21/12/12
Un angelo arruffato.
È un angelo arruffato, quello che mi siede accanto,
sprofondato nel trench come un bambino sotto le coperte. Mi è
capitato poche volte di vederlo così: ha gli occhi pieni di
sonno e l'espressione stanca.
Sono tre giorni che mi sta incollato, esattamente dal 18 dicembre.
Sam gli ha detto scherzando che il 21 dicembre, cioè oggi, il
mondo finirà. Cas è impallidito e si è lasciato
sfuggire un "Oh... Ma è terribile". Da allora, insiste per non lasciarmi un attimo.
Mi seguirebbe anche al bagno.
"Cas... Non è vero, è una stupidaggine per fare soldi con
i film, i libri e tutte le altre fesserie... Diamine, sei un angelo,
hai fermato l'Apocalisse, come puoi credere a una cosa del genere?" gli
ho detto ieri, quando me lo sono ritrovato a un centimetro dal naso con
un'aria finto-discreta stampata sul volto. Anche se lo rimproveravo per
questo, non ammetteva mai la verità. Diceva "Passo per caso", con quel tono incerto e quell'espressione vaga che lo rendevano incapace di dire una bugia.
"... E non dirmi che passi per caso perché non ci credo e come scusa non è neanche originale!", l'ho preceduto.
Cas ha abbassato i suoi occhi belissimi per posarli di nuovo dentro ai
miei, serio e affranto: "Dean, in questi anni abbiamo affrontato ogni
tipo di minaccia... Le peggiori erano quelle che arrivavano
all'improvviso, per questo credo che non dovresti sottovalutare questo
pericolo..."
"Non c'è nessun pericolo, Cas, credimi... È solo... Superstizione" gli
ho detto, nel tono più tranquillo possibile. Ha assunto
quell'aria offesa e imbronciata che mi ricordava tutte le volte il
moccioso che era e con tono solenne e ferito mi ha detto: "Non importa,
vero o falso che sia, non voglio scoprirlo quando è ormai troppo
tardi. Se fosse vero... Non potrei mai perdonarmi di non essere stato
al tuo fianco nel momento della fine, Dean. Non ti lascerò solo.
...Permettimi di stare con te, ti prego."
Aveva deto le ultime parole con tanta sincera convinzione da farmi tremare dentro.
Il suo... Amore aveva questo modo così incontrollato di saltare fuori e investirmi con la sua potenza da lasciarmi disarmato.
Ho acconsentito balbettando e subito un sorriso radioso gli si è allargato sul volto. È proprio un ragazzino, ho pensato; mi sentivo stranamente felice, però, all'idea di averlo continuativamente tra i piedi per delle ore.
Abbiamo passato tutta la notte scarpinando per una cittadina del
Connecticut alla ricerca di fantasmi in vecchie chiese sconsacrate. Sta
per sorgere l'alba e mi sento a pezzi, ho solo voglia di farmi un
sonnellino sul sedile della mia bambina, con un angelo cocciuto seduto
accanto. E vorrei dormire, lo vorrei tanto ma... Non posso fare a meno di guardarlo.
Il
suo profilo delicato e quasi felino, la linea gentile della mandibola,
la fossetta sul mento, la gola, la sua pelle bianca. Mi sembra di
scoprire particolari nuovi: i capelli scuri e in disordine, gli occhi
blu che riverberano gli ultimi riflessi di oscurità della notte,
le labbra rosee e morbide, le mani aggraziate ma virili, con dita
lunghe e affusolate dalle unghie perfettamente regolari, cosparse
appena di un accenno di pluria sul dorso.
Sembra troppo esile e fragile, in quel trench. Ma io so che non lo
è, so di cosa è capace. So quanta potenza si nasconde
dentro questa creatura meravigliosa.
Quasi mi commuove pensare a come possano coesistere così bene
tanta forza e tanta dolcezza nello stesso corpo, nello stesso essere.
Il mio angelo.
Quando mi volto per guardarlo ancora una volta, si è assopito e dorme tranquillo.
Mi viene voglia di... Ma sì. Dorme, non se ne accorgerà. E poi non c'è niente di male...
L' ossevo qualche secondo per essere sicuro che stia dormendo
davvero. Quando ne ho la certezza, la mia mano si allunga e... Si posa
tra i suoi capelli, ravviandoli con le dita.
Uao. È una sensazione
bellissima. I suoi capelli sono scompigliati e morbidi come piume. Mi
piace accarezzarlo, è piacevole e rigenerante. Forse è la
sua Grazia, chissà. Le mie nocche si soffermano sulla sua
guancia, sfregano quell'ipotesi di barba che lo contraddistingue.
Il mio angelo. Ingenuo, sincero e spontaneo. Pronto a regalarmi amore a
piene mani, qualunque cosa io faccia o dica. Così rassicurante e
bello, incapace di mentire o di tenere il muso.
Il mio moccioso con le piume e il trench. Il mio angelo.
Che non mi abbandona neanche alla fine del mondo.
Il mio angelo fedele e convinto, pronto a morire insieme a me, o a morire per me.
Il mio angelo che...
"Dean" mormora e, ops!, sono quasi sicuro di aver fatto una figura di merda.
Mi sento un maniaco, ad accarezzarlo, così, di nascosto, nel sonno. Cosa gli dico, adesso?
"Cas... Io..." balbetto, rosso come un semaforo, ritraendo la mano. Nel
momento in cui lo faccio, un mugolio di disappunto esce dalle suelabbra
chiude.
"Perché hai smesso? Era bello", dice, candidamente, ancora con gli occhi chiusi.
La semplicità con cui lo dice mi prende in contropiede: "Vuoi... Vuoi che continui?", gli chiedo.
Annuisce. Mi piace l'idea di poterlo fare allo scoperto. Perché mi consente di farlo per bene.
"Vieni qui", gli dico, allargando le braccia. Lo faccio accoccolare
contro il mio fianco, disteso sul mio sedile. Stiamo un po' stretti, ma
va bene così.
Riprendo ad accarezzarlo sulla testa, lo circondo con un braccio e gli
accarezzo la schiena, dal basso verso l'alto e viceversa. Spero di
scaldarlo anche un po', perché è gelato.
Mi soffermo ad accarezzargli la nuca. Con naturalezza infinita mi
abbraccia e mi si stringe contro, posa il capo sul mio petto,
strofinandosi leggermente.
Tenerlo così tra le braccia, percependo il calore e la
consistenza del suo corpo contro il mio, mi provoca un'emozione che non
avevo mai provato prima... Bella, intensa e pura.
Mi sembra di essere troppo piccolo e misero per poterla
contenere; le mie mani vanno per conto loro: continuo ad accarezzarlo,
ipnotizzato e completamente preso da lui e da quel contatto.
Faccio una cosa che in altre circostanze forse non avrei neanche
immaginato, ma che in quel momento mi viene con una sorprendente
spontaneità: gli poso un bacio leggero sul capo e uno sulla
tempia, scoprendomi capace di una delicatezza nei gesti che non pensavo
di possedere.
Il mio angelo si agita nel dormiveglia, lo sento parlare, appoggiato su
di me. Distinguo poche parole, forse le più importanti: "Quando viene la fine del mondo... Sarò con te... Dean... Prometto...".
Sorrido. Che moccioso credulone.
"Lo so, Cas" gli sussurro, accarezzandolo. "Neanch'io ti lascio. Prometto."
... È bello addormentarsi abbracciati a un angelo.
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