La mente e il braccio

di Cohava
(/viewuser.php?uid=111954)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Siamo solo anime che si cercano e non s’incontrano, per la semplice ragione che una è il prolungamento dell’altra.
Così è tutto il mondo: un puzzle nella scatola, fatto di frammenti mischiati tra loro in un caos assoluto, che si congiungono e si disgiungono e a volte s’incastrano a forza, dolorosamente.
Se solo potessimo intravedere uno schema ordinatore, se lo seguissimo, allora tutto avrebbe un senso in quel disegno incasinato che è l’esistenza, perché il disegno di uno avrebbe la sua continuazione in quello che gli sta accanto in un armonioso susseguirsi di linee ininterrotte.
Migliaia di persone ci hanno provato, in ogni tempo: filosofi, artisti, rivoluzionari, pazzi.
Invano.
Pochissimi eletti sono giunti a quello stato di grazia che permette di congiungere due o tre tessere, ma neppure loro si sono mai lontanamente avvicinati a poter vedere il quadro completo. E chi lo può? Uno cerca di dare un senso alle briciole che si vede sparse intorno, ma è così difficile, così difficile…
Forse è per questo che, quando uno trova la sagoma che, forse, combacia con la sua, non perde tempo: si affretta ad allinearsi al bordo frastagliato e prega, ansioso, e se anche non riesce a incunearsi alla perfezione fa finta di niente, si convince che va bene lo stesso, che la differenza non è troppa. Sono troppi i pezzi di questa enorme immagine, troppo piccoli e insieme troppo uguali e troppo diversi tra loro, un incubo in cui credi di smarrirti e tante volte ti annulla davvero. E sai che, per quanto ti sforzerai non riuscirai a trovare la continuità perfetta, la fluidità dell’immagine che può circondarti e proteggerti: ci sarà sempre lo spazio vuoto o il dettaglio che non combacia, i due elementi che sembrano perfettamente complementari a te ma non fra di loro, tra i quali c’è un brusco scarto, una cesura, un sobbalzo visivo che distorce tutto quanto. E allora? Allora ti aggrappi forte al migliore, al più adeguato, e ricominci da capo.
Ricominci…





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1345825