Ed ecco la mia seconda mini-fanfic su Inuyasha. Come al solito, i
personaggi non appartengono alla sottoscritta ma alla mente e alla china di
Takahashi-sensei. E finchè lei non si deciderà a concludere il manga, noi
possiamo spaziare con la fantasia...
Essere libera. Rivoglio il passato.
Quel Marzo era davvero caldo.
Nuvole di fiori galleggiavano
nell'aria, strappate agli alberi, turbinavano nel vento che iniziava a profumare
di buono.
Al di là del bosco, oltre le montagne,
il villaggio riposava placido sulla sponda del fiume, e i bambini
si rincorrevano, piangevano.
La sterminatrice coglieva i
fiori, giocava con la sua gattina, si stendeva sull'erba, crogiolandosi nella
sua freschezza; come una bambina, incurante di tutto, incurante del
resto, recuperando gli anni della fanciullezza alla quale forse era stata
strappata via troppo presto.
Lì accanto, il monaco libertino si godeva la scena; un
piccolo sorriso rischiarava il suo
volto, ancora più del sole cocente che vi batteva, imperlandogli la
fronte di piccole goccioline di sudore; ma lui non sembrava farci
troppo caso, perchè era finalmente
libero.
Libero di stare
con la sua donna, libero di amarla , senza la paura
di renderla infelice con una progenie
maledetta.
Sango, lei era la sua donna.
Sango, che ora pensosa si era distesa bocconi
sul prato, dondolando le gambe.
Crescendo, negli anni della lotta contro Naraku, aveva sempre più
abbandonato le fattezze di ragazzina per trasformarsi in una splendida
donna.
Sango[1], il suo nome era proprio adatto a
lei.
E il monaco, osservandola,
capiva sempre di più qual era il proprio posto.
- Andiamo, Miroku. Voglio far
visita alla tomba degli sterminatori.
Il monaco si alzò, spazzolando
via dalla sua tonaca i resti d'erba.
Quella stessa erba che al vedersi ricopriva di
vivacità e vita le colline terrose, ma gli occhi acuti di un più attento
osservatore avrebbero visto che l'erba era già sfiorita,e presto tutto quel
caldo l'avrebbe resa secca.
E' come quest'erba il tuo cuore,
Sango?
- Cosa ne diresti di
fermarci prima al villaggio? Potrei esorcizzare
un palazzo infestato o, che so, fermarci alla locanda e bere
qualcosa...
Forse Sango aveva capito quali fossero le
reali intenzioni del monaco, e che cosa intendesse lui per "alla locanda" e"bere
qualcosa".
Dopotutto, dopo queggli anni trascorsi al
suo fianco, aveva imparato a intuire perfettamente il suo modo di
ragionare.
Fu per questo che gli scoccò un'occhiata
penetrante, ritrovando un po' della sua antica furia che prontamente si
scatenava quando il monaco manifestava intenzioni perverse.
Intenzioni che, col passare del tempo, non
ritornavano poi così tanto spesso.
- Va bene, Sango. Ai tuoi
ordini.
Doveva esserne felice?
La sterminatrice osservava il suo
compagno, notando quanto anche lui fosse cresciuto, e non per l'aspetto fisico
soltanto; deducendolo forse dal fatto che ormai, quando cavalcavano Kirara
insieme, come stavano facendo adesso, non coglieva più l'occasione per
comportarsi da maniaco.
Ma era male
rimpiangerlo?
Ormai, erano entrambe
cambiati dal tempo in cui combattevano al fianco del cucciolo di volpe, della
sacerdotessa e del mezzodemone.
Erano tutti cambiati, il tempo
aveva portato via la loro vecchia vita, e con essa, anche quella di
Kohaku.
-Kohaku...
La sterminatrice
si inginocchiò davanti alla tomba del fratellino; nonostante tutto, alla fine
era riuscita ad accettare il triste fato del ragazzo; sapevano bene tutti
e due che alla fine la sfera avrebbe ancora mietuto molte
vittime.
Era stata la sua amica sacerdotessa ad
infonderle il coraggio per andare avanti, nonostante tutti cercassero di
aiutarla nel migliore dei modi, forse l'unica persona su cui poteva sempre
contare davvero, era la sacerdotessa.
Perchè lei le era sempre stata vicino,
quando era gelosa del monaco, e quando non aveva più la forza per andare avanti.
E spesso, quando non bastavano le parole, la
sacerdotessa era sempre stata lì, pronta a darle un abbraccio, a permetterle di
posare la propria testa nel suo grembo, riuscendo ad essere una madre per
lei, quella madre che non ricordava nemmeno di aver mai avuto.
Ed era tra le braccia di Kagome che si sentiva
finalmente una bambina, mostrando la debolezza che non mostrava mai durante i
combattimenti, durante i tradimenti; tante volte le sarebbe piaciuto
davvero essere una bambina.
Ma adesso che la sua amica non era più
con lei, chi le avrebbe dato tanto coraggio?
Kagome...
Fin da quando era nata, era stata addestrata
per perseguire un unico obiettivo; del resto,non ricordava di aver avuto altri
interessi al di fuori del suo compito.
Combatti, forza, proteggi i più
deboli.
Ma lei sarebbe stata capace di proteggere
se stessa dalla malinconia che le attanagliava l'animo?
Nel pensarci, giocherellava incerta col nodo del
suo kimono, non sapendo bene cosa fare.
E ancora, a volte, desiderava
tornare indietro, ai vecchi tempi dei combattimenti;indossare la divisa da
sterminatrice, e roteare l'Hiraikotsu, sentire l'aria vibrare intorno al
viso, picchiare il monaco ogni tanto, divertirsi ai litigi di Inuyasha e Kagome,
rimanere da sola accanto al fuoco, facendo la guardia...
Quante volte, la notte, si era sorpresa a
sorridere di gioia?
Era ingiusto, questo, nei confronti di tanta
gente che soffriva?
Semplice, rivoleva il suo passato
indietro.
Decismente, una
vita troppo pacata non faceva per lei, aveva desiderato tante
volte trascorrere una vita da donna normale, magari come quelle che il monaco puntualmente
corteggiava; eppure, adesso che l'aveva ottenuta, sentiva di desiderare ancora
di più, l'insoddisfazione agitava troppo spesso le sue notti
insonni.
Era questo quello che voleva?
Ritornare alle guerre, rivedere gente morta, combattere per il gusto di
farlo, avere qualcuno da vendicare?
No, voleva di
più.
Voleva
sentirsi felice.
E fu
per questo, che si sfilò gli abiti, rivelando la vecchia tenuta da
sterminatrice, che portava sempre sotto il kimono.
Non
aveva mai avuto davvero l'intenzione di toglierla.
S
altò a cavalcioni di Kirara.
- Sango?Dove vai?!- chiese
sorpeso il monaco.
- vado a cercare i nostri vecchi
amici! vieni, maestro! -
Dopo tutti quegli anni, non
aveva ancora perso la cara abitudine di chiamarlo " maestro".
Ma, Sango doveva
capirlo, il passato era finito.
-Non verrò con te- le rispose-
perchè non trovo che sia un'azione saggia. Quei tempi sono andati,
Sango.-
Sango si incupì, fingendo di
non ricordare che questo lo sapeva benissimo anche lei.
- Bene- replicò stizzita-
saluterò i ragazzi da
parte tua, monaco. Perchè loro mi vorranno.-
Miroku la guardò serio, sapendo in realtà che
non sarebbe servito a niente.
- Sango, non vivere di illusioni. Loro sono
cambiati, ed era inevitabile. Noi siamo cambiati. I nostri
destini sono stati uniti dal caso, e il caso è un legame troppo labile per
durare veramente a lungo. C'è stata anche amicizia, è vero, ma a questo mondo,
nulla è eterno.
Cambiano gli interessi, cambiamo
noi.-
Sango guardò il maestro
incredula.
Come faceva quella persona, un tempo allegra e
gioviale, ad essere diventata così cinica e priva di speranza?
- Tu menti. Loro mi vorranno, perchè siamo
amici. E non importa quanto il tempo ci possa aver divisi, io farò in modo di
riunirci tutti di nuovo, perchè loro mi amano davvero. E inizio a dubitare, a
questo punto, che anche per te sia ancora così-
Non l'avrebbe ascoltato,
nemmeno questa volta. Come sempre, del resto.
A volte si considerava
davvero troppo emotiva, per una donna era bene imparare a controllare le proprie
reazioni.
Ma lei, Sango, era così per
quello che era, e non sarebbe cambiata mai.
Aveva voglia di rivedere i
suoi amici, che gli altri fossero pure in disaccordo.
Voleva vederli; sapeva benissimo che non si sarebbe potuta
riprendere il proprio passato indietro, non era cieca; solo, voleva
vederli, trascorrere ancora attimi con loro.
Quantunque avesse trovato
diverse le persone care, comunque sarebbero andate le cose.
Lei era Sango, e
preferiva tenersi le sue illusioni.
E sparì all'orizzonte,
contro il sole che tramontava, diretta al pozzo.
Miroku sospirò, portando all'altezza del volto
il palmo destro, fissandone il centro.
-Sango- sussurrò triste-
capisco i tuoi desideri di rivivere avventure, del resto è stato difficile anche
per me abituarmi a questa nuova vita. Ma devi capire, il tempo passato non può
tornare indietro. E quando capirai, che anche nella vita di Inuyasha e Kagome
non c'è più posto per noi, sarai tu che tornerai indietro da me, carica di
rimpianti. Ma sarà solo allora, forse, che sarai maturata davvero, e il tuo
cuore troverà il suo posto.-
[1]"Sango" significa
sia"corallo" che"bellissima
ragazza"
Grazie mille a kaho_chan per i suoi preziosi consigli.
Mi sei stata davvero d'aiuto, non sai quanto, Spero che così vada un po' meglio
:-P !
Spero che vi piaccia, almeno un po' .
Recensite, indicandomi cosa ne pensate. A presto con il prossimo
capitolo,
rossanasmith
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