Avevi
un
sorriso immenso
Avevi un sorriso
immenso, Loki, quando eri alto poche spanne e ti
piaceva correre in giro per la reggia con indosso le vesti troppo
grandi di Thor. A volte inciampavi e finivi col rotolare per i
corridoi ridendo, tuo fratello maggiore ti rincorreva, si sforzava di
afferrare un lembo dei tuoi calzoni per porre fine al tuo gioco e
impedirti di farti male.
Alla fine riusciva
sempre nell’intento e tu gli mostravi la
lingua e arricciavi le labbra in un broncio tanto tenero da spingere
Thor a cercare con fervore il tuo perdono anziché
indispettirsi a
sua volta.
In virtù di
ciò, potresti credere che non abbiate mai litigato:
oh, nulla di più falso.
Discutevate
così spesso che non sono in grado di ricordare ogni
singola volta, ogni singolo motivo. Talora l’animata contesa
diveniva aspra battaglia, quando tu eri ancora troppo giovane per
intraprendere il cammino della magia. Con il trascorrere degli anni,
qualora Thor ti coinvolgesse in una disputa, sfruttavi con destrezza
il tuo potere e, se in passato era quasi sempre tuo fratello maggiore
a uscirne vittorioso, eravate ora pressoché allo stesso
livello e
l’esito era divenuto imprevedibile persino per vostro padre.
Amavamo il tuo sorriso
sconfinato, Loki.
Avevi un sorriso
immenso, Thor, quando eri già alto il doppio e
robusto il triplo di Loki, che al tuo fianco sembrava uno scricciolo,
una macchia nera e bianca accanto a un fiero leone biondo dagli occhi
azzurri.
Nonostante fosse troppo
giovane e gracile ai tuoi occhi
infantilmente altezzosi di giovane guerriero, era sempre il primo che
desideravi coinvolgere nei tuoi giochi e scattavi con rabbia quando
Sif commentava Loki è troppo piccolo
oppure Fandral insinuava
forse preferirebbe giocare con le bambine piuttosto che con i
veri
uomini.
Spesso non lo
comprendevi, non comprendevi i suoi ragionamenti,
così maturi per un bambino della sua età, non
comprendevi la
profondità con cui guardava il mondo, a tratti luminosa, a
tratti
oscura, mentre per te c’era sempre stata solo la luce; non
capire
ti frustrava e allora litigavate, ma era Loki. Era sufficiente che le
sue labbra si piegassero all’ingiù e che le
lacrime brillassero
nei suoi occhi perché tu perdessi di colpo ogni traccia di
spirito
combattivo.
Anche quando cresceste
e tu diventasti imprudente, potrei dire
anche sciocco, alle volte, bastava la presenza di Loki per farti
intuire i tuoi errori.
Il suo sorriso
sconfinato teneva in vita il tuo, Thor.
Com’eravate
belli a cinque, cinquanta, cinquemila anni, quando
ti rannicchiavi nel letto di tuo fratello perché avevi gli
incubi,
caro Loki, e tu, Thor, giuravi di proteggerlo, dapprima con una
vocina acuta, poi con il rombo fragoroso del tuono.
Ricordi
com’era bello Loki, ancora infante, che riposava sereno
nella sua culla, Thor?
Ricordi
com’era bello Thor, nella sua prima armatura forgiata
dai nani, che brandiva una spada d’innocuo legno, Loki?
Vi guardo affrontarvi
nella camera da letto dei vostri stessi
genitori e mi domando come abbiate potuto dimenticare quei vostri
sorrisi immensi.
Li amavo, figli adorati.
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