Titolo: Interruttore
di un secondo.
Conteggio parole: 787/787
Personaggi:
Castiel, Dean Winchester
Note: Spoiler
Season 8!
Purgatory!verse ; pre-slash. (ad
interpretazione), fluff neanche
troppo eccessivo, su.
Trama : Dean ha
ritrovato
Castiel in Purgatorio e i due fanno una chiacchierata sul tempo che
passa.
Note pressappoco
inutili, d’autrice: E’
da quando ho visto l’ultima scena della
settima stagione, quando Cass e Dean finiscono in Purgatorio, che avevo
voglia di
scrivere su questo ‘verse.
Quindi, boh, ecco qui. Credo intaserò il fandom con cose del
genere senza
pretese sperando di sfruttare il tempo che mi resta prima di essere
cacciata
lol.
Io ho
avvisato! Hasta!
© Ovviamente
nessuno di questi bambocci mi appartiene, eccetera, eccetere, lode a
Kripke,
peace&love per
Castiel e fratelli
Winchester for presidents.
Amen.
Interruttore di
un
secondo.
Dean non sa che ora del giorno o
della notte sarebbe, se
fosse sulla Terra. Ormai la cognizione del tempo è tutta
sfasata e controllare
l’orologio e davvero l’ultima cosa che ha il tempo
di fare.
In Purgatorio è sempre
buio; ogni tanto è color della notte
ma la maggior parte delle volte è impossibile distinguere
persino le forme del
proprio corpo.
E’ in momenti come quelli che gli altri sensi ti salvano la
pelle: devi solo aguzzare
il tuo istinto di sopravvivenza e sperare di essere abbastanza bravo.
Lo scrosciare dell’acqua di
quel fiume, ad esempio, è un
sottofondo ingannevole, ma valido alleato allo stesso tempo –
l’orecchio sempre
teso, anche quando la stanchezza vorrebbe farti dimenticare tutto e tu
vorresti
solo cedere e scendere nell’oblio.
Pensieri del genere sono un
campanello d’allarme, quindi
Dean si alza dalla terra fangosa dove avrebbe dovuto riposare fin
quando non
fosse venuto il suo turno di guardia; così comincia a
camminare per raggiungere
il terreno ricoperto di ciottoli e pietre taglienti come vetro
affilato, poco
più avanti.
Castiel ci è seduto su
quelle cazzo di pietre – e il suo sarà
un culo spiumato ma secondo lui fa male lo stesso.
E’ ancora qualche passo
indietro, quando lo chiama
“Cas?”
L’Angelo non si volta,
rimane immobile, allora il cacciatore
si avvicina e lo affianca. L’uomo in trench – se
ancora quel coso si può
chiamare trench- ha gli
occhi chiusi e Dean si ritrova a fissarlo senza pensare a nulla di
particolare.
E’ semplicemente Castiel.
Da quando lo ha ritrovato ancora
fatica a credere che sia lui, che
sia
ancora vivo, che abbia ancora quel palo su per il culo nonostante tutti
gli anni
passati assieme.
Il cacciatore tenta la sorte: prova a
sedersi accanto al suo
angelo - e
si, che dolore. Forse, però, quel male
potrebbe riuscire a tenerlo sveglio e attento. Scacciare la stanchezza.
Forse vale la pena provare.
“Qualcosa ti turba?”
La voce dell’Angelo
è, se possibile, ancora più roca di come
la ricordava; nonostante tutto, intrisa di una calma quasi irreale,
avvolgente
come una guaina stretta, confortante a discapito della situazione.
“Non in particolare,
no.” Si ritrova comunque a rispondere
“E la tua lezione di yoga come sta andando?”
“Non sto tenendo nessuna lezione di
yoga, Dean.” Lo informa con fare quasi
distratto, poi di colpo apre gli occhi – e quel blu
è sempre lo stesso, più
scuro forse, ma ugualmente identico. “La zona è
pulita, per ora.”
“Mh, buono a
sapersi.”
Dean guarda dall’altro lato
del fiume ascoltando per qualche
istante il silenzio mai completo che si viene a creare, poi mormora
“Ci pensi
mai, tu? Al tempo che scorre.”
“Esisto da molti anni,
Dean.” Probabilmente se lo sta solo immaginando,
ma il tono di voce dell’Angelo che il Winchester percepisce
è in qualche strano
modo più morbido del solito “Guardavo sul mondo ancor prima che l'uomo fosse nato. Ho visto tante
cose, forse fin troppe. La percezione del tempo è totalmente
relativa.”
“Beh..” risponde
lui, cosciente di non aver una risposta
all’altezza ma con una voglia inaspettata di continuare a
parlargli, specialmente dopo tutto il silenzio bastardo che aveva distrutto la fiducia che li legava “Di certo
non puoi dire che gli ultimi anni sono stati noiosi come fissare un
anfibio
mutare e farsi crescere un paio di gambe.”
Castiel non sorride, ma qualcosa
accade nei suoi occhi “No,
non posso dirlo.”
Lo sguardo del cacciatore
vagò sul cielo senza stelle –
senza niente- “Non che
questi
viaggetti fuori programma, fossero la mia più grande
aspettativa comunque.”
“Hai affrontato molto nella
tua vita, Dean. Sopravvivrai
anche a questo.”
“Già..”
Poi inaspettatamente un sorriso birichino spunta
sulla sua faccia stanca mentre scuote la testa come con esasperazione.
“Cosa?”
“E’ che.. non ci
avevo mai pensato realmente fino ad ora.
Sai, no.. al fatto che, alla fin fine, siamo sempre noi due.”
Castiel ormai è voltato
totalmente verso di lui, con la
testa piegata d’un lato e la fronte corrugata, cercando di
capire. Un gesto
tanto familiare che la nostalgia bussa sempre più forte.
Ad ogni modo Dean si sente in dovere di spiegare “Insomma,
voglio dire.. è
abbastanza assurdo ma è così che và:
tu mi hai ripescato dall’Inferno, io ti ho
tirato giù dal Paradiso e adesso..”
“Adesso siamo bloccati a
metà strada.”
Dean non risponde.
Ma, proprio quando ha finito le
parole, è Castiel a trovarle
per lui.
“Il nostro posto non
è qui, Dean. Riusciremo a trovare un
modo per tornare sulla Terra, a casa, da Sam e dai tuoi amati
hamburger.”
Il cacciatore lo fissa sbalordito per
qualche secondo netto
poi, poi semplicemente scoppia a ridere – per sfogare la
tensione, per
sollievo, per non piangere, per non pensare a nulla anche solo per
pochi
attimi.
Per quel tempo che, anche se
relativo,è talmente prezioso da
essere inestimabile.
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