sleeping beauty
Le sette e trenta di un grigio mattino autunnale
, un vento
freddo spira su Storybrooke. Stringendosi nel suo cappotto Michelle
Wood si accinge ad aprire la saracinesca della sua farmacia: quella
maledettissima serratura aveva il vizio di bloccarsi appena la
temperatura scendeva di qualche grado: "appena posso la
cambiero'
lo giuro" penso' riuscendo finalmente ad aprirla, nel cercare
le
chiavi nella borsetta noto' lo sceriffo Swan entrare da Granny's:
Quella ragazza le stava parecchio simpatica anche se non avrebbe saputo
spiegarne la ragione dato che non si erano mai parlate, non era una sua
cliente ma le sembrava comunque una che sapeva il fatto suo, una delle
poche in grado di tener testa a quelli che in citta' si facevano forti
della loro piccola o grande influenza per sottomettere e intimorire il
prossimo. Una di queste le era appena arrivata alle spalle: "buongiorno
signorina Wood" disse il signor Gold nel solito tono mellifluo, "salve"
rispose lei in tono conciso e guardandolo dritto negli occhi: a
differenza della maggior parte dei suoi concittadini quell'uomo non le
faceva alcuna paura nonostante dovesse lavorare a piu non posso per
riprendersi un oggetto caro a sua zia e anche pagargli l'affitto,
fortunatamente la farmacia era loro. "spero che abbia con lei
la cifra che mi deve" disse l'uomo, "ma certo! venga, entri pure"
rispose Michelle in tono forzatamente allegro aprendo la porta
d'ingresso e sfilandosi il cappotto: Gold non era certo una
persona che metteva di buonumore appena mattina ma era decisissima a
mostrarsi gioviale, un po' per non dargliela vinta e un po' perche'
sospettava che quell'uomo ambiguo e scaltro avesse il potere di
avvelenare l'anima delle persone, ando' dietro il banco e tolse da un
cassetto la cifra che gli doveva: "ecco a lei" disse
porgendogliela "ha bisogno d'altro?" chiese con un bel
sorriso e intanto pensava: "magari e' la volta buona che con una scusa
riesco a rifilarti una scatola di lassativi cosi sei fuori gioco per
una settimana stronzo!" "no la ringrazio, ora devo andare,
sa com'e' gli affari mi aspettano, anche lei ha un negozio, capira'
senz'altro: arrivederci" disse uscendo, "seh, affari: dovra'
rovinare la vita a qualche altro povero diavolo" penso' la
ragazza infilandosi il camice: era vero, la farmacia era sua
o meglio di sua zia Florence che l'aveva cresciuta dopo che suo padre
mori' in un incidente stradale e sua madre per un cancro quando aveva
cinque anni, ricordava poco di loro, mentre invece ricordava
perfettamente di come la zia l'avesse cresciuta insieme alle sorelle
Faye e Sally (erano le sorelle del defunto padre) e di come appena
laureata due anni prima avesse cominciato a lavorare in farmacia, le
zie le davano una mano certo ma non per tutto il giorno nonostante
nessuna delle tre fosse ancora anziana: preferivano che la nipote
cominciasse a cavarsela da sola magari assumendo qualcuno, ma era
difficile trovare un buon dipendente, il giorno della laurea Michelle
era anche stata messa al corrente dalla zia Florence di una situazione
tutt'altro che piacevole: quando era piccola avevano dovuto
contrarre un debito col signor Gold e non essendo riuscite a ripagarlo
avevano dovuto cedere un antico oggetto di famiglia: un
arcolaio che gli apparteneva da generazioni e generazioni.
Cosi' la ragazza si era recata nel negozio di quel sinistro
personaggio e si era fatta dire la cifra che gli avrebbe dovuto
sborsare per riprenderselo: era piuttosto alta contando anche quello
che gli dava d'affitto ma contava di farcela, nonostante quando lo
vedesse alla caffetteria sognasse come buona parte degli abitanti di
Storybrooke di prenderlo a calci nel di dietro per tutta la via
principale, eppure certe giornate erano diverse: non avrebbe saputo
dire perche' ma a volte quando lo scorgeva seduto ad un tavolino
intento a far colazione le suscitava pena e tenerezza e pensava che
forse se agiva in quel modo era per vendicarsi di qualche torto che gli
era stato fatto in passato, ma subito quel pensiero le scivolava via:
con una persona passi, ma l'intera citta?? no, non era umanamente
possibile che un'intera citta' odiasse un individuo per pura antipatia
personale, i tempi dei roghi delle streghe erano passati da un pezzo,
sicuramente anche lui doveva avere le sue colpe, eppure quel mezzo
dubbio le rimaneva sempre...mah...
Sospirando Michelle si lego' in alto i lunghi capelli biondo cenere e
comincio' a sistemare le medicine sugli scaffali quando le venne
un'illuminazione: forse con tutti gli oggetti che aveva in negozio il
signor Gold poteva cadere sull'arcolaio di sua zia e farsi male come si
deve, forse cosi imparava cos'era la sofferenza, ma subito scaccio'
quel pensiero: non era sua abitudine volere il male degli altri, i
lassativi potevano andar bene ma da li a desiderare che soffrisse a
lungo ce ne passava e lei non voleva certo abbassarsi al suo livello:
"forse nessuno l'ha mai compreso e pensa di difendersi cosi...oh adesso
basta! avrei dovuto studiare Psicologia per farmi questi film mentali"
penso' dando un colpo rabbioso con la mano allo scatolone e facendone
cadere dei sonniferi, a volte aveva veramente voglia di prenderne un
paio e farsi 24 o 48 ore filate di sonno.
Ed ecco la mia seconda scemenza su OUAT: in realta' questo personaggio
so per certo che arriva nella seconda serie, ne ho viste le foto e
siccome era pressoche' identica a come l'immaginavo ci son rimasta cosi
O_O non so come si chiamera' a Storybrooke ne' cosa fara', ma
per ora l'ho immaginata cosi, quando la conoscero' meglio mi adeguero'
senz'altro alla serie. scusate le parolacce ma l'ho ritenuto necessario
almeno qui. come sempre sono lieta di sentire le vostre
opinioni ^_^
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