Pain.

di Fireworks
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Pain -

La convivenza forzata con la tua mancanza è la cosa migliore. Dolce al sapore sulla lingua, cinico il retrogusto amaro che si spande attraverso i nervi in tutto il mio corpo. La mancanza stessa è la cosa migliore della tua assenza, quella scusante per cui posso essere triste. Quel senso di immortalità di fronte agli altri. L’intoccabile, invincibile e allo stesso tempo debole di fronte alla vita, inerme, inerte. Quel senso di vuoto che è riempito dalla mancanza. Il senso di vuoto tra le braccia, dove doveva essere il tuo posto. Tra le mie braccia. E non ci sei mai stata. Ma è come se lì ci fossi nata e vissuta e ti avessero strappato con violenza, lacerandomi le carni, e le ferite sono rimaste, ma non a te. Come qualcuno che ti protegge dall’alto, non hai mai saputo che io e te eravamo così legati, così uniti, non è ago e filo, non è colla, ma qualcosa di più. Come il filo rosso del destino, che è stato strappato brutalmente.


E adesso sei morta, ma non devo essere io a piangerti, c’è qualcun altro che deve farlo al mio posto. Io devo leccarmi le ferite, il sapore metallico del sangue e della sconfitta, la certezza di averti persa per sempre e dover piangere solo in silenzio, senza farsi scoprire, perché non devo essere io a piangerti. Non io, solo lui. 




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