Sete
Purpuree
La ragazza addormentata sembrava un
angelo. Riposava serena,
il suo dolce respiro le alzava e abbassava lentamente i seni piccoli,
sodi.
La luna gettava attraverso la
finestra spalancata morbide
onde di luce, che si disperdevano nei meandri dei veli di seta del
baldacchino.
Mentre la ragazza dormiva, al suo
fianco qualcuno la osservava.
Non ipnotizzato dalla sua pelle perfetta, gocciolante colata di miele.
Non
affascinato dalle sue labbra rosate, giovani petali dischiusi in un
sospiro
d’amore. L’attenzione era interamente rivolta al
collo della fanciulla,
teneramente appoggiato al cuscino, sospeso in una nuvola di boccoli
scuri.
La ragazza sospirò nel
sonno, ignara del pericolo che a
pochi centimetri torreggiava bramoso.
Lui allungò una mano, a
sfiorare con le dita affusolate
quella magnifica perfezione. A cercare con le dita esperte quella fonte
di
purezza, quella sorgente di vita.
Con brutalità silenziosa
si avventò quindi sulla giovane,
senza più riuscire a trattenersi. Lei gridò
invano, bruscamente risvegliata
dalla realtà: sangue rapido si riversò sul
suo lungo collo, che elegante
rapì la sua anima, fuggendo. Sangue rapido sgorgò
nella bocca del mostro che bevve,
bevve avidamente il liquido dolce di vita, salato di morte.
[Purezza. Pulsazione.
Perfezione. Possessione. ]
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