le nascondessero il viso, vergognandosi delle lacrime che avevano ripreso a cadere.
“Non si può ignorare il Vero Amore, Belle. Ascolta, io non ho mai incontrato Rumpelstiltskin prima della maledizione, e a Storybrooke non ero la sua fan numero uno, ma…. Ho visto come tiene a te. Quando mi ha chiesto aiuto per trovarti, era distrutto ed era pazzo di rabbia verso tuo padre.”
“Lo so. Ma è questo il problema. Lui si fa governare dalla magia, per lui il potere viene sempre prima di me.”
“Questo è ingiusto, Belle.”
“Hai ragione, lo è.”
Lei si appoggiò ai cuscini e si passò le mani sul viso e tra i capelli, cercando aria per respirare e aria per svuotarle i pensieri.
“Non ho mai voluto abbandonarlo. Non davvero. Ma questa volta deve guadagnarmi, Ruby. Gli ho già perdonato troppo. Non avevo intenzione nemmeno di fare questo, ma lui… lui ha fatto quello che gli avevo chiesto. Si è aperto con me. Mi ha detto tutta la verità.”
“E poi, lo ami.”
“E poi, lo amo.”
Belle sospirò.
“Mi sento così male, Ruby. Ripenso a quando ho detto a mio padre che non ero più innamorata, perché ero così arrabbiata… eppure tutto quello che riuscivo a pensare su quel vagone era che non potevo dimenticare Rumpelstiltskin, come se niente fosse.”
“In fondo, ti ha dato la chiave della biblioteca.”
“Lui era dentro. Io… gli ho detto che potevamo uscire, qualche volta.”
“Naturale. Stando lontani, aumenterete solo la vostra sofferenza. Non dimenticarlo, Belle.”
“A volte mi chiedo se il Vero Amore sia necessario. Se mi debba accontentare di un amore qualunque, normale.”
Ruby la guardò con occhi freddi, irati.
“Non osare parlare così, Belle. Il mio amore è morto, ucciso dalla mia incoscienza, ucciso dai miei stessi artigli. Tu hai la fortuna di averlo, vivo, innamorato. Amore non è amore quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l’altro si allontana…”
“Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai.”
Belle le prese le mani e gliele strinse.
“Grazie, Ruby.”
Si asciugò le tracce di pianto rimaste e si alzò.
“Ho bisogno di te. Lo so, è notte fonda, ma ho deciso di cambiare le cose, dom…oggi.”
 
 
Belle bloccò la mano sulla maniglia della porta. Le dita le tremavano, ma ignorò la paura ed entrò.
“Quel cartello con scritto Chiuso non è lì per bellezza….”
Rumpelstiltskin si fermò anche lui, gli occhi fissi su di lei. Belle cercò di deglutire, ma non ci riuscì. Tra le mani, lui reggeva la loro tazza.
Ogni volta che si avvicinava a lui, provava il desiderio di abbracciarlo e non lasciarlo mai.
Lei alzò il sacchetto che reggeva, con un mezzo sorriso.
“Hamburger? Con il the freddo di Granny.”
Il vestito d’oro che le aveva prestato Ruby stava facendo il suo effetto. Aveva disperatamente bisogno di quel vantaggio che le avrebbe permesso di controllare l’incontro.
“Sei bellissima. Vieni, entra.”
Il sorriso di Rumpelstiltskin era esitante, come se non sapesse cosa aspettarsi. Lei sentì un po’ di rimorso, ma lo seppellì. Bisognava procedere a gradi, o avrebbero finito per ferirsi involontariamente a vicenda. Ma com’era difficile, santo cielo!
Apparecchiarono nel retro del negozio e si sedettero di fronte, vicini. Prima di sedersi, lui si chinò in avanti e la baciò, posando gentilmente una mano sui suoi capelli. Belle chiuse gli occhi e si godette quel momento.
Nemmeno lei, che era stata in manicomio per ventotto anni, era così pazza da chiudere la porta in faccia al Vero Amore.




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