P.S.: i pezzi scritti in corsivo (non quelli in inglese)
sono ricordi.
IT NEVER ENDS
CAPITOLO
1: RICORDI
When you’re down and troubled
And you
need a helping hand
And
nothing, whoa, nothing is going right
Close
your eyes and think of me
And soon
I will be there
To
brighten up even your darkest nights
You’ve Got A Friend, James Taylor
***************
Hermione tirò un grosso sospiro e baciò la mano di Ron che
teneva stretta tra le sue. Chiuse gli occhi, cercando per l’ennesima volta di
trattenere le lacrime, di essere forte per lui. Erano già tre lunghi giorni che
faceva del suo meglio per stargli vicina…dall’attacco che avevano sferrato a
Hogsmeade quegli strani assassini mascherati. Dal momento in cui Harry le aveva
puntato contro la sua bacchetta. E da allora erano passati tre giorni…72
ore…più di 4000 minuti…tutti passati a vegliare Ron in quel letto
dell’infermeria del quartier generale della War Mage Team, assistito
dall’intero staff medico e in particolar modo da Aki. E lei non aveva fatto
altro che aspettare…aspettare che lui uscisse dal coma…pregare che fosse forte
abbastanza da riprendersi….parlargli, per non ricevere nemmeno un fiato in
risposta….aspettare e pregare in un miracolo era tutto ciò che le avevano
consigliato di fare.
Era tutto così assurdo, sembrava tanto un incubo…solo una
settimana prima stavano tutti benissimo, felici e sereni, e in pochi maledetti
minuti Harry era come impazzito…mai, mai nella sua vita Hermione lo aveva visto
attaccare qualcuno a sangue freddo…e di certo mai si sarebbe aspettata che
avrebbe puntato la bacchetta contro di lei. E l’avrebbe uccisa, se Ron
non si fosse gettato davanti giusto in tempo, salvandole la vita a rischio
della sua. Perché se lui non le avesse fatto da scudo col suo corpo, ora
sarebbe toccato a lei lottare con la morte in quel letto…
Hermione strinse la mano di Ron, e gliela baciò di nuovo,
tirando su col naso e serrando forte gli occhi.
***************
Nella tranquillità di casa loro,
Ron e Hermione si stavano rilassando nella
vasca da bagno, mentre la stanza era illuminata da una decina di candele
incantate che fluttuavano qua e là. Ron stava di spalle contro il bordo della
vasca, e fra le sua gambe stava Hermione, con la schiena contro il suo petto,
accarezzandogli il braccio che le teneva attorno alla vita.
“Che hai fatto? Hai la pelle più liscia del solito.” Fece
lui, sfiorandole col dorso della mano la pelle tra il collo e la spalla.
“Ho fatto un bagno con una di quelle creme post-parto che
usa Ginny.” Gli disse lei, giocherellando col dito sulle nocche della sua mano.
“E’ anche molto profumata, direi.” Sussurrò lui,
chinandosi a baciarle il collo. “Non sapevo che Ginny usasse ancora quella
roba. Voglio dire, sono due mesi che ha partorito, ormai dovrebbe essersi
rimessa in forma.”
Lei scrollò le spalle. “Credo di capirla, è stata per
nove mesi più simile a un pallone che a una donna, è chiaro che adesso vuole
essere di nuovo perfetta per Harry.”
A Ron sfuggì una risatina. “Tanto Harry nemmeno la vede,
ultimamente tutto quello che fa è dormire dovunque si appoggia.”
Anche Hermione rise. “Poverini, Danny ha scambiato la
notte per il giorno, avranno qualcosa come due mesi di sonno arretrato.”
“Eh già.” Annuì lui. “E’ incredibile come un figlio ti
cambia la vita.”
“Ginny lo voleva tantissimo.” Disse lei, rilassata. “E
sono convinta che anche Harry si sentisse pronto. Ora ha la famiglia che a lui
è sempre mancata.”
“E tu?” le chiese piano lui. “Tu ti senti pronta?”
“Tu?”
Lui scosse la testa, con un sorriso beffardo. “No, non
vale. L’ho chiesto per primo.”
Lei esitò. “Non lo so…cioè, forse si…ma col lavoro…e poi
non ci siamo nemmeno sposati…”
“Perché siamo troppo impegnati, certo.” Annuì lui. “Ma un
giorno o l’altro potremmo anche farlo. E poi questo non cambia niente.”
“Tu vuoi un bambino, Ron?”
“Beh…ammetto che l’idea di un frugoletto coi capelli
rossi e gli occhi nocciola che strillicchia per casa non mi fa affatto
inorridire.”
Lei si voltò per guardarlo negli occhi. “Non me l’avevi
mai detto.”
“Perché tu non me l’hai mai chiesto.” Le disse con un
sorriso. “Posso aspettare. Un figlio deve venire dalla scelta di entrambi.”
Lei si riaccoccolò sul suo petto. “Forse lo vorrei anch’io…solo
che…non lo so, col nostro lavoro e tutto il resto…non vorrei non dargli
l’importanza che merita, capisci cosa intendo?”
Lui annuì, accarezzandole la schiena. “Non programmiamo
niente, va bene? Lasciamo che le cose seguano il loro corso. Quando sarà il
momento, ci rimboccheremo le maniche e faremo anche i genitori, ok?”
Lei sorrise. “Ok. Però c’è una cosa che vorrei.”
“Cosa?”
“Vorrei che nostro figlio assomigliasse a te.”
Lui ridacchiò. “Allora abbiamo un problema, qui. Perché
sai, io sarei davvero curioso di vedere una mini-versione di Hermione Granger
al maschile. Giuro, c’è da morire dalla curiosità.”
***************
Hermione continuava ad accarezzare una guancia pallida di
Ron, sfiorandogli il viso con dolcezza. “…non vedo l’ora che ti svegli…” gli
sussurrò con una voce dolcissima e triste. “…mi manchi moltissimo, lo sai?…dopo
tutti questi anni, anche un giorno senza di te è strano…è orribile, Ron…”
La porta della stanza si aprì, e ne entrarono Arthur e Molly
Weasley, pallidi e dall’aspetto molto triste e preoccupato.
“Come vanno le cose?” fece ansiosa Molly, sedendosi accanto
al letto del figlio e prendendogli la mano accoratamente fra le sue.
“Nessun cambiamento.” Disse Hermione.
“Amore della mamma…” fece mamma Weasley, baciandogli la mano.
“Hermione, non ti sei mai mossa da qui in tre giorni.” Le
disse piano Arthur. “Perché non vai a casa a dormire un po’, stanotte? Può
restare Bill, o anche Charlie, qui con Ron.”
Lei scosse la testa. “No, sto bene, grazie. Non vorrei che
si svegliasse e non mi trovasse.”
Molly le rivolse un sorriso piccolo e amaro. “Sono certa che
il suo primo pensiero sarai tu, Hermione…ti ama così tanto…” le disse, con la
voce strozzata dalla commozione.
Hermione strinse la mano di Ron. “Nemmeno immaginate quanto
lo amo io.” Anche lei si morse le labbra e tirò un sospiro. “Ormai è solo
questione di ore, si sveglierà presto.” Mormorò, con una voce instabile che
tentava di convincere per prima se stessa.
“Ma certo.” Annuì papà Weasley.
“E’ un dormiglione il mio bambino.” Disse con un sorriso
materno e commosso Molly. “Quando era più piccolo era sempre l’ultimo ad
alzarsi, la mattina.”
“Come sta Ginny?” chiese Hermione.
Il signor Weasley scrollò le spalle. “E’ molto giù, non
riesce a riprendersi.”
“Come non capirla.” Sospirò la ragazza.
“Nessuna novità di Harry?”fece Molly.
Hermione scosse la testa. “Niente ancora. Lo stanno
cercando, stanno facendo del loro meglio.”
“Non…si sa nulla di quello che gli è successo, giusto?”
“Io non so niente, sono rimasta sempre qui…ma ci stanno
lavorando con molta attenzione.”
Il rumorino in sottofondo della macchina a cui stava
attaccato il respiratore di Ron era diventato una musichetta triste e
atrocemente angosciante, e nell’animo di Hermione si era trasformato nella più terribile
delle lancette.
***************
Ginny e Hermione non ne
potevano più di ridere: erano riuscite a trascinare Ron e Harry al ‘Club
Africaans’, una specie di discoteca babbana in cui per una sera impartivano
lezioni di danza latino-americana. Il salone era pieno di gente, e
l’insegnante, un buffo individuo dall’accento francese e l’aria alquanto
femminile, Antoine, girava tra le coppie.
“Su, andiamo, più movimento, più movimento!” strillicchiò
con una voce stridula e acuta.
Hermione si posizionò meglio la mano di Ron sul fianco e
gli diede una pacca sul sedere. “E muovi quelle chiappe!” riuscì a dire tra le
risate.
“Non ci siamo, ragazzi!” si lamentò ad alta voce Antoine.
“La danza latino-americana è sensualità, passione, intensità…ci deve essere la
scintilla!”
Ginny scoppiò a ridere quando Harry rischiò d’inciampare
nel tentativo di fare un movimento coi piedi.
“Ok, ok.” Fece Harry, passandosi una mano fra i capelli.
“E se lasciassimo perdere?”
Antoine si avvicinò alle due coppie. “Oh no, così non va,
non va!” fece, tutto irritato. “Parbleu, siete assortiti molto male!” e con un
felpato movimento per niente maschile spinse Harry verso Ron. “Ecco, così è
molto meglio.”
Harry e Ron si guardarono in faccia, poi scoppiarono a
ridere. “Stai scherzando, vero?” chiese Harry.
“Oh, ma certo che no! Voi due avete proprio un’aura
compatibile, oui.” Antoine sembrava molto soddisfatto, e sfoggiava un sorriso
fiero.
“Sei pazzo o cosa?!” sbottò Ron. “Come faccio a ballare
con lui?!?”
“Vedi che c’è la scintilla, mon amour?” squittì
entusiasta il francesino, mentre Hermione e Ginny faticavano a tenersi in piedi
per le troppe risate.
“Oh santa pazienza.” Fece Harry, coprendosi gli occhi con
una mano.
Ron si avvicinò ad Antoine. “Sta’ a sentire, amico, la vedi
quella ragazza?” gli disse, indicando con un cenno del capo Hermione, che non
riusciva a darsi un contegno per le troppe risate. “Io vado a letto con lei
dalla mattina alla sera, con lei sento la scintilla, NON COL MIO MIGLIORE
AMICO!”
“Tesoro, è proprio qui che ti sbagli.” Esclamò il
francese facendogli gli occhi dolci, e Ron lo guardò disgustato. Ginny cadde a
terra per le troppe risate.
“Ehi, e se invece…” provò Harry, ma Antoine lo spinse di
nuovo verso Ron.
“Niente ma! Ora in posizione! Vite-vite!”
Harry e Ron fecero fatica a non scoppiare a ridere, ma
quando Antoine li fece mettere in modo da tenersi la mano, a tutti e due uscì
una risata gutturale intrattenibile.
“Avanti, forza! Il bacino deve ondeggiare!” fece
spazientito il maestro, battendo le mani.
“COSA?!?” Harry e Ron si voltarono di scatto verso di
lui, contemporaneamente, con un’espressione di totale stupore sul viso;
Hermione e Ginny rischiarono di soffocare per le risate.
***************
Hermione sorrise e continuò ad accarezzare il braccio di
Ron. Era notte fuori, e gli altri Weasley erano andati tutti a casa.
L’aspettava un’altra notte insonne, ad aspettare…a pensare…a pregare…
“…lo sai a cosa pensavo?” gli sussurrò, spostando le carezze
sul suo viso, china su di lui. “…ti voglio sposare, Ron.” Bisbigliò,
sfiorandogli le labbra con le dita, stando bene attenta ad evitare i due
tubicini che aveva nel naso. “…lo so, non ne abbiamo mai parlato prima…non
abbiamo bisogno di questo tipo di formalità sociali per amarci, io e te…però adesso…quando
ti sarai svegliato, perché tu ti sveglierai…si, voglio sposarti…in
chiesa, e col vestito bianco, e con gli ospiti che si commuovono…con tutte
quelle idiozie di cui abbiamo sempre riso…” disse con un sorriso amaro,
ingoiando le lacrime a fatica. “…voglio piangere anch’io…ho tanta voglia di non
dover essere sempre forte…sono così stanca, Ron…non ce la faccio più…” sussurrò
con un filo di voce, appoggiando la testa sul suo braccio e baciandoglielo,
sopprimendo a fatica un singulto.
***************
Ron, col suo smoking
assolutamente perfetto, si alzò in piedi con in mano un bicchiere di champagne,
facendo l’occhiolino a Ginny e Harry che, al tavolo degli sposi, stavano
aspettando il discorso del testimone dello sposo, assieme agli altri invitati.
“Beh, suppongo che sia un’ironia della sorte che tocchi a
me fare il discorso,” iniziò Ron, con un brillante sorriso. “Dal momento che
alla sposina ho cambiato i pannolini e, beh, quanto allo sposo…non sareste
venuti così in tanti se aveste diviso la stanza con lui per 15 anni, russa
peggio di una caffettiera rotta.” E qui tutti risero, Harry in testa. “A parte
questo…non vi dirò che sono i due ragazzi più perfetti della terra, come in
quei ridicoli discorsi preconfezionati da bigliettino di auguri riciclato.
Ginny e Harry sono due esseri umani, coi loro pregi e i loro difetti. Ma quello
che conta è che insieme formano una squadra imbattibile, e sono certo che siamo
tutti d’accordo nell’augurare agli sposi ogni felicità possibile. Perciò…” e a
questo punto sollevò il bicchiere verso di loro. “Alla famiglia Potter: a
Harry, a Ginny…e a tutti i marmocchi che presto invaderanno la loro casa.”
Tutti gli invitati brindarono ai due sposi e si levò un festoso
applauso, accompagnato dai fischi gioiosi dei gemelli Weasley; Ginny sorrise
commossa al fratello, Harry gli fece un occhiolino che Ron ricambiò prima di
tornare a sedersi accanto a Hermione.
“E’ stato un discorso bellissimo!” Esclamò lei, entusiasta.
“Ma quando l’hai scritto?”
Le labbra di Ron si curvarono in un sorrisetto vispo e
furbo. “Ho improvvisato.”
Hermione scosse la testa, sorridendo. “Vorrei davvero
prenderti a schiaffi.”
“Puoi farmi anche di peggio stanotte, baby.” Le sussurrò
lui con la sua voce calda e sexy, e lei, arrossendo, gli mollò una gomitata
nelle costole e si guardò attorno, per assicurarsi che nessuno avesse sentito.
***************
Aki si sfilò lo stetoscopio dalle orecchie e lo passò a
Tennessee, poi diede un’ultima controllata alle pupille di Ron e si tirò su.
“Ancora nessun cambiamento.” Hermione sospirò, abbassando lo sguardo, e Aki si
sentì subito molto male. “Ma dal modo con cui sta resistendo, mi sento
incoraggiata.” Si affrentò ad aggiungere.
Tennessee, riavvolgendo lo stetoscopio, vide Hermione
stropicciarsi per un attimo gli occhi. “Hermione, devi andare a casa a dormire
un po’, sei distrutta.” Le disse in tono preoccupato.
Lei scosse la testa. “No, è tutto a posto.”
“Sciocchezze,” incalzò lei. “Lo sai, nel mio paese si dice
che la tigre che si nutre della sua stessa forza finisce presto per divenire
nutrimento.”
Hermione fece un sorriso breve e stanco. “Proverbio molto
interessante, Tennessee.”
“Io non credo che Ron sarebbe contento se ti vedesse così.”
Provò Aki.
“E io non credo che proprio lui avrebbe il diritto di
parlare, visto che è tutta colpa sua.”
Tennessee rise. “E poi si stupiscono che è l’unica donna che
combatte con gli auror speciali della Mage section.” Anche le altre due ragazze
sorrisero.
“Certo che Ron assomiglia moltissimo a Charlie.” Osservò
Aki, sistemando meglio il respiratore.
Hermione sorrise. “Eppure c’è stato un tempo in cui aveva la
stessa corporatura di Percy.”
“Di Percy?” fecero contemporaneamente Aki e Tennessee,
meravigliate.
“Ai tempi della scuola era magrolino e alto, proprio come il
buon vecchio Perce.”
Tennessee scosse la testa. “Da non credersi, e io che
pensavo che fosse nato già coi pesi in mano.”
Gettando uno sguardo alla corporatura atletica di Ron,
Hermione si lasciò sfuggire un sorriso. “Se lo vedessi ora per la prima volta,
anch’io la penserei così.” Presto il suo sorriso degenerò in un’espressione
triste, e le due dottoresse si scmabiarono un’occhiata preoccupata.
“Ce la farà, Hermione. Vedrai.” Le disse piano Aki.
Hermione annuì, accarezzandogli la mano. “Si. Lo so.”
***************
“Hermione! Hermione!!”
Hermione, sentendosi chiamare da fuori, alzò la testa dal
libro che stava leggendo comodamente sdraiata sul divano. “Che c’è, Ron?”
“Vieni fuori, c’è una cosa che voglio farti vedere! Dai,
sbrigati!”
Lei sbuffò leggermente, irritata di dover interrompere la
sua lettura, si alzò e uscì nel giardino di casa loro; fuori al cancelletto
stava Ron, con addosso un giubbotto di pelle e due caschi in mano, e stava
seduto…su una moto. O per meglio dire: su una moto enorme, con due grossi
cilindri che spuntavano dalla parte posteriore. Hermione era scioccata.
“Allora, ti piace?” fece lui, con un sorriso che gli
andava da un orecchio all’altro.
“…non posso crederci!” lei mise entrambe le mani sui
fianchi. “E’ per questo affare che hai speso tutti i soldi del tuo
straordinario?”
Ron annuì, sempre sorridente. “Non è magnifica? Da 0 a
250 km/h terra-aria in 20 secondi. E’ micidiale.”
“Lo immagino.” Disse lei, sarcastica.
“Dai, monta su.”
“Te lo puoi scordare.”
“E dai! Questa l’ho presa per noi!”
“Ma quale per noi!” sbottò lei. “Se devi fare il pazzo su
questa specie di missile, non significa che devo farlo anch’io.”
Lui scosse la testa. “E dai, non fare la bambina!”
Lei lo guardò storto. “Non mi puoi obbligare.”
Lui si fece una risatina. “Questo è da vedersi.”
Lei incrociò le braccia sul petto, con uno sguardo di
pura sfida. “Mi piacerebbe vederti provare, presuntuoso metallaro.”
Ron rise e scosse la testa. “Perché devi sempre rendermi
la vita difficile, tu, non lo capirò mai.” E così dicendo si alzò in piedi
davanti a lei, troneggiando in tutta la sua statura atletica e imponente.
“Oh, questo è molto maturo, davvero.” Fece Hermione,
sarcastica, con un sopracciglio inarcato. Lui sorrise, e invece di risponderle
le si avvicinò in un passo e la baciò. Già era difficile mantenere la
concentrazione baciando Ron, figurarsi poi quando lui decideva di rendere un
bacio indimenticabile nel più completo dei sensi, per giunta tutto
all’improvviso. Automaticamente Hermione si rilassò nel suo abbraccio,
passandogli le mani attorno alla nuca, e neanche si accorse che lui l’aveva
presa in braccio, ma quando sentì le sue labbra allontanarsi dalle proprie, prima
di aprire gli occhi si rese conto che qualcosa le era calato sulla testa:
spalancando gli occhi, subito si rese conto di essere seduta a cavalcioni sulla
moto, col casco in testa. “Ron!!” si lamentò infuriata.
Lui rise, s’infilò il casco e si sedette davanti a lei,
accendendo la moto prima che lei potesse rialzarsi. “Reggiti forte!”
Hermione strinse forte le braccia attorno ai suoi
fianchi. “Ce l’hai una vaga idea di quanto ti odio, Ron?”
Lui ridacchiò, dando gas alla moto. “Si, più o meno quanto
io ti amo.”
Un attimo dopo la moto partì a razzo, e Hermione si
strinse ancora di più a lui, chiudendo forte gli occhi. “Rallenta, accidenti,
rallenta!!!”
Ron rise, godendosi la sensazione della velocità lungo la
strada, senza rallentare neanche un po’.
***************
Hermione sistemò meglio le tende alla finestra della stanza,
lasciando entrare più sole. Con un’aria estremamente stanca tornò a sedersi
sulla sedia vicina al letto di Ron e gli prese la mano fra le sue. Qualche
istante dopo qualcuno bussò alla porta.
“Avanti.” Disse lei.
Ad entrare fu Sirius Black, che le fece un piccolo sorriso.
“Ciao, Hermione.”
Lei rispose al suo sorriso. “Ehi, Sirius. Vieni.”
Lui prese posto sulla sedia dall’altra parte del letto di
Ron. “Come sta?”
Hermione scrollò le spalle. “Come quattro giorni fa, a
quanto pare non è cambiato niente.”
Lui annuì, con un’espressione di amarezza. “Posso solo
immaginare come ti senti, piccola.”
Lei lo guardò per un momento negli occhi: quell’uomo aveva
sofferto tantissimo in vita sua, aveva perso i suoi migliori amici, era stato
ingiustamente accusato di averli uccisi, aveva dovuto sopportare anni di
sofferenze e torture nella peggiore fra le prigioni, e ora rischiava di perdere
anche Harry, che amava come un figlio. I suoi occhi erano pieni di dolore e
comprensione, e la sua presenza in qualche modo la faceva sentire meno
obbligata, più libera…libera anche di sfogarsi un po’. E lasciare libere le
lacrime fu proprio quello che fece, rilasciando per un attimo le difese.
Sirius si alzò e si inginocchiò accanto alla sua sedia,
abbracciandola, e Hermione pianse più che volentieri col viso nel suo collo.
Lui non le disse niente, le accarezzò la schiena e la testa, ma non la disturbò
minimamente; qualche minuto dopo, quando si fu calmata, si ritrasse e le
sedette accanto.
“Va tutto bene, tesoro.” Le disse paternamente. “Anche i più
forti hanno bisogno di piangere ogni tanto.”
“E’ che sono così stanca…e sto così male…”
Lui annuì. “Aki è ottimista, ho parlato con lei stamattina.
Dice che la tua continua presenza lo sta aiutando perfino più di quanto tu
stessa immagini.”
Lei abbassò lo sguardo. “Non mi interessa cosa sto facendo
io. Voglio solo che si svegli.”
“Ce la farà, ne siamo tutti convinti.” Sirius le prese una
mano. “Non perdere la speranza.”
Hermione annuì, con aria stanca. “Ci sono novità riguardo
Harry?” chiese piano.
Sirius annuì, con un’espressione non esattamente felice.
“Julian ha raccolto abbastanza materiale da finire la ricerca. Ed è come
pensavamo, purtroppo. Non è solo un normale Imperius.”
“Magia nera?”
“Ad altissimo livello. Stiamo parlando di uno di quei
malefici che restano legati alla vita di chi li formula, con molta
probabilità.”
“Quindi…” fece lei, impallidendo. “Se non uccidiamo chi lo
ha lanciato, non ci riprenderemo Harry.”
Lui annuì. “Appunto. E il problema è che non abbiamo ancora
identificato uno solo degli assalitori.”
Hermione si coprì gli occhi con una mano per un momento.
“Come state procedendo?”
“Abbiamo sguinzagliato quelli della divisione di Liam e
Bernie tra interrogatori e tampinamenti di tutte le fedine penali sporche che
possono essere anche lontanamente coinvolte in questa storia. Bill e Josh si
stanno passando al setaccio tutti i nostri informatori. Qualcosa deve venir
fuori per forza.”
Lei sospirò. “Fammi sapere sempre se ci sono novità.”
“Certo, sta’ tranquilla.” Le rispose lui.
Hermione chiuse gli occhi. “Dio, mi sembra tutto un
interminabile incubo…”
Sirius annuì lentamente. “E la parte peggiore è che è tutto
vero.”
***************
Sul divano della loro
camera da pranzo Ron e Hermione si stavano baciando senza il minimo ritegno, le
loro mani sveglie più che mai. Hermione era sdraiata sulla schiena, e aveva una
mano immersa fra i capelli di lui e un’altra intenta ad accarezzargli le
spalle. Ron la teneva stretta a sé con un braccio, con l’altra mano le
accarezzava possessivamente una coscia, baciandole e mordicchiandole il collo
senza pietà.
“…Ron…” provò a fermarlo lei.
“…shh…” lui la ignorò completamente, rendendole più
difficile ogni resistenza.
“…Ron…dai…domani dobbiamo alzarci presto…”
“…mmh…” lui non s’interruppe. “…così mi rovini tutto il
divertimento…”
In qualche modo lei riuscì a respingerlo indietro. “Ti
sei dimenticato che domani abbiamo un turno di pattuglia al Ministero alle
sette?”
“Ah già.” Ma la cosa non sembrò turbarlo più di tanto,
perché provò a baciarla di nuovo.
Lei schivò le sue labbra. “Tesoro, sono due notti che
dormiamo non più di tre ore…stanotte vorrei davvero dormire…”
Lui fece un sorrisetto malizioso. “Credimi, ti darei
retta se solo fossi un tantino più convincente.” E detto questo, le catturò di
nuovo le labbra con le sue, mentre la sua mano giocherellava con la lampo della
sua gonna.
Hermione gli appoggiò le mani sulle spalle e lo spinse
indietro dolcemente ma con determinazione. “Se ti supplico, ti fermi?”
Lui rise. “No.”
“Allora ti fermo io con le cattive.” Fece lei con un sorrisetto,
e sfilatasi la bacchetta da una tasca mormorò qualcosa a bassa voce, e un
attimo dopo sulla sua mano si materializzò un ragno. Ron balzò indietro
all’istante e lei, ridendo, saltò giù dal divano e corse fuori.
“Piccola imbrogliona!” anche lui rise, e smaterializzando
a volo il ragno con un colpo di bacchetta, si lanciò all’inseguimento.
Hermione, ridendo, raggiunse la loro stanza e balzò sul
lettone, ma un istante dopo arrivò a tutta velocità Ron, che, ridendo anche
lui, saltò sul letto, finendo sopra di lei e bloccandole i polsi sul materasso
sopra la sua testa.
“Precisamente come ti volevo io.” Le disse con un gran
sorriso, mentre lei ancora rideva. “Cinque minuti, promesso.”
Hermione gli sorrise. “…anche dieci…”
Il sorriso di lui divenne ancora più largo. “…anche tutta
la notte…” e nessuno dei due ebbe più bisogno di parlare, non il linguaggio
delle parole, comunque.
***************
Hermione sospirò, chinando la fronte sulla mano di Ron, che
teneva stretta tra le sue. Stava diventando una dolorosa abitudine tutto
questo, e il dolore che teneva stretto in un pugno il suo cuore sembrava
aumentare tutte le volte che lo guardava in faccia. Tutte le volte che guardava
quel viso così maschio e pieno di vita completamente bianco e immobile, totalmente
diverso dal solito, mentre nella sua mente ormai al suono della sua voce si
stava sostituendo un rumorino freddo e impassibile, agghiacciante nel suo
ostinato ripetersi…
…bip…bip…bip…
***************
The show must go on…
The show
must go on…
Inside
my heart is breaking
My make
up may be flaking
But my
smile still stays on
The Show Must Go On, Queens
*****************************
E finalmente ce l’abbiamo fatta
con questo benedetto seguito! Si, lo so, ce ne ho messo di tempo…ma ehi, chi
non ha da fare di questi tempi? Spero con tutto il mio cuore che anche la nuova
storia vi appassioni come la precedente…e comunque, consigli, richieste e
critiche costruttive sono sempre bene accettate… Importantissimo: non
dimenticatevi di recensire, altrimenti come posso sapere se vi piace? ^^ Oh, e
tenete presente che all’inizio potreste non capire esattamente come sono andate
le cose…comunque, al massimo entro il prossimo capitolo sarete in grado di
capire per bene tutto.
Un paio di piccole note:
1) Per quelli che sperano di
vedere molti momenti di amore della coppia Harry/Ginny. Chiariamo questa cosa:
io non sono una sostenitrice di questa coppia, se nella mia fic sono insieme è
perché Ginny mi è sembrata il personaggio dolce e comprensivo di cui Harry, che
di guai ne ha passati nella sua vita, ha bisogno più di chiunque altro. Senza
contare che mi piace l’idea del mitico trio imparentato a tutti gli effetti ;)
Perciò mi sembra superfluo ripeterlo, questa storia è dedicata alla coppia
Ron/Hermione ancora più della prima, perché in questa seconda parte di Being a
War Mage li vedremo crescere nella loro relazione in modo maturo e completo. E
tutte le altre love story avranno dei cameo marginali, o forse qualcosa in più,
ma per ora non so.
2) A tutti quelli che mi
stanno continuamente chiedendo di scrivere storie sulla relazione tra Harry e
Hermione. Ok, è vero, la mia prima fanfic è stata su loro due, ma al momento
credo di essermi affezionata un bel po’ a questa storia, e soprattutto alla
coppia Ron/Hermione. E credo proprio che diventerò una sostenitrice di questi
due a tutti gli effetti, quindi…al momento non credo che scriverò qualcosa su
Harry e Hermione insieme… ma poi si vedrà.
Beh, a questo punto che
altro c’è da dire…ci vediamo alla prossima, col secondo capitolo “Lottare fino
alla fine”. E fatemi sapere ne pensate! Tanto lo sapete già tutti quanto io
adori le recensioni e quanto aiutino la mia ispirazione, no? ;)
Sunny