jack and the ponds
Jack and the Ponds
I tamburi e gli archi dell’Ouverture de “Il Ratto del Serraglio”
di Mozart risuonano alti all’interno della bibilioteca del
Tardis, mentre River Song é beatamente distesa su una
poltroncina gonfiabile nella famosa piscina del Dottore. Deve
ammetterlo, quel vecchio pazzo di suo marito ha ragione stavolta:
leggere un buon libro mentre si è comodamente immersi nella
rinfrescante acqua di una piscina olimpionica è davvero
un’esperienza piacevole, si dice mentre sfoglia un’altra
pagina della sua copia de “Le Rouge et le Noir” che Stendhal le ha autografato giusto una settimana fa.
Un fastidioso rumore come di
una scarica elettrica la distrae dalla sua lettura: rivolge lo sguardo
nella direzione dalla quale proviene il suono molesto e rimane stupita
nel realizzare di non essere più sola in quella piscina. A poca
distanza da lei, infatti, è comparso come per magia un uomo
sulla quarantina, capelli neri, occhi color ghiaccio ed un sorriso
simile a quello del Ken col quale giocava da piccola insieme ad Amy. Il
ragazzo misterioso indossa un cappotto di foggia militare – se
non ricorda male, deve essere la divisa della RAV durante la Seconda
Guerra Mondiale -, ma la cosa che maggiormente attira la sua attenzione
è il manipolatore del vortice temporale – identico al
suo- che lui porta al polso.
«E tu da dove sei piovuto?», esordisce River senza troppi preamboli e cerimonie.
L’uomo dal lungo cappotto blu
si guarda attorno in preda alla più totale confusione poi,
riguadagnando il controllo di se stesso, si avvicina nuotando alla
donna e sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi si presenta a lei:
«Sono il Capitano Jack Harkness, Madam, piacere di
conoscervi», le dice con voce melliflua prima di prodigarsi in un
elegante baciamano. River sorride compiaciuta, poi lanciandogli
un’occhiata languida, riformula con maggiore cortesia la sua
prima domanda: «Ebbene, Capitano Harkness, come siete arrivato
qui?».
Con poche fluide mosse Jack
esce dalla piscina e prontamente porge la mano alla donna per aiutarla
a raggiungerlo sulla “terra ferma”. I suoi occhi non
riescono ad evitare di indugiare lungamente sulla figura di lei: i suoi
capelli sono ricci ribelli e dorati, i suoi occhi sono di un verde
ipnotico e le sue generose curve sono avvolte e valorizzate da un
succinto bikini nero. “Devo assolutamente approfondire la
conoscenza con questo schianto, prima o poi…”, si dice
Jack rivolgendole uno sguardo compiaciuto.
«C’è
qualcosa che non va, dolcezza?», gli chiede River poggiando le
mani sui fianchi e sorridendo dell’improvvisa
“distrazione” di Jack, lusingata delle occhiate di
apprezzamento che l’uomo non riesce a fare a meno di indirizzarle.
Il Capitano Harkness si passa una
mano fra i capelli: «Ehm… credo di aver sbagliato ad
impostare le coordinate del manipolatore del vortice temporale: mi
sarei dovuto trovare sul TARDIS ora… ma probabilmente la tua
testolina piena di boccoli non ha la più pallida idea di cosa
siano un manipolatore del vortice ed il TARDIS, zuccherino!», le
risponde.
La donna gli rivolge uno sguardo
indispettito prima di comunicargli in tono alquanto seccato: «Per
tua informazione, zuccherino, sei sul TARDIS, ora… ma forse la
tua testolina piena di gel non riesce a rendersene conto…».
Il capitano ride nervosamente:
«Davvero? Non ricordavo ci fosse una piscina sul TARDIS!»,
poi, all’improvviso, una intuizione balena nella sua testa:
«Se siamo davvero sul TARDIS, allora tu non puoi che essere il
Dottore: avevo sentito dire che ti eri rigenerato, ma non avrei mai
immaginato che saresti diventato un simile schianto di donna! Tutte le
tue rigenerazioni che ho incontrato mi hanno sempre attratto, ma ora
sei davvero… wow… eccitante! Lascia che ti
abbracci…», le dice entusiasta mentre si avvicina a lei a
grandi passi e con le braccia spalancate.
In una frazione di secondo River si
ritrova stretta in un caloroso abbraccio: ben presto le mani di Jack
scivolano con nonchalance dalle spalle fino al suo fondoschiena, mentre
con un sorriso molto eloquente si avvicina al suo viso col chiaro
intento di baciarla. Lei riesce a bloccarlo in extremis, poggiando
l’indice sulla bocca dell’uomo e divincolandosi dalla sua
stretta: «Jack, frena il tuo entusiasmo: non sono il Dottore,
io!».
Questa rivelazione non sembra
scalfire Jack e le sue intenzioni: si avvicina nuovamente a lei e
spostando una ciocca dei suoi capelli dietro il suo orecchio, le
rivolge uno sguardo dall’intento inequivocabilmente seduttivo
prima di sussurrarle con voce bassa: «Allora devi essere la nuova
companion del Dottore. Te l’ha mai detto che ho sempre avuto un
debole per le sue compagne di viaggio?».
River comincia a sentirsi a
disagio, e questa è davvero una cosa nuova per lei: le capita
così raramente di rimanere spiazzata di fronte alle avances di
un uomo: «Jack, smettila…», lo rimprovera.
«Ho capito: anche tu, come le
altre, ti sei innamorata di quel volpone del Dottore! A proposito:
dov’è finita quella vecchia canaglia?», le chiede il
capitano, apparentemente rassegnato al rifiuto della donna.
Lei non replica alla prima
affermazione di Jack, limitandosi ad informarlo sul Dottore:
«Beh, lui è in giro, da qualche parte nel TARDIS…
probabilmente sarà impegnato ad istallare qualche nuovo
dispositivo di sua invenzione!».
«Non cambierà mai, eh?
Ti sentirai sola: che ne dici se ti intrattengo – la sua voce
assume un tono seducente nel sottolineare questa parola – mentre
lui non ricompare?», le propone lui, stringendola nuovamente fra
le braccia.
La musica di Mozart si
interrompe all’improvviso: «Jack, vecchio mascalzone,
cosa ci fai qui?», la voce del Dottore risuona nella stanza. Il
capitano rivolge il suo sguardo alla figura che si erge accanto alla
porta: è la prima volta che incontra questa rigenerazione del
suo amico.
«Dottore, sei davvero tu?», gli chiede, tenendo ancora fra le braccia River.
«E chi altri dovrei essere? A
proposito, lascia che ti presenti la Dottoressa River Song, mia
moglie», gli risponde, sforzandosi invano di nascondere una certa
gelosia nella sua voce.
Jack si allontana di scatto dalla
donna, come se il contatto con lei l’avesse ustionato: i suoi
occhi vagano da lei a lui, e da lui a lei per svariate volte fino a
quando non riesce ad aver ragione dello stupore che prova e a chiedere
balbettando: «Tua moglie? QUELLA River Song? Ma non è la
donna che ti ha ucciso?».
Il Signore del Tempo ride della
confusione che legge negli occhi del suo vecchio amico, poi si avvicina
a sua moglie, si toglie la giacca e gliela fa indossare per proteggere
il suo corpo dagli occhi indiscreti dell’uomo. Dopo aver
abbracciato da dietro River, le stampa un bacio sul collo,
facendola sorridere deliziosamente: «Sì, Jack,
è proprio quella River Song lì: la donna che ha sposato
ed ucciso il Dottore, e sei pregato di trattenerti dal farle altre
avances… è una donna sposata, non vorrai metterla nei
guai con suo marito… è un tipo molto geloso, sai?».
River sorride compiaciuta e
lusingata dalla gelosia del Dottore: «Sei davvero eccitante
quando reciti la parte del marito possessivo, dolcezza!», gli
dice prima di girare la testa verso di lui e stampargli un bacio sulle
labbra.
«Hey, hey, non vorrete
iniziare a fare sesso qui davanti a me: a meno che non mi facciate
partecipare, la cosa mi darebbe la nausea…»,
protesta Jack di fronte alle effusioni dei due.
Il capitano osserva con
attenzione il Dottore: questa sua nuova rigenerazione lo fa apparire
ancora più giovane di tutte le precedenti… sembra poco
più di un ragazzino, con quelle braccia e quelle gambe
così lunghe e quell’aria così goffa. E quel taglio
di capelli così fuori moda e quell’assurdo completo di
tweed? È così diverso dalla sua decima incarnazione: solo
i suoi occhi sono in qualche modo uguali a quelli degli altri Dottori
che ha conosciuto… così vivaci e curiosi eppure tanto
antichi e saggi allo stesso tempo.
«Insomma, Dottore: è
possibile che tutte le più belle rappresentanti del genere umano
finiscono sempre per innamorarsi di te? Non è giusto! Lascia
qualcosa anche a noialtri!», si lamenta scherzosamente
l’uomo.
«Ad essere sinceri, Jack, la
mia adorata consorte è solo per metà umana: per la
restante parte ha il DNA dei Signori del Tempo… senza
trascurare il fatto che lei è la figlia dei miei migliori
amici!», precisa il Dottore cinguettando allegramente.
«Insomma, siete davvero fatti
uno per l’altra eh?», esclama sarcasticamente, poi,
rivolgendosi alla donna, le chiede: «Dimmi, River, ma come fa a
piacerti un tipo che si veste in modo così assurdo? Insomma, la
giacca di tweed ed il farfallino sono antiquati anche per un individuo
che ha più di novecento anni, non trovi?».
Prima che la donna possa
rispondere, il Dottore replica animatamente: «Perché? Cosa
c’è di male nell’indossare un farfallino? I
farfallini sono fighi!».
Jack non riesce a trattenersi dal
ridere: «Insomma, Dottore, non dirai sul serio? Quel farfallino
è ridicolo!».
«Vogliamo parlare del tuo cappotto?», replica il Signore del Tempo, piccato.
«Su, ragazzi, smettetela
ora!», li esorta River, «… e poi, a essere sincera,
a me il suo farfallino piace: lo trovo così sexy che non glielo
faccio togliere neanche quando facciamo l’amore…»,
conclude la donna con un sorriso languido che le incurva deliziosamente
le labbra.
«River!», esclamano all’unisono sia il Dottore che Jack, entrambi imbarazzati e rossi in viso.
«Si può sapere
chi sta facendo tutta questa confusione in piena notte? Noi vorremmo
dormire!», la voce autoritaria di Amy risuona nella biblioteca.
La donna dai capelli rossi si
avvicina ai tre con passo veloce, seguita come un’ombra da Rory:
entrambi indossano una mise da letto, Amelia è vestita con
un’ampia camicia da notte bianca, mentre suo marito ha un pigiama
a righe celesti.
«Insomma, Dottore, River,
dovete proprio fare tutto questo rumore? Perché non andate nella
vostra stanza a fare i piccioncini come farebbe qualsiasi coppia di neo
sposini?», protesta la donna, strofinandosi con il dorso della
mano gli occhi assonnati.
«Amy, ma cosa dici? Ti
ricordo che stai parlando di nostra figlia! Non voglio neanche pensare
a lei e al Dottore che fanno… certe cose… Oh mio
Dio!», la riprende Rory, alquanto alterato.
«Dottore, non ti sembra il
caso di fare le presentazioni?», lo esorta Jack,
letteralmente divorando con gli occhi sia Amy che Rory.
Il Signore del Tempo, decisamente
irritato - conosce bene Jack e può benissimo immaginare cosa gli
sta passando per la testa – sospira, prima di iniziare a dire:
«Amy, Rory: questo è il mio vecchio amico, il Capitano
Jack Harkness; Jack, questi sono Amelia e Rory Pond, i miei compagni di
viaggio e migliori amici, nonché genitori di River».
«Quindi questi sono i tuoi
suoceri, Dottore? Ora capisco da chi ha preso tanto fascino e bellezza
River! Amelia, sei davvero incantevole!», esclama il Capitano
Harkness, prima di baciare la mano della rossa, flirtando
spudoratamente con lei, «Oh, e anche tu Rory, sei proprio
un tipo interessante!», conclude rivolgendo all’infermiere
un’occhiata ancora più ardita di quella che ha indirizzato
a sua moglie.
«Anche io e mia moglie siamo
felici di conoscerti, Jack», replica Rory, stingendo le spalle di
Amy in un abbraccio, quasi a rivendicare i suoi diritti su di lei di
fronte a quell’uomo.
«Bene!», esclama
il Dottore, «si è fatto davvero tardi: che ne dite di
andare a letto? Domani ci aspetta una giornata impegnativa…
mondi da salvare, personaggi storici da incontrare, mostri da
combattere…».
River appoggia subito il marito,
seguita a ruota dai suoi genitori: «Mi sembra un’ottima
idea, tesoro!», dice, ed Amy e Rory annuiscono, sbadigliando.
«Sono
d’accordo!», risponde Jack, «chi di voi mi ospita nel
suo letto?», chiede con un sorriso ambiguo sul viso.
Il Dottore sospira sconsolato: «Jack, non cambierai davvero mai!».
N/A:
Scritta per la seconda sfida della Staffetta in Piscina della lj community Piscina di Prompt per la
squadra delle calzelunghe con il prompt: Doctor Who, Eleven/ Jack Harkness, " Quel farfallino é ridicolo!"/
"Vogliamo parlare del tuo cappotto?"
Ho sempre desiderato vedere interagire l'Undicesimo e Jack ,
così come River e Jack. Nell'attesa che Steven - Faccia di Troll
- Moffat esaudisca il mio desiderio, mi sono divertita a scrivere
qualcosina su questi tre!
And ... last but not least: HAPPY 30TH BIRTHDAY DRUNKEN GIRAFFE! ♥
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