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AVVERTENZE: La
Fiction che segue è una spin off del racconto di Caith Rikku la Dama
nella Bara (clicca
QUI per leggerlo). Non c’è necessariamente bisogno di aver letto
‘l’originale’ per essere compresa a pieno, in quanto si colloca prima, ma io vi
consiglio di farlo ugualmente. Sia per avere una maggiore idea su quanto state
per leggere, sia perché è un racconto che merita veramente molto.
Detto
fatto vi saluto e vi auguro buona lettura.
Grazie.
Lupus
***
La gente ha paura di tutto
ciò che non riesce a vedere.
Per questo le persone
temono la morte, la sofferenza e i sogni.
[d
e b o l i e s u p e r f i c i a l i]
Il passato della Dama
[Spin off –
La Dama nella bara di Caith Rikku.]
“Madre perché la gente è
cattiva con me?”
“Non lo so.”
“Cosa ho fatto di male?
“Non lo so.”
“Mi osservano come se
fossi diversa da loro. A volte mi fanno anche paura.”
“Non lo so.”
“Madre mi ascolta quando
le parlo?”
“Non lo so. Ora và, però.
Abbiamo già proferito abbastanza.”
La
sua era una vita fatta solo ed esclusivamente di incognite senza risposta, di
dubbi e di incertezze.
Non
sapeva chi era, cosa fosse o cosa vivesse a fare in un mondo che non l’aveva mai
accettata.
Priva
di scopi e senza ambizioni, lei non e s i s t e v a.
Era
come una favola che non verrà mai raccontata ai bambini, una favola vera
che parla di una vita vera costruita su sofferenze vere.
Era
in continua lotta con i ricordi di un passato che non aveva
mai avuto, con le sofferenze amare di un presente che non faceva altro
che soffocarla e con il pensiero di un futuro che per lei non ci sarebbe mai stato.
Viveva sola di soli sogni. E questo, però, le bastava.
Era una ragazza scarna, ma
bella. Consumata dall’indifferenza delle persone.
Peccato sia morta.
L’ha uccisa la gente.
Si
chiedeva ripetutamente cosa significasse veramente vivere, perché a lei questo
non era stato concesso.
Veniva picchiata, maltrattata, insultata e calpestata solo perché era diversa.
Non indossava jeans all’ultima moda, non seguiva le nuove tendenze musicali
giovanili e non parlava mai, se non con se stessa.
A
cosa serve vestirsi di ipocrisia solo per non sembrare quello che in realtà si
è?
L’unica cosa che possedeva erano i sogni. E non chiedeva altro.
Viveva di speranze, di mere utopie in un mondo dove il male non esisteva e dove
alla sofferenza non era permesso entrare.
Era una ragazza scarna, ma
bella. Consumata dall’indifferenza delle persone.
Peccato sia morta.
L’ha uccisa la gente.
Lei,
per gli esseri umani era o un fantasma o una fiera da circo.
C’erano quelli che le passavano sopra, ignorando completamente la sua esistenza
e c’erano quelli che la guardavano attoniti, bisbigliando offese decisamente
poco gentili, attribuendole colpe che non aveva mai avuto e giudicandola come se
la conoscessero bene.
Odiava la gente perché non riusciva a capirla e, quindi, preferiva vivere sola
in un mondo parallelo.
Sognare, infatti, era l’unica cosa che le desse la forza di continuare a
sperare.
Nonostante tutto, però, non si lamentava mai e forse anche per questo le persone
la consideravano strana. Soffriva, ma non lo dava a vedere perché nessuno
l’avrebbe capita e sarebbe stata disprezzata ancora più di quanto già non fosse.
Preferiva, tra tutte le cose, sedersi e sognare la famiglia che non aveva avuto
e gli amici che aveva sempre desiderato.
Cercava solo un po’ di quell’affetto che nessuno le aveva mai donato.
Viveva, tramite la fantasia, un’utopica vita che le era sempre mancata,
compensando, così, almeno in parte, il dolore che provava da quando riapriva gli
occhi a quando li richiudeva. E questo le bastava.
Era una ragazza scarna, ma
bella. Consumata dall’indifferenza delle persone.
Peccato sia morta.
L’ha uccisa la gente.
Quando, però, le fu anche tolto il diritto di sognare,
non trovò più ragioni per continuare ad esistere.
Quel
giorno, per la prima volta in tutta la sua vita, pianse.
Non
aveva alcuna importanza cosa la gente pensasse di lei, oramai. Aveva smesso di
vivere quando suo padre l’aveva costretta a non sognare.
E sui morti le persone non si sprecano a parlare,
tanto sono morti. Che importanza avrebbe?
Perché nessuno è mai riuscito a capire che tutto quello che cercava era un
semplice sorriso?
Voleva solo che qualcuno le volesse bene, le regalasse un po’ di affetto.
Chiedeva, forse, molto?
Purtroppo, lei era nata sbagliata in un mondo di giusti.
E
che cos’è
oggi la giustizia, se non l’ipocrisia di una legge venduta per un favore?
Viveva sola di soli sogni. E questo, però, le bastava. Ma una
volta toltole anche il diritto di continuare ad esistere nel suo mondo,
decise di morire.
Era una ragazza scarna, ma
bella. Consumata dall’indifferenza delle persone.
Peccato sia morta.
L’ha uccisa la gente.
Prese
un bara vuota, la portò al cimitero e, dopo averla sistemata in una buca che lei
stessa aveva scavato, vi si mise dentro e incrociò le mani poggiandole al petto.
Era
un ragazza scarna, ma bella. Consumata dall’indifferenza delle persone. Non
aveva nome, non aveva età e non aveva consistenza. [semplicemente, non e s i
s t e v a.]
Era
una dama che non aveva mai vissuto e mai lo avrebbe fatto.
Il
mondo non era riuscito ad accettarla, ma a lei non importava.
Infatti, aveva continuato a vivere nella sua
fantasia fino a quando non le fu tolto anche il lusso di sognare. Allora, morì
sola in un mondo che di sogni non ne aveva più.
E se
mai qualcuno, passando di lì, le avrebbe chiesto cosa l'avesse uccisa, lei
avrebbe semplicemente risposto: 'La gente.'
Era una ragazza
scarna, ma bella. Consumata dall’indifferenza delle persone.
Peccato sia morta.
L’ha uccisa la gente.
***
Dedicato a tutti quei
bambini che conoscono troppo presto la crudele realtà della vita odierna.
Lasciate che i vostri
figli vivano in pace i loro sogni infantili.
Non svegliateli, non è
ancora arrivato il momento.
A/N
Spin
Off che non ha pretese dedicata alla stessa autrice del racconto da cui è stata
tratta: Caith Rikku perché con la sua fiction “La dama nella Bara” mi ha
lasciato veramente qualcosa dentro che non si cancellerà facilmente.
Qualora non l’aveste fatto, invito nuovamente voi tutti a leggere la sua storia
al seguente link. Perché per quello che mi riguarda merita davvero molto.
Caith Rikku – La Dama nella bara.
Si
ringrazia, in anticipo, vari ed eventuali lettori e/o recensori.
Infine, vorrei dare un bacio enorme anche alla mia carissima beta-reader (nonché
la stessa autrice della storia da cui è stata tratta la mia shot) che ha dovuto
sopportare i miei capricci e le mie lamentele per tutto il tempo. Grazie,
veramente. *-*
Saluti.
Lupus
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