Un uomo senz'anima
Spengo la tv
Sono qui costretto a rifugiarmi tra i gabbani tutto il mondo magico mi
cerca, il ministero perché sono un mangiamorte e i mangiamorte
perché sono un fallimento, quella dannata sera non sono riuscito
ad uccidere Silente, e anche ora, a distanza di due anni, non sono
ancora riuscito ad uccidere nessuno…tutto questo a causa
tua…
E una farfalla appesa cade giù, succede anche a me è uno
dei miei limiti io per un niente vado giù solo a pensarci mi
da’ i brividi, me lo dicevi anche tu dicevi tu
Sto male, sto dannatamente male, è successo ciò che avevi
detto, ricordi quella sera in quella stanza dove si è consumata
la nostra prima volta, poco prima che ti lasciassi per compiere il mio
destino, ricordi cosa mi dicesti?
-La tua è solo una maschera Draco Malfoy, una maschera che
presto o tardi cadrà e in quel momento sarai solo, tu parli
d’amore, ma bisogna essere forti per amare, tu invece sei
così debole, è bastato mostrarti l’altra
metà perché tu cadessi…-
Ricordo bene quella sera, non una lacrima scese dai tuoi splendidi
occhi blu dopo che ti dissi ciò che quella notte stessa dovevo
compiere, il tuo viso era impassibile, ti alzasti, ti vestisti, ti
dirigesti alla porta, prima di uscire ti voltasti, ricordo bene le tue
ultime parole:
-Il confine tra bene e male è molto sottile Draco, basta un
attimo per varcarlo, ma ci vuole una vita per tornare indietro…-
E poi te ne andasti…
Ti ho mandato via, sento l’odore della città, non faccio
niente resto chiuso qua, ecco un altro dei miei limiti, io non sapevo
dirti che solo pensarti mi da’ i brividi anche a uno stronzo
come me
Sono stato io a mandarti via da me, con le mie parole, le mie azioni,
che anche se non lo davi a vedere devono averti fatto male più
di una maledizione Cruciatus…sono stato un idiota, quella sera
volevo dirti tutti i miei sentimenti, i miei pensieri, e invece siamo
finiti con il fare l’amore, probabilmente i nostri corpi
parlarono per noi…
Ma non pensarmi più ti ho detto di mirare l’amore spacca il cuore spara spara spara amore
Ed ora sei qui davanti a me, sono due anni che non ti vedo, che non ho
più notizie di te, sei un Auror, ma raramente so che partecipi
alle battaglie…hai la bacchetta puntata su di me, mi guardi con
i tuoi occhi sempre impassibili, ma lo vedo Gin che soffri, credimi lo
vedo molto bene, so ancora leggerti dentro piccola mia…come un
tempo…
tu non pensarci più che cosa vuoi aspettare l’amore spacca il cuore spara spara spara dritto qui qui
Esiti…non mi hai ancora ucciso Gin perché? Non pensare a
ciò che c’è stato, a ciò che ero, non lo
sono più da tempo amore, uccidimi, lancia quella dannata
maledizione, si Gin voglio morire, ma solo per mano tua, la donna che
amo più della mia stessa vita….
Uccidimi Gin
So chi sono io anche se non ho letto Freud so come sono fatto io ma non
riesco a sciogliermi ed è per questo che son qui e tu lontana
dei km che dormirai con chi sa chi adesso li
Non puoi sapere come sono stato in questi anni, mi conosci Gin, mi
conosco, so che sono pazzamente possessivo di ciò che mi
appartiene, perché tu sei mia, ma anche questo sai non è
vero…il solo pensiero che potessi stare nelle braccia di un
altro in questi anni mi ha logorato dentro, anche se so bene che ne
avresti tutto il diritto…
Ma non pensarmi più ti ho detto di mirare l’amore spacca
il cuore spara spara spara amore tu non pensarci più che cosa
vuoi aspettare l’amore spacca il cuore spara spara spara dritto
qui qui
Ma ora basta, non esitare più Gin, uccidimi, redimi la mia
anima, dammi ciò che merito lancia quella dannata maledizione
penso, e lo urlo:
-Gin lancia quella dannata maledizione- Mi guardi con gli occhi gonfi,
sembrano un fiume in piena che non aspetta che straripare, non ce la
fai non è vero? Non ci riesci perché se lo facessi sai
che una parte di te se ne andrebbe con me, ma devi farlo Gin non
esitare oltre…
Dritto qui spara spara spara amore
Non esitare oltre…
Ma non pensarmi più ti ho detto di mirare l’amore spacca
il cuore spara spara spara amore tu non pensarci più che cosa
vuoi aspettare l’amore spacca il cuore spara spara spara dritto
qui qui
Mi guardi, le tue guance sono rigate dalle lacrime, ti tocchi il ventre
perché? Continui a sfiorarlo in un gesto convulso perché?
Mi porgi la mano come per aiutare ad alzarmi…perché?
L’afferro…Perché? Mi guardi ancora e continui a
sfiorarti il ventre, sei forse incinta Gin? No, non voglio pensare che
qualcun altro ti abbia toccato all’infuori di me, non voglio, non
posso…
Un sussurro:
-Non posso…non ci riesco Draco perdonami non ci riesco…-
Non riesco più a trattenermi, continui a sfiorarti il ventre, devo saperlo Gin…
-Sei incinta?-domando
Mi guardi terrorizzata, che sia davvero così, scuoti la testa
negativamente, ma allora cosa mi nascondi…sento che mi nascondi
qualcosa, io so leggerti dentro Gin ricordi?
Ti guardo, ti stringo…
-Perché non ci riesci? Cosa sai che non so…- abbassi la
testa quasi per vergogna…ora sono sicuro che mi nascondi
qualcosa…cosa?
-Cosa Gin? Cosa c’è…devi dirmelo…devo
saperlo…- Hai ancora il capo abbassato vedo che le lacrime
continuano a scorrere…
-Draco io…tu…ecco vedi io ho avuto un bambino Draco…un figlio tuo…-
Quelle parole, quelle parole, sono state per me come un fulmine a ciel
sereno, come diamine è possibile? Perché non mi hai mai
detto niente in questi due anni, ho un figlio di quasi due
anni…perché non me l’hai detto Gin? Perché
l’hai tenuto? Cosa ti ha comportato quella creatura? Figlio di un
uomo senz’anima? Di un uomo che non ha avuto il coraggio di
schierarsi, si Gin…cosa ti ha comportato?
Mi guardi, i tuoi occhi non mostrano più nessuna emozione, questi anni hanno fatto molto male anche a te vero Gin?
Continui a guardarmi aspettando una mia reazione…ma cosa devo
dirti? Non so cosa dire…ancora una volta non sono in grado di
prendere una decisione, lo vedi Gin? Sono un codardo…lo sono
sempre stato, persino davanti alla notizia di un bambino
mio…nostro…non riesco a trovare la forza di ribellarmi a
questa schifosa situazione…sono un codardo…
Continui a fissarmi…ti stacchi da me…pensi forse che non cambierò mai?
Quel tuo sguardo, lo stesso di quella dannata notte, quello sguardo che
mi perseguita da due anni…però forse c’è
qualcosa di diverso…mi guardi quasi disgustata ora…no ti
prego non guardarmi così…non voglio vedere i tuoi occhi
che una volta mi guardavano adoranti riempirsi di disgusto nei miei
confronti…devo fare qualcosa…devo…ti volti e te ne
vai…vorrei fermarti…ma come al solito non ho il
coraggio…
Sono di nuovo qui, nel mio appartamento, continuo a piangermi addosso,
forse sarebbe ora di smetterla, ma non posso, ormai è diventato
un circolo vizioso…dovrei proprio semetterla…
Vorrei tanto vedere il mio bambino, ma so che non me lo permetteresti,
però vorrei comunque vederlo, anche da lontano, ma vorrei
vederlo, sapere come si chiama, com’è, se mi assomiglia
almeno un po’, anche se personalmente preferirei che almeno di
carattere fosse più simile a te…e non ad un uomo
senz’anima…
Corro, cerco qualcosa, ma non so cosa, corro attraverso la nebbia e
continuo a cercare qualcosa, e continuo a non trovarla,
dov’è? Cos’è? Poi attraverso la nebbia
compaiono due figure…sono sfocate…una donna dai capelli
ramati, un bimbo piccolo biondissimo, la donna protende le braccia
verso di me…ma vedendo che non arrivo le abbassa sconsolata e si
allontana insieme al bimbo…no ti prego non te ne
andare…non lasciarmi…non farlo ti prego…corro ma
non riesco a raggiungerla…
Mi alzo dal letto, sono terribilmente sudato, quel dannato
sogno…neanche quando dormo posso essere tranquillo…devo
vederlo…devo vedere il mio bambino…ho deciso…lo
vedrò…
Un piccolo edificio rosso circondato da un inferriata blu, era
l’asilo nido degli Auror, aveva deciso di vedere il suo bambino,
voleva cambiare la sua vita…le porte si aprirono, e un mucchio
di bambini ne uscirono correndo verso i loro genitori…con lo
sguardo individuò Ginevra…era lì bellissima come
sempre, ma con lo sguardo un po’ triste, vide un bambino
biondissimo con gli occhi di ghiaccio correre verso di lei ed
abbracciarla, era così bello, si vedeva chiaramente che aveva i
tratti caratteristici dei Malfoy…era suo, quel piccolo esserino
era suo…voleva che fosse fiero di suo
padre…voleva…voleva poterlo abbracciare…avrebbe
cambiato la sua vita, solo per lui, e per la sua Gin, dio quanto amava
quella donna, amava ogni singola parte di lei…doveva riprendere
in mano la sua vita…
Un anno dopo…
Si trovava davanti ad una villetta a due piani, finalmente la sua vita
sarebbe cambiata radicalmente…dopo aver visto suo figlio, quel
giorno stesso, si era presentato al ministero della magia, si era
costituito dicendo di voler pagare il suo debito con la società,
era stato processato, e, non avendo mai ucciso nessuno, era stato
assolto con la premessa che sarebbe dovuto diventare un Auror, dissero
che un elemento come lui sarebbe stato molto utile per la guerra,
seguì il corso passandolo a pieni voti, le proprietà
tolte a suo padre furono restituite a lui, la sua vita ora cominciava a
girare nel verso giusto, solo una cosa mancava perché fosse
perfetta, lei e il suo bambino…Gin sapeva, ne era sicuro, sapeva
tutto ciò che lui aveva fatto in quell’anno, e se non
l’aveva contatta era solo perché voleva prima che il suo
nome divenisse pulito, prima di riconoscere il suo bambino e
sposarla…non sapeva se Gin lo avrebbe
accettato…perdonato…permettergli di vivere accanto a lei
ed al loro bambino…ma doveva provare…
Erano ormai venti minuti che fissavo la porta senza avere il coraggio
di bussare…avevo timore di un suo rifiuto, non l’avrei
sopportato…senza più indugiare mi addentrai in quello che
sarebbe potuto diventare il mio sogno o il mio incubo…speriamo
bene, pensai, bussai lentamente, l’attesa mi sembrava
insostenibile…vidi l’uscio aprirsi, la figura di Ginevra
mi comparì davanti in tutto il suo splendore…dio quanto
era bella, avrei voluto baciarla come un tempo, ma mi limitai a
guardarla in attesa di una sua reazione…un grande sorriso si
aprì sul suo viso e poi disse:
-Entra…era ora che ti decidessi a bussare-
la guardai con sguardo interrogativo, allora mi aveva visto lì
fuori tutto quel tempo…sempre la solita…mi condusse verso
la cucina…guardandomi in torno notai molte foto sue e del
bambino, che tra l’altro non so neanche come si chiama, poi su
una mensola notai una nostra foto dei tempi della scuola…era
incredibile che l’avesse tenuta…
Ci sedemmo…mi fissava con i suoi profondi occhi
blu…dovevo parlare…era arrivato il momento…mi
schiarii la voce poi sicuro di me dissi:
-Ginevra io sono qui perché…- non riuscii a continuare
perché la vidi alzarsi ed avanzare verso di me sedendosi sulle
mie ginocchia:
-schh- mi sussurrò- so cosa vuoi dirmi, so cosa hai fatto in
questo anno, io ti ho aspettato sai, da quando te ne andasti quella
notte, ed ora sei tornato da me…sapevo che saresti tornato da
me…e finalmente sei qui…-
La guardai con i miei occhi di ghiaccio, poi non resistendo all’impeto la baciai con foga…
Quello fu il momento più bello della mia vita….
Cinque anni dopo….
Bene questa è la mia storia, ora sono qui, vivo con Ginevra che
è diventata mia moglie, e con i nostri bambini, ebbene si,
perché dopo che ci siamo sposati sono nati altre due gemelline,
così ora abbiamo: Derek, Virginia e Carlotta.
Li amo tutti e tre da morire, ma penso che non potrò mai
dimenticare la notte in cui fu concepito il mio primogenito, la stessa
notte in cui varcai il famoso confine di cui mi aveva parlato Ginevra,
la notte dove la mia vita cambiò radicalmente e sembrava dovesse
portarmi ad una nuova morte…invece mi ha portato ad una nuova
vita, perché se non avessi vissuto tutto ciò ora non
sarei l’uomo che sono oggi, un uomo che sa amare, che apprezza le
piccole cose della vita, un uomo con un’anima….
Non dimenticherò mai quella notte…
Otto anni prima…la sera della morte di Albus Silente…
-Ciao Dracuccio- una ragazza dai capelli di fiamma abbracciò un giovane biondo…
-Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così…lo sai che lo detesto- lei mise il broncio
-Lo sai che sei proprio acido- lui la strinse forte a se:
-e tu lo sai che sei proprio una gran rompi balle? Andiamo piccola sanguisuga…-
-io non sono una sanguisuga…-
Lui annuì con fare ironico e prendendola per mano la condusse fino al suo dormitorio…
Ginny lo guardò meravigliata:
-Come mai mi hai portata qui?-
-Devo parlarti- lei lo guardò un secondo poi gli si
avvicinò con fare malizioso baciandola con tutta la passione che
aveva…era come se sapesse cosa doveva dirle, e non volesse
sentirlo, non prima di essere stata sua almeno una volta…
Lui la spinse posandosi sopra di lei delicatamente, le loro lingue si
muovevano a passo di danza, una mano del ragazzo si insinuò
nella camicetta della ragazza…quella notte lei divenne
definitivamente sua, e lui di lei….
Non dimenticherò mai quella notte…
Fine
Spero che questa piccola storia vi piaccia….
Baci Gin90
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