daxcdew
Respiro.
La mano di mio fratello mi scacciò adirato e mi dissolsi.
Bastò un respiro troppo breve.
Nico, Nico.
Avevo osservato la mia vita scorrere nei suoi occhi per così
tanto tempo. L'unica costante, in un'esistenza increspata da spuma
sfuggente, era stata la sua mano piccola e stretta nella mia.
Il calore di quel contatto si era seccato da tempo sulla mia pelle,
lasciando solo la cicatrice di un ricordo lontano. Non avevo
più sangue per avvertire calore. Non avevo più
sangue da poter versare per dimostrargli che lo amavo ancora. Lo amavo,
ma il fascino delle scelte sbagliate e il profumo della
libertà me lo avevano fatto dimenticare.
Cacciatrice.
Già, libera, Bianca. Un'illusione troppo bella per non
aggrapparcisi fino a consumare le unghie. Il mio sogno sfiorito prima
di sbocciare. Mentre promettevo di dedicare la mia vita ad una
divinità sconosciuta, lo sguardo ferito di Nico rifletteva
l'immagine della sorella stolta che speravo di poter essere.
Ma la finzione del mio cinismo non durò nemmeno una battuta.
Pensavo a lui mentre ero con le mie compagne, pensavo a lui mentre
combattevo, pensavo a lui quando non avrei dovuto. Pensavo a quel mio
fratello solo e troppo piccolo in mezzo ai guerrieri, in un'armatura
troppo grande. Abbandonato,
sibilava la mia coscienza piangendo le lacrime che io trattenevo, abbandonato. I
rimorsi divennero serpenti a torcersi nelle mie viscere. L'ossigeno
sapeva di veleno, e Nico era ancora solo. Colpa mia.
E speravo di poter riparare tutto, morendo, cancellando distrattamente
la mia vita per fare in modo che la morte portasse via insieme a me
anche quelle ultime settimane, così inebrianti e atroci.
L'avevo abbandonato di nuovo, ma lo capii quando sbarre peggiori della
mia stoltezza mi imprigionavano, ormai.
Nel regno dei morti, lui divenne l'essenza del mio spettro inquieto.
Esistevo pensando a lui, esistevo pregando per lui, esistevo piangendo
per lui. Ed ero ancora egoista, ingenua. Stupida. Credevo che,
senza di me, lui non ce l'avrebbe fatta: ma le sue lacrime si
asciugarono prima delle mie.
Bastò un respiro troppo breve. Nico aveva fatto scomparire
con un gesto brusco la mia immagine. Nei suoi occhi di buio, ossidati
da un dolore che non conoscevo, il mio riflesso non c'era
più.
Lui aveva ricominciato a vivere, io ricominciai a morire.
Note dell'Autrice: Dopo una vita, rieccomi a postare una
robetta su questo fandom. ^-^ E ovviamente su chi? Nico, e chi altri!
Però stavolta ho deciso di raccontare tutta la loro storia
dal punto di vista di Bianca. Una specie di introspezione in cui
immagino cosa avrà mai potuto pensare, durante il corso di
tutto il terzo libro e poi negli Inferi. Per quanto riguarda la storia
di Nico che colpisce la sua immagine, mi riferisco ad una scena
dell'ultimo libro, quando lui invoca sua madre e Bianca lo invita a non
farlo.
Ecco, mi è sembrato molto significativo per descrivere il
cambiamento repentino dell'atteggiamento di Nico nei suoi confronti.
Grazie per avere letto, se vorrete lasciarmi una recensione
sarò molto felice di leggerla!
Lucy
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