prologo
Ciao a
tutte. ^^
Mi prendo qualche secondo del vostro tempo per spiegarvi come
è nata questa mia passione per quell'adorabile uomo che
porta il nome di William Tavington. Per mia sfortuna non l'ho inventato
io da ex novo, è un personaggio del film 'Il Patriota' di R.
Emmerich del 2000, vi consiglio di vedere quel film perché
è ben fatto e ha anche degli attori niente male.(H.Ledger,
per citarne uno a caso) :p
Perciò, purtroppo non posso prendere i crediti per il
Colonnello, mentre Beatrix è totalmente un'eroina da me
inventata, in lei è presente una componente angelica, come
Beatrice di Dante, ma allo stesso tempo per catturare il cuore di
quell'uomo brutale ci vuole una piccola volpe, furba e scaltra. Ecco,
così è nata Beatrix, nome insolito lo so...:)
Jason Isaacs, l'attore che ha interpretato Tavington, è un
uomo incredibile, ho visto non so più quanti suoi film e la
mia opinione non cambia..lo adoro. *-*
Spero di riuscire a trasmettervi, almeno in parte, la mia passione per
lui..
Vi lascio alla mia storia, nella quale troverete odio, amore, lussuria,
gelosia, orgoglio e coraggio..il tutto trainato da quella potente forza
che è la storia.
Così si apre il prologo..siamo nel 1779, nelle Colonie del
Sud dove un Colonnello Inglese sta discutendo con il suo superiore..
Buona Lettura
Giulia ^^
PROLOGO
L'INCARICO
Guerra
d’Indipendenza Americana
South Carolina, 1779
Il Colonnello William Tavington camminava avanti indietro nella sua
stanza, non riusciva a capire il motivo per cui il Generale Cornwallis
volesse parlargli. Che il Lord Generale avesse intuito il suo piano per
impossessarsi del comando, per giungere finalmente a quella tanto
agognata vittoria a cui tutti gli Inglesi anelavano? Tavington stava
logorando la suola degli stivali per il tanto camminare sulla ruvida
pavimentazione dell’alloggio. Il tuum tuum degli
stivali riecheggiava nella stanza.
Come mai tutta quella agitazione?
Non era da lui.
No, Tavington lo ripeteva per convincersi.
Convincersi di aver di nuovo vinto su Cornwallis. Quell’uomo
non riusciva mai ad apprezzare il Colonnello e nemmeno ci furono mai
numerosi encomi per lui, anzi quasi nessuno. Chissà come mai
il Generale apprezzasse di gran lunga il Generale O’Hara a
scapito di Tavington. Sapeva che il dilemma si sarebbe risolto nel giro
di pochi minuti. Troppo preso dalle sue elucubrazioni quasi non
sentì il lieve rumore del servo che batteva alla sua porta.
Tavington non si fece attendere oltre e così aprì
con impeto e si erse imponente davanti al servo, il quale intimorito
non osò quasi parlare, tanta la paura verso il Colonnello.
"Colonnello. Il Lord Generale chiede di voi."
Il servo titubante non sapeva quale reazione avesse scatenato nel
Colonnello, col suo atteggiamento stoico non rendeva manifeste le sue
emozioni tanto facilmente e questa era una peculiarità di
Tavington. In tutto il Fort Charlotte pochi erano quelli che potevano
dire di conoscere il freddo Colonnello, in linea col retaggio
cavalleresco del passato credeva che fosse più opportuno che
il sovrano fosse temuto, piuttosto che amato. L’amore si
legava alla debolezza e tutto ciò entrava in conflitto con
Tavington. Lui voleva essere rispettato, temuto, odiato non era nei
suoi fini essere amato dal popolo. E così, senza
neanche rispondere al servo, si spinse più avanti facendolo
barcollare e poi si diresse a passo svelto verso la stanza di
Cornwallis.
"Entrate Colonnello. Dobbiamo parlare."
Tavington entrò nella camera del Generale con passo sicuro e
si avvicinò al suo cospetto, ponendosi con fierezza davanti
a Cornwallis.
"Ditemi Generale. Per quale ragione mi avete fatto chiamare. Mi
sembrava che la guerra stesse procedendo pro nobis, mi
è sfuggito qualcosa Generale? Ditemi."
Lo sbuffo di Cornwallis fece innervosire Tavington. Perché
vedeva sempre l’astio negli occhi di quell’uomo
quando si volgevano verso di lui?
"Quello che sto per dirvi, Colonnello, credo che possa anche
rallegrarvi. Ho a lungo meditato sul da farsi, soprattutto su chi
affidare questo compito. Ma a questo punto credo che mi possa fidare di
voi, Colonnello,
sebbene non abbia mai esaltato le vostre, come possiamo chiamarle
vediamo, modalità
di procedere.."
"Volevate dire di vincere, My Lord. Debbo rammentarvi che non ho mai
perso una battaglia e che continuo a portare grandi benefici
per tutti."
Con un lieve gesto della mano Cornwallis interruppe il discorso
encomiastico dell'Ufficiale.
"Certo, certo Colonnello, nessuno qui sta parlando di questo. Non ho
tempo e neanche voglia di disquisire qui con voi circa le vostre
barbarie che compite ogni giorno contro questi..contadini. Ho
richiesto la vostra presenza perché ho un lavoro per voi,
pensato quasi su misura per voi. Ho bisogno però di sapere
che posso fidarmi perché quello che sto per chiedervi non
è, per così dire, convenzionale."
Tavington non smise di puntare gli occhi sul suo superiore,
evidentemente non temeva nessuno e non era nemmeno curante delle
cariche gerarchiche.
"Devo supporre che sia un lavoro sporco Generale?"
"Supponete bene, Tavington. Voglio che andiate nel Villaggio di
Pembroke a 10 miglia Sud dal Santee e dovete chiedere di Samantha Kohl,
la riconoscerete facilmente poiché è una donna
alta, snella, con fiammeggianti capelli color del fuoco."
Si prospettava una giornata divertente, sentiva che avrebbe trovato il
suo divertimento a Pembroke, ne era certo.
"Cosa devo fare della donna, My Lord?"
Cornwallis si alzò dalla sua scrivania e si mosse
affinché potesse essere davanti al Colonnello.
"Dovete ucciderla."
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