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Abbiamo
(ri)trovato l'amore.
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L'aroma dolce
del caffè, le chiacchiere in sottofondo, il ticchettio della
cassa che, meticolosamente, dava il resto ed infine l'incessante
scorrere dell'acqua scomparvero in un niente quando la ragazza li vide.
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I rumori
tutt'intorno si trasformarono in un flebile ronzio che, malignamente,
le fischiava nelle orecchie; il mondo intero aveva semplicemente
cessato di esistere e, per la prima volta in vita sua, Ariel
desiderò essere risucchiata dalla terra.
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Non riusciva
a credere che Daniel l'avesse illusa in quel modo, eppure
quell’immagine parlava da sé.
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Non era forse
lui il ragazzo che, distrattamente, dava attenzioni alla bionda
avvinghiata al suo braccio?
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Solo un
attimo prima Ariel si era concessa di pensare, non senza qualche
esitazione, che forse, Daniel, era veramente interessato a lei; si era
illusa di non essere una delle tante.
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In quel
momento, invece, poteva solo maledire di essere entrata in quel bar.
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Sorrideva
quando era entrata, Daniel ci avrebbe scommesso la vita.
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Il ragazzo
aveva notato Ariel ancor prima che entrasse nel bar e, senza riuscire a
trattenersi, le sue labbra si erano spaventosamente lasciate andare ad
un sorriso.
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Daniel ne era
sicuro, amava Ariel. Amava i suoi capelli rossi, gli occhi verdi, le
labbra carnose e l'aria innocente che non era mai riuscita a nascondere
davvero. Amava quel modo di ancheggiare involontario e, stranamente,
quel pessimo vizio di mangiarsi le unghie. Ma Daniel non amava solo
questo.
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Perché
Ariel non era solo purezza, ma anche coraggio, voglia di vivere e
comprendere.
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Il ragazzo
dagli occhi neri fissò, incessantemente, la ragazza dai
capelli rossi, ignorando palesemente la bionda che aveva accanto.
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«Guarda
chi c'è!» esclamò quest'ultima,
cercando di sembrare cortese.
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«Vuoi
unirti a noi?» aggiunse, tentando di apparire il
più innocente possibile.
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La
verità era che odiava Ariel, odiava quella dolcezza e
quell’amore che solo lei riusciva a tirare fuori davvero da
Daniel.
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La ragazza
dai capelli rossi spostò lo sguardo da Daniel a lei.
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«Restare
qui a guardare come, uhm, ti svendi non è nella lista delle
mie priorità, scusami.»
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Ariel
sfoggiò per la prima volta il sorriso più falso
che possedesse, prima di girarsi ed andare via.
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Con la coda
dell’occhio vide Daniel sorridere, e non poté
trattenersi dal sorridere a sua volta.
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Daniel era
complicato, questo lo sapevano tutti; eppure nessuno era riuscito a
trattenere lo stupore quando, con tutta calma, si era scrollato la
bionda di dosso annunciando che tra loro non poteva più
funzionare.
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«È
finita, in un certo senso» aveva detto.
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«Sempre
che fra di noi ci sia mai stato davvero qualcosa» aveva
concluso prima di andare via per cercare Ariel.
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Non gli ci
volle molto per raggiungerla; più difficile fu chiederle di
ascoltarlo.
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«Sei
un coglione patentato senza speranza di revoca, Daniel.»
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Ariel non
riuscì a trattenersi dall’informare di
ciò anche il ragazzo.
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«Un
co-gli-o-ne.» Scandì le parole per bene ed il
ragazzo non poté trattenere l'ennesimo sorriso,
né tantomeno la risposta che diede.
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«Potrei
essere il tuo coglione patentato senza speranza di
revoca, Ariel.»
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Daniel non
era bravo con le persone, né con le parole e ancor meno con
l'amore. Aveva avuto tante donne, era stato in tanti letti, aveva
spezzato più cuori di quanti ne avesse amati, ma Ariel era
diversa perché Daniel, per primo, si sentiva diverso accanto
a lei. Era stata coraggiosa, fin troppo, nel concedersi a lui e Daniel
gliene dava atto. Ariel era tutto quello che uno come lui potesse
desiderare.
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Ariel si
morse forte il labbro inferiore al suono delle parole di Daniel.
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Che lo stesse
facendo? Lì, in quel modo? Ariel si lasciò
sfuggire un sospiro.
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«Pensaci,
ti prego...»
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Daniel non
riuscì a non trattenere il respiro quando, lentamente, Ariel
si girò di spalle.
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«Non
so se sono pronta a questo...» ammise esitante, lieta del
fatto che Daniel non potesse leggerle la paura negli occhi
né cogliere la smorfia di auto-disapprovazione. Si
lasciò sfuggire un sussultò quando,
inaspettatamente, sentì le braccia di Daniel avvolgerle la
vita.
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«Pensaci..»
aveva ripetuto Daniel in un sussurro, prima di poggiare il mento sulla
spalla di lei.
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Quando Daniel
aveva visto Ariel per la prima volta, aveva saputo da subito che se ne
sarebbe innamorato, e forse per questo non si stupì del
fiume di parole che seguì.
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«Per
anni la gente mi ha chiesto di guardarmi attorno, ed io riuscivo a
vedere solo merda; mi chiedevano di cogliere il bello della vita, ma,
stranamente, di bello non vedevo proprio nulla. Li guardavo con
disprezzo non perché mi stessero antipatici, ma
perché mi facevano proprio schifo.»
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Il cuore di
Ariel si sciolse come un ghiacciolo al sole. Daniel, imbarazzato, si
ritrovò a fissare le scarpe rosse della ragazza.
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«E
adesso... cos'è cambiato?»
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La domanda di
Ariel giunse come un sussurro alle proprie orecchie.
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«Poi...
sei arrivata tu. Mi hai fatto capire quanto sia bello riporre fiducia
nelle persone» iniziò, acquistando sicurezza.
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«Mi
hai fatto capire quanto sia bella la semplicità, quanto sia
bello il mondo in un tuo sorriso.»
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Daniel
strinse dolcemente la ragazza a sé affondando la testa
nell’incavo del suo collo, in attesa.
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Ariel
capì, in quel momento, che Daniel non era nulla di
già provato. Capì che ogni amore è
unico e speciale a modo suo, così uguale agli altri ma
così diverso dal resto. Perché ogni amore
è il primo, e per Daniel valeva la pena di rischiare; fin
dal momento in cui si era girata verso il ragazzo, aveva avuto la
certezza che il sorriso stantio sul suo viso non sarebbe più
sparito tanto facilmente da quel momento in poi.
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Nessuno dei
due si curò dei passanti che li guardava curiosi, nessuno
dei due si curò della bambina che, immobile, li fissava con
un sorriso, nessuno dei due fece caso al mondo quando le labbra di
Daniel andarono a posarsi su quelle di Ariel per depositarvi sopra il
più dolce dei baci.
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«Inizieremo
col per sempre e cercheremo di farcelo bastare, per ora.»
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Le parole
giunsero come un sussurro alle orecchie di Ariel; un attimo dopo,
Daniel si era di nuovo appropriato delle sue labbra, che difficilmente
avrebbe più lasciato andare.
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SpazioMoraLiechsley.
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Uhm... se vi
state chiedendo da dove esce 'sta roba posso semplicemente rispondervi
che, durante uno dei miei mentali, mi è saltata alla mente
la frase: "Sei un coglione patentato senza speranza di
revoca." e ho deciso di lavorarci attorno... ho fatto male,
eh?
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Ho scritto
questa storia un po' di giorno (o settimane?) fa e solo ora, che sto
attendendo che torni la connessione, m'è venuta la voglia di
trascriverla sul pc. Insomma, spero vi piaccia. :)
Un grazio speciale alla mia amata beta: MeliChoco36
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Qualsisi
tipo di recensione è ben accetta. ;)
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